Nel cuore della galassia Centaurus A le prove della fusione


La banda di polveri, prova indiscutibile della fusione che ha originato la galassia Centaurus A come la osserviamo oggi, ospita la formazione di nuove stelle

centaurus a galassia

Tracce indelebili di un incontro. Quello fra due galassie molto diverse – un’ellittica gigante e una spirale più piccola – che si sono trovate e mai più perse, e si sono fuse in una galassia dalla morfologia peculiare nota come Centaurus A.

A 11 milioni di anni luce dalla Terra, nella costellazione del Centauro, questa galassia è oggi una delle radiosorgenti più potenti del cielo, con il suo buco nero supermassiccio sempre attivo al centro, la galassia attiva più vicina e studiata. Somiglia a una galassia ellittica (o lenticolare) avvolta da tentacoli scuri di polvere, il retaggio appunto di quell’antica fusione, mentre dal suo cuore fuoriesce incessante un potente getto di materia. Nel luglio 2021, l’Event Horizon Telescope ha prodotto un’immagine di un getto lanciato dal buco nero al centro di Centaurus A, che pesa 55 milioni di volte la massa del Sole.

Non solo, la nascita di Centaurus A ha dato nuova vita alla galassia ellittica gigante che sembra ancora presenziare in secondo piano, perché nella regione centrale si è innescata una diffusa formazione stellare, come indicato dalle nubi rosse di idrogeno e dal gran numero di deboli stelle blu visibili ad ogni estremità della corsia di polvere.

Quest’immagine – uno zoom nelle regioni centrali della galassia – è stata ottenuta dall’astronoma Monika Soraisam dell’Università dell’Illinois a Urbana-Champaign come parte di una campagna di monitoraggio a lungo termine (tra il 2018 e il 2021) per identificare oggetti variabili su scale temporali da ore ad anni (novae, variabili di lungo periodo) in galassie prominenti nell’emisfero meridionale. Le osservazioni sono state condotte con lo strumento Dark Energy Camera (DeCam) del telescopio da 4 metri Víctor M. Blanco al Cerro Tololo Inter-American Observatory (Ctio) in Cile, ma la campagna è stata condotta come apripista alla Legacy Survey of Space and Time (Lsst) dell’Osservatorio Vera C. Rubin.