Ddl sul mobbing: tutele anche per tirocinanti e volontari


Troppe vessazioni sui luoghi di lavoro, presentato ddl sul mobbing: tutelerà anche tirocinanti, volontari e i lavoratori e le lavoratrici più esposti

Troppe vessazioni sui luoghi di lavoro, presentato ddl sul mobbing: tutelerà anche tirocinanti, volontari e i lavoratori e le lavoratrici più esposti

“Il 15 gennaio 2021 in Italia è stata ratificata la Convenzione OIL. Mancavano norme di dettaglio e di attuazione. Ora c’è questo disegno di legge, che è molto preciso”. Così la senatrice Donatella Conzatti (Iv) che in conferenza stampa ha presentato il disegno di legge “disposizioni in materia di eliminazione della violenza e delle molestie nel mondo del lavoro”. “Ci sono i principi, ma vanno riempiti di contenuto. A noi piacerebbe che questa legislatura vedesse l’Italia compiere un grande passo verso la tolleranza zero”, ha aggiunto la senatrice e segretaria della Commissione d’inchiesta sul femminicidio, che ha anche ricordato che “non tutto è mobbing, esistono anche conflitti, confronti accesi. Per questo – ha concluso – questo ddl tutela anche i datori di lavoro che possono subire mobbing e straining”.

Gianni Rosas, direttore dell’ufficio OIL per l’Italia e San Marino ha ricordato che “questo fenomeno riguarda tutti i paesi e tutte le categorie di lavoratori perché in un contesto europeo un lavoratore su sei ha dichiarato di aver subito molestie sul lavoro. Ma- ha detto- c’è soprattutto un cuneo di lavoratrici che hanno bisogno di tutele. Le molestie sono l’antitesi della dignità del lavoro, intaccano i diritti umani e sono un abuso da parte di privati”. Rosas ha riportato il dato secondo cui “fra tutti coloro che dichiarano di aver subito violenza, meno dell’1% si rivolge alle autoritàBisogna rafforzare i meccanismi di ricorso non solo con legislazione penale, ma anche con i giuslavoristi. La definizione di molestia inserita in questo ddl aiuta. Inoltre- ha precisato- questo ddl tutela anche tirocinanti, volontari e i lavoratori e le lavoratrici più esposti e spesso meno tutelati“. L’avvocato Domenico Tambasco ha posto l’accento sull’esito dei ricorsi alla giustizia di chi denuncia molestie sul lavoro: “Solo il 12% vede accolto il proprio ricorso e se viene riconosciuta la ragione al lavoratore il risarcimento medio è di 28.000 euro. Questi episodi distruggono una persona, una media di 28mila euro è indegna di un paese civile”

“Questo ddl – ha detto Tabasco come riferisce la Dire (www.dire.it) – prevede la tutela dei testimoni da qualsiasi tipo di ritorsione, vuole eliminare la necessità della dimostrazione dell’intento vessatorio e introdurre un elemento rivoluzionario di derivazione anglosassone: il danno punitivo. Il principio- ha spiegato- sarà ‘chi sbaglia paga‘, per cui non solo il risarcimento di ciò che hai perso. Bisogna commisurare il risarcimento non sulla vittima ma sull’aggressore“. “La proposta di legge non è lunga, ma entra in profondità e spero che resti come base per il futuro”, ha detto Emanuele Corn, professore dell’Università di Trento. “L’equazione tra lavoro, sofferenza e bene è la morale che abbiamo dentro, ma la nostra fortuna è di vivere un’epoca che vuole scardinare questa situazione, perché è sulla base di questa equazione che noi formuliamo frasi tipo ‘la verità sta nel mezzo’. Sì sta nel mezzo ma solo se c’è equilibrio tra le due parti e nei rapporti di lavoro il disequilibrio è strutturale. La vittima vera cerca comprensione, cerca un senso- ha detto ancora- e questo ddl fa passo in più perché agisce sui rapporti di lavoro”.

Alla conferenza è intervenuto anche lo psicologo del lavoro Harald Ege, che ha lodato il ddl come esempio di legge che “potrebbe diventare la più moderna e completa in materia di molestie sul posto di lavoro. Conosco vari tipi di legislazione- ha aggiunto- molti paesi non comprendono la sofferenza della vittima. Qui invece si parla di ‘terrore psicologico sul posto di lavoro’, si parla di dignità del lavoratore”. Ege ha poi ricordato i sintomi più diffusi causati da un conflitto lavorativo, come depressione, insonnia, irrequietezza e le principali cause di assenza per malattia: “depressione, ansia, esaurimento, ma la maggior parte delle persone dichiara di avere l’influenza perché si vergogna”. Inoltre, ha aggiunto, “il 93% casi ha PTED (disturbo post- traumatico da amarezza), poco conosciuto”. Sul ruolo della ctu dello psicologo del lavoro, Ege ha chiarito: “uno valori che io valuto è la potenza lesiva dell’azione perché le reazioni possono essere diverse, è importante la potenza lesiva. Anche il razzismo apparentemente non sembra che crei danno, ma va punita la gravità dall’azione. Nella maggioranza casi non c’è un ctu psicologo del lavoro, ma solo il medico legale che valuta parametri medici. Lo psicologo del lavoro definisce il conflitto, se c’è stato un danno esistenziale e l’entità del danno punitivo sulla base della potenza lesiva”.