Nefrite lupica: voclosporina efficace a 2 anni


Secondo nuovi dati il trattamento di pazienti affetti da nefrite lupica (LN) con voclosprina ha mantenuto la sua efficacia a 2 anni

Nefrite lupica: aggiornate le linee guida di 3 società scientifiche europee. Tra gli obiettivi di trattamento la risposta completa a 12 mesi

Il trattamento di pazienti affetti da nefrite lupica (LN) con voclosprina ha mantenuto la sua efficacia a 2 anni, in termini di riduzione della proteinuria e di valori stabili di eGFR. Ciò è quanto emerge da un’analisi ad interim a 2 anni dei dati della fase di estensione del trial AURORA 2 sull’impiego del farmaco in questa condizione clinica, presentata nel corso del recente congresso EULAR.

Questi dati si aggiungono a quelli degli studi registrativi AURORA 1 (di fase 3) e AURA-LV (di fase 2) che avevano già dimostrato come l’aggiunta di voclosporina alla terapia standard fosse stata in grado di aumentare in modo significativo il tasso di risposta renale e di ridurre la proteinuria nei pazienti con LN ad un anno di trattamento, rispetto a mofetil micofenolato e agli steroidi da soli a dose ridotta.

Razionale e disegno dello studio
Per decenni, medici e pazienti hanno dovuto confrontarsi con la mancanza di opzioni di trattamento ad hoc, sicure ed efficaci, per il trattamento di LN. La voclosporina è stata sviluppata all’inizio degli anni ’90 come un membro nuovo e migliorato della stessa famiglia della ciclosporina, gli inibitori della calcineurina. Nei primi studi clinici, il farmaco ha dimostrato una migliore immunosoppressione e una tossicità ridotta rispetto alla ciclosporina,  in particolare a livello renale.

All’inizio di questo anno, la Fda ha approvato questo inibitore orale della calcineurina, in combinazione con un regime immunosoppressivo di base, per trattare adulti con LN attiva, rendendola la prima terapia orale autorizzata negli Stati Uniti per questa popolazione di pazienti. Ad oggi, però, mancavano i dati di efficacia e di sicurezza di voclosporina per durate d’impiego superiori ad un anno.

Per analizzare l’impatto di voclosporina in pazienti che avevano preso parte allo studio AURORA 1 a 2 anni, i ricercatori hanno implementato lo studio AURORA 2, uno studio di estensione controllato, in cieco, tuttora in corso.

I partecipanti allo studio AURORA 1 che avevano portato a termine lo studio e che erano entrati nello studio AURORA 2 erano eleggibili a continuare la terapia con il regime terapeutico assegnato dalla randomizzazione – 23,7 mg di voclosporina bis die o placebo – in combinazione con 1 g di mofetil micofenolato bis die e steroidi orali a dose ridotta.
Per questa analisi ad interim, i ricercatori hanno valutato il rapporto proteine urinarie/creatinina e gli eGFR nel corso del primo anno dello studio AURORA 2 – per un totale di 2 anni dal i trattamento iniziale previsto nello studio AURORA 1.

In tutto, 116 partecipanti del gruppo voclosporina e 100 del gruppo placebo sono stati reclutati nello studio di estensione. Di questi, 73 appartenenti al braccio di trattamento voclosporina e 51 al braccio placebo erano stati sottoposti a 2 anni di trattamento al tempo dell’analisi ad interim.

Risultati principali
Dai dati è emerso che, tra i partecipanti entrati nello studio di estensione, il rapporto medio tra proteine urinarie e creatinina al basale pre-trattamento nello studio AURORA 1 era pari a 3,94 mg nel gruppo voclosporina e a 3,87 mg nel gruppo placebo.

Nell’analisi ad interim, la variazione quadratica media del rapporto proteine urinarie -creatinina dal basale pre-trattamento a 2 anni era pari a -3,1 mg per quelli trattati con voclosporina e a -2,1 mg per il gruppo placebo.

Al contempo, il valore medio di eGFR al pre-trattamento – o basale AURORA 1 – tra i partecipanti allo studio di estensione era pari a 79,6 ml/min per il gruppo voclosporina e a 78,9 ml/min per il gruppo placebo.

A 2 anni, tra quelli inclusi nell’analisi ad interim, il valore medio di eGFR era pari a 79 ml/min nel gruppo voclosporina e a 82,9 ml/min nel gruppo placebo.
I ricercatori hanno notato una piccola riduzione precoce del valore medio di eGFR nel corso delle prime 4 settimane di trattamento nello studio AURORA 1, dopo di che si è avuta una stabilizzazione di questo parametro sia a 1 che a 2 anni.

Da ultimo, per quanto riguarda la safety, non sono stati documentati  per più di un anno nuovi eventi avversi inattesi nei pazienti che continuavano il trattamento con voclosporina, rispetto al placebo.

Riassumendo
In conclusione, lo studio di estensione AURORA 2 fornisce i dati di outcome attualmente disponibili a più lungo termine per il trattamento della nefrite lupica.
Questo studio ha valutato pazienti fino a 104 giorni di trattamento totale – un anno dall’inizio dello studio AURORA 1 e fino ad un anno nello studio AURORA 2 – dimostrando che i pazienti trattati con voclosporina erano in grado di mantenere le riduzioni significative di proteinuria documentate in AURORA 1, senza variazioni di rilievo di eGFR e senza comparsa di nuovi eventi avversi inattesi a 2 anni di trattamento.

Tali risultati, pertanto, suffragano il valore clinico e la sicurezza d’impiego di voclosporina fino a 2 anni.

Bibliografia
Saxena A. Abstract POS0681: Voclosporin for lupus nephritis: Interim analysis of the AURORA 2 extension study. Presented at: EULAR 2021 Virtual Congress; June 2-5, 2021 (virtual meeting).