Daratumumab indicato per amiloidosi e mieloma multiplo


La Commissione europea ha approvato la formulazione sottocutanea di daratumumab per due nuove indicazioni: amiloidosi e mieloma multiplo

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La Commissione europea ha approvato la formulazione sottocutanea (SC) di daratumumab per due nuove indicazioni: amiloidosi e mieloma multiplo.

La nuova formulazione, co-formulata con ialuronidasi umana ricombinante PH20 (rHuPH20), rispetto alla somministrazione endovenosa riduce i tempi di somministrazione da diverse ore a tre-cinque minuti, mantenendo un’efficacia sovrapponibile e riducendo l’incidenza delle reazioni correlate all’infusione.

La prima indicazione si riferisce all’uso in combinazione con ciclofosfamide, bortezomib e desametasone (D-VCd), per il trattamento di pazienti adulti con amiloidosi (AL) sistemica a catena leggera di nuova diagnosi.

La seconda indicazione è per l’uso in combinazione con pomalidomide e desametasone (D-Pd) per il trattamento di pazienti adulti affetti da mieloma multiplo che abbiano ricevuto almeno una precedente linea di terapia contenente un inibitore del proteasoma e lenalidomide e che siano refrattari alla lenalidomide, o che abbiano ricevuto almeno due precedenti linee di terapia contenenti lenalidomide e un inibitore del proteasoma e che abbiano mostrato progressione della malattia durante o dopo l’ultima terapia.

Sia l’amiloidosi AL sia il mieloma multiplo recidivato sono malattie del sangue per le quali esistono ancora bisogni di cura insoddisfatti. L’amiloidosi AL è una malattia rara e potenzialmente mortale dovuta all’accumulo, nei tessuti e negli organi, di una proteina insolubile chiamata amiloide, che ne causa il deterioramento.

I sintomi associati all’amiloidosi AL sono diversi e aspecifici. Questo può portare a un ritardo nella diagnosi con il risultato che per una percentuale di pazienti il trattamento viene iniziato quando lo stato di deterioramento della funzione dell’organo è già avanzato. In Europa, non ci sono trattamenti approvati per l’amiloidosi AL. Senza trattamento, la prognosi è di 12-18 mesi, e di solo 6 mesi circa nei casi con funzione cardiaca gravemente compromessa.

Il mieloma multiplo, nonostante i significativi progressi dell’ultimo decennio, rimane un tumore del sangue complesso da trattare, con una gestione della malattia recidivata o refrattaria particolarmente impegnativa. I risultati clinici peggiorano ad ogni ricaduta e la necessità di trattamenti efficaci è cruciale.

La tecnologia che consente la somministrazione sottocutanea
La tecnologia di rilascio dei farmaci ENHANZE messa a punto dalla società farmaceutica Halozyme si basa sull’enzima ricombinante ialuronidasi umana PH20 brevettato, rHuPH20, che degrada localmente l’acido ialuronico (HA) nello spazio sottocutaneo (SC). Questo permette una maggiore dispersione e assorbimento delle terapie co-somministrate.

La tecnologia ENHANZE degrada l’HA intorno al sito di iniezione consentendo l’erogazione di grandi volumi (fino a 300-600 mL e oltre) in una singola iniezione sottocutanea. Le iniezioni di volumi maggiori possono consentire ad alcuni farmaci biologici e a piccole molecole che vengono somministrati per via endovenosa di essere somministrati per via sottocutanea, fornendo potenzialmente una migliore esperienza al paziente, diminuendo i tempi di infusione o riducendo la necessità di iniezioni multiple.

Amiloidosi
L’approvazione l’indicazione dell’amiloidosi AL è supportato dai dati dello studio di fase 3 ANDROMEDA. Lo studio ha valutato daratumumab SC in combinazione con VCd, rispetto al solo VCd, un regime di trattamento di comune utilizzo nei pazienti adulti con amiloidosi AL di nuova diagnosi. I pazienti trattati con daratumumab hanno ottenuto un tasso di risposta ematologica completa significativamente più alto rispetto ai pazienti trattati con il solo VCd (53,3 per cento per D-VCd e 18,1 per cento per VCd; P<0,0001). Nel complesso, D-VCd ha mostrato un profilo di sicurezza coerente con quello precedentemente osservato per ciascuno dei farmaci presi singolarmente.

Mieloma multiplo
L’ìapprovazione per daratumumab SC in combinazione con Pd per il trattamento del mieloma multiplo è supportato dai dati dello studio di fase 3 APOLLO condotto in collaborazione con lo European Myeloma Network (EMN) Lo studio ha confrontato D-Pd con Pd da solo in 304 pazienti con mieloma multiplo recidivato o refrattario che avevano ricevuto almeno un precedente regime di trattamento con lenalidomide e un inibitore del proteasoma.

I risultati mostrano che l’aggiunta di daratumumab ha ridotto significativamente il rischio di progressione o morte del 37 per cento, rispetto al solo Pd ( hazard ratio, 0,63; intervallo di confidenza al 95 per cento, 0,47-0,85; P=0,0018). La sopravvivenza libera da progressione (PFS) mediana per il braccio D-Pd vs. Pd è stata di 12,4 mesi contro 6,9 mesi, rispettivamente.

I tassi di risposta sono stati significativamente più alti con D-Pd rispetto al solo Pd, compresi i tassi di risposta globale (69 per cento contro 46 per cento), i tassi di risposta parziale molto buona (VGPR) o migliore (51 per cento contro 20 per cento), il tasso di risposta completa (CR) (25 per cento contro 4 per cento) e il tasso di malattia minima residua negativa (9 per cento contro 2 per cento). Il profilo di sicurezza di D-Pd ha dimostrato di essere coerente con i profili noti di daratumumab SC e Pd.