Due nuove indicazioni per il farmaco daratumumab


Amiloidisi e mieloma multiplo sono le due nuove indicazioni in arrivo per daratumumab in formulazione sottocutanea

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Gli esperti europei del Committee for Medicinal Products for Human Use (CHMP) dell’Ema hanno raccomandato di ampliare l’attuale autorizzazione all’immissione in commercio della formulazione sottocutanea (SC) di daratumumab a due nuove indicazioni.

Una raccomandazione riguarda l’uso di daratumumab SC in combinazione con ciclofosfamide, bortezomib e desametasone (D-VCd), per il trattamento di pazienti adulti con amiloidosi (AL) sistemica a catena leggera di nuova diagnosi.

La seconda è per l’uso in combinazione con pomalidomide e desametasone (D-Pd) per il trattamento di pazienti adulti affetti da mieloma multiplo che abbiano ricevuto almeno una precedente linea di terapia contenente un inibitore del proteasoma e lenalidomide e che siano refrattari alla lenalidomide, o che abbiano ricevuto almeno due precedenti linee di terapia contenenti lenalidomide e un inibitore del proteasoma e che abbiano mostrato progressione della malattia durante o dopo l’ultima terapia.

Sia l’amiloidosi AL sia il mieloma multiplo recidivato sono malattie del sangue per le quali esistono ancora bisogni di cura insoddisfatti. L’amiloidosi AL è una malattia rara e potenzialmente mortale dovuta all’accumulo, nei tessuti e negli organi, di una proteina insolubile chiamata amiloide, che ne causa il deterioramento.

I sintomi associati all’amiloidosi AL sono diversi e aspecifici. Questo può portare a un ritardo nella diagnosi con il risultato che per una percentuale di pazienti il trattamento viene iniziato quando lo stato di deterioramento della funzione dell’organo è già avanzato. In Europa, non ci sono trattamenti approvati per l’amiloidosi AL. Senza trattamento, la prognosi è di 12-18 mesi, e di solo 6 mesi circa nei casi con funzione cardiaca gravemente compromessa.

Il mieloma multiplo, nonostante i significativi progressi dell’ultimo decennio, rimane un tumore del sangue complesso da trattare, con una gestione della malattia recidivata o refrattaria particolarmente impegnativa. I risultati clinici peggiorano ad ogni ricaduta e la necessità di trattamenti efficaci è cruciale.

Amiloidosi
Il parere positivo del CHMP per l’indicazione dell’amiloidosi AL è supportato dai dati dello studio di fase 3 ANDROMEDA. Lo studio ha valutato daratumumab SC in combinazione con VCd, rispetto al solo VCd, un regime di trattamento di comune utilizzo nei pazienti adulti con amiloidosi AL di nuova diagnosi. I pazienti trattati con daratumumab hanno ottenuto un tasso di risposta ematologica completa significativamente più alto rispetto ai pazienti trattati con il solo VCd (53,3 per cento per D-VCd e 18,1 per cento per VCd; P<0,0001). Nel complesso, D-VCd ha mostrato un profilo di sicurezza coerente con quello precedentemente osservato per ciascuno dei farmaci presi singolarmente.

Mieloma multiplo
Il parere positivo del CHMP per daratumumab SC in combinazione con Pd per il trattamento del mieloma multiplo è supportato dai dati dello studio di fase 3 APOLLO condotto in collaborazione con lo European Myeloma Network (EMN) Lo studio ha confrontato D-Pd con Pd da solo in 304 pazienti con mieloma multiplo recidivato o refrattario che avevano ricevuto almeno un precedente regime di trattamento con lenalidomide e un inibitore del proteasoma.

I risultati mostrano che l’aggiunta di daratumumab ha ridotto significativamente il rischio di progressione o morte del 37 per cento, rispetto al solo Pd ( hazard ratio, 0,63; intervallo di confidenza al 95 per cento, 0,47-0,85; P=0,0018). La sopravvivenza libera da progressione (PFS) mediana per il braccio D-Pd vs. Pd è stata di 12,4 mesi contro 6,9 mesi, rispettivamente.

I tassi di risposta sono stati significativamente più alti con D-Pd rispetto al solo Pd, compresi i tassi di risposta globale (69 per cento contro 46 per cento), i tassi di risposta parziale molto buona (VGPR) o migliore (51 per cento contro 20 per cento), il tasso di risposta completa (CR) (25 per cento contro 4 per cento) e il tasso di malattia minima residua negativa (9 per cento contro 2 per cento). Il profilo di sicurezza di D-Pd ha dimostrato di essere coerente con i profili noti di daratumumab SC e Pd.