Squilibrio nell’omeostasi del calcio ed elevati livelli di paratormone correlati al disturbo bipolare secondo una nuova ricerca
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L’omeostasi del calcio può svolgere un ruolo nella gravità del disturbo bipolare (BD), con livelli elevati di vitamina D nel siero e ormone paratiroideo (PTH) legati a esiti clinici peggiori e un elevato carico psicologico, suggerisce una nuova ricerca, presentata all’European Psychiatric Association (EPA) 2021 Congress e ricavata in parte da un lavoro pubblicato su “Brain Sciences”.
Dopo aver misurato i livelli di PTH, vitamina D e calcio nel siero in pazienti con BD tipo I o di tipo II, i ricercatori – guidati da Carmela Palummo, del Dipartimento di Psichiatria dell’Università della Campania “Luigi Vanvitelli” di Napoli – hanno scoperto che il numero di ricoveri e precedenti episodi psichiatrici era significativamente associato ai livelli di PTH.
Inoltre, l’aumento dei livelli di PTH era altamente correlato con i livelli di abuso e abbandono emotivo e fisico. «I risultati suggeriscono che lo squilibrio del calcio possa influenzare l’esito a lungo termine del disturbo bipolare» ha detto Palummo.
«I risultati evidenziano anche l’importanza di valutare regolarmente i livelli di PTH, vitamina D e calcio nei pazienti con BD come marcatore di gravità clinica – e possono indicare la vitamina D «come un valido trattamento aggiuntivo per questi pazienti» ha aggiunto.
Il coinvolgimento della vitamina D sotto una nuova luce
La vitamina D influenza l’umore e le sue fluttuazioni attraverso la modulazione della biosintesi del neurotrasmettitoriale. In combinazione con il PTH, la vitamina D svolge anche un ruolo centrale nell’omeostasi del calcio, ha osservato Palummo. Sebbene studi precedenti abbiano identificato un’associazione tra carenza di vitamina D e gravità del BD, pochi hanno studiato l’impatto delle alterazioni dell’omeostasi del calcio sul decorso del disturbo, ha aggiunto.
Per lo studio attuale, i ricercatori hanno valutato l’omeostasi del calcio in 199 pazienti con BD di tipo I (54,8%) o di tipo II. Tutti avevano tra i 18 e i 65 anni (età media: 47,1 anni) e non avevano disturbi o comorbilità neurologiche né facevano abuso di sostanze; il 50,8% dei partecipanti erano donne.
Le misure di base includevano caratteristiche cliniche e demografiche, nonché livelli plasmatici di calcio, vitamina D e PTH. Ai partecipanti è stata somministrata una serie di scale di valutazione della malattia, tra cui la Young Mania Rating Scale e le Hamilton Rating Scales for Anxiety and Depression. I risultati hanno mostrato che i livelli di PTH sierico erano direttamente correlati con il numero totale di ricoveri ospedalieri, così come il numero di episodi depressivi (P <0,0001), maniacali (P <0,001) ed ipomaniacali (P <0,01).
Forti correlazioni sono state trovate anche tra l’aumento dei livelli di PTH e l’abbandono emotivo, l’abuso emotivo, l’abuso fisico, l’abbandono fisico e i punteggi totali sul Childhood Trauma Questionnaire–Short Form (P <0,0001). I livelli di vitamina D nel siero erano positivamente associati all’età al primo contatto psichiatrico ed erano inversamente correlati con il numero totale di episodi depressivi (P <0,05) e a un temperamento ciclotimico (P <0,05).
Potenziali marcatori diagnostici, secondo un esperto
«Molto interessante». Così ha descritto lo studio, commentandone i risultati, Samoon Ahmad, del Dipartimento di Psichiatria, NYU Langone Health, New York, non coinvolto nello studio. Ahmad ha osservato che sebbene il legame tra i livelli di vitamina D e la salute mentale sia stato ben studiato, si è parlato molto meno «di omeostasi del calcio».
Ha aggiunto che il BD è «difficile da diagnosticare, e c’è stata una ricerca limitata sui biomarcatori che possano aiutare a identificare la malattia o davvero a misurarne la gravità». Di conseguenza, se studi futuri che coinvolgono un gruppo di controllo dimostrano che «livelli elevati di PTH sono chiaramente associati al disturbo e non ad altri fattori confondenti, questa potrebbe essere una svolta importante» ha affermato Ahmad, non coinvolto in questa ricerca.
«Sarei molto interessato a vedere se gli squilibri del calcio possono essere corretti usando vitamina D supplementare o altri mezzi e quindi esaminare se i sintomi dei pazienti migliorino o meno» ha detto.
«Se migliorassero, questa sarebbe un’opzione molto conveniente e facilmente disponibile», ha osservato. Anche se i sintomi non migliorassero con l’integrazione di vitamina D «ma si notasse ancora una correlazione abbastanza forte tra elevati livelli di PTH e DB, questo significherebbe che potremmo usare questi dati per ottenere una diagnosi più accurata» ha concluso Ahmad.
European Psychiatric Association (EPA) 2021 Congress: Abstract O019.
Steardo L Jr, Luciano M, Sampogna G, et al. Clinical Severity and Calcium Metabolism in Patients with Bipolar Disorder. Brain Sci. 2020;10(7):417. doi: 10.3390/brainsci10070417.
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