Psoriasi a placche: ixekizumab migliore per la pelle


Pelle senza psoriasi più a lungo con ixekizumab rispetto ad altri farmaci biologici secondo gli ultimi risultati di ricerche scientifiche

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Negli adulti con psoriasi a placche da moderata a grave, l’anticorpo monoclonale ixekizumab ha dimostrato un maggiore successo in diverse misure della malattia rispetto ad altri farmaci biologici, aiutando i pazienti a rimanere in cura più a lungo e a non necessitare per più giorni di terapie aggiuntive. Sono i risultati di una metanalisi di studi clinici e dell’analisi di tre trial di real-life presentati all’American Academy of Dermatology 2021 da Eli Lilly.

Nella metanalisi di studi della durata di 52 settimane, ixekizumab ha mostrato benefici cumulativi numericamente maggiori in termini di clearance cutanea completa (100%) valutata tramite lo Psoriasis Area Severity Index (PASI) 100 rispetto ad altri sette farmaci biologici.

In tre analisi del mondo reale con dati da uno a tre anni, i pazienti trattati con ixekizumab sono rimasti in trattamento più a lungo, sono stati più aderenti alla terapia e hanno trascorso più giorni senza necessitare di trattamenti aggiuntivi rispetto agli altri farmaci biologici presi in esame.

«La nuova analisi dei dati degli studi clinici rafforza i precedenti risultati che hanno dimostrato come il farmaco fornisca un miglioramento rapido e duraturo della psoriasi. Siamo lieti di fornire ai dermatologi ulteriori approfondimenti che possono aiutarli a prendere importanti decisioni terapeutiche per i pazienti che cercano una pelle completamente libera dalle lesioni psoriasiche», affermato Lotus Mallbris, vicepresidente dello sviluppo in immunologia presso Lilly. «È anche importante che la ricerca vada oltre gli studi clinici controllati per includere analisi del mondo reale che chiariscano come i pazienti gestiscono la loro malattia e rispondono al trattamento nella vita di tutti i giorni».

Clearance cutanea completa più duratura nel corso di un anno
Nella metanalisi che ha valutato i benefici clinici cumulativi dei farmaci biologici nella psoriasi, utilizzando il PASI 100 per misurare l’effetto precoce e prolungato dei farmaci biologici approvati nell’arco di un anno, ixekizumab ha comportato da una a 18 settimane cumulative in più con clearance cutanea completa rispetto ad adalimumab, brodalumab, etanercept, guselkumab, risankizumab, secukinumab e ustekinumab.

Ixekizumab ha fornito ai pazienti un totale di 159 giorni cumulativi (23 settimane) di pelle completamente libera da lesioni (PASI 100), pari a circa il 44% dell’anno.

«Quando si discute degli obiettivi del trattamento, in cima alla lista di molti pazienti c’è una pelle che si mantiene completamente pulita nel tempo. Lo studio mostra che le persone che assumono ixekizumab hanno beneficiato dell’assenza di malattia per circa 160 giorni all’anno, più di qualsiasi altro biologico incluso in questa analisi» ha commentato Mark Lebwohl, della Icahn School of Medicine presso il Mount Sinai e autore principale di questa analisi.

Maggiore aderenza e minore necessità di terapie aggiuntive 
I pazienti trattati con ixekizumab hanno ottenuto un maggiore successo assumendo la terapia come prescritto (aderenza) e rimanendo in terapia per la durata prevista (persistenza), senza bisogno di farmaci aggiuntivi (monoterapia) rispetto a quanti assumevano gli altri biologici fino a tre anni.

Con ixekizumab sono rimasti in trattamento per una mediana di quasi 22 settimane in più rispetto a tutti gli altri farmaci biologici raggruppati (59 vs 37 settimane, p<0,001) e circa da 11 a 34 settimane in più rispetto ai singoli trattamenti.

Rispetto ai dati aggregati degli altri biologici in cui i pazienti hanno mantenuto la prescrizione per meno della metà dell’anno (45,7%), i soggetti trattati con ixekizumab hanno rispettato la terapia per il 53,2% dell’anno (p<0,001). Hanno inoltre mantenuto la monoterapia per più tempo (52,7% dell’anno) rispetto al gruppo aggregato degli altri biologici (44,8% dell’anno, p<0,001).

«Questi nuovi dati di real-life dimostrano che i pazienti con psoriasi trattati con ixekizumab rimangono in trattamento più a lungo rispetto a molti altri biologici, indipendentemente dalle precedenti esperienze con questa classe di farmaci» ha affermato Andrew Blauvelt, dermatologo presidente dell’Oregon Medical Research Center e autore principale di queste analisi. «La capacità di mantenere una terapia biologica nel tempo è correlata al successo del trattamento, mentre lo switch ad altri biologici è associato a una durata maggiore della terapia, a maggiori costi sanitari e all’insoddisfazione del paziente».