Aviaria: in Francia le galline rimangono al chiuso


Influenza aviaria: le autorità francesi impongono di lasciare il pollame al chiuso o di ridurre i percorsi all’aperto e di proteggerlo con una rete

Influenza aviaria: le autorità francesi impongono di lasciare il pollame al chiuso o di ridurre i percorsi all’aperto e di proteggerlo con una rete

L’influenza aviaria non colpisce l’Italia, ma sta dilagando in Europa, facendo strage di volatili selvaggi e da allevamento. Per questo, in Francia, dove il virus circola dallo scorso autunno, le autorità impongono di lasciare il pollame al chiuso o di ridurre i percorsi all’aperto e di proteggerlo con una rete. L’importante rivista dei consumatori francesi “60 millions de consommateurs” ha però denunciato che né i codici né la confezione delle uova in vendita nei supermercati sono stati aggiornati dallo scorso anno.

Con il risultato, spiega Garantitaly, che sono in commercio ancora uova timbrate con il codice delle ‘bio’ o con quello ‘all’aperto’, anche se questo non è possibile. In realtà la situazione è prevista dal regolamento europeo sugli standard di commercializzazione delle uova.

La vendita di uova “di galline allevate all’aperto”, etichettate come tali, può continuare per 16 settimane non appena il confinamento delle galline ovaiole è imposto per motivi “di tutela della salute pubblica e della salute degli animali”. Ora però questo periodo sarebbe già interamente trascorso.

La tolleranza è stata concessa, in via eccezionale, ai professionisti interessati affinché possano continuare a utilizzare l’etichetta ‘uova di galline allevate all’aria aperta’ fanno sapere dalla Francia, precisando che nei punti vendita dovrebbero essere affisse delle locandine per informare i consumatori che i prodotti vengono da galline “temporaneamente confinate su richiesta delle autorità”. Scrive “60 millions de consommateurs” che la misura però non sembra molto rispettata.

È dalla scorsa primavera che l’influenza aviaria è presente in Europa e si è rapidamente diffusa lo scorso autunno a seguito delle migrazioni della fauna selvatica.

In Italia invece sono stati registrati pochissimi casi. E fino ad ora non è stato necessario assumere provvedimenti che vadano oltre una generica allerta d’attenzione. È doveroso ricordare che il rischio di trasmissione all’uomo dell’influenza aviaria è molto basso.