Doppia mascherina a scuola: Cts e virologi dicono no


Il Comitato tecnico scientifico attacca la circolare sulla doppia mascherina in classe: “Grave, nessuna base scientifica”. Anche i virologi sono contrari

Doppia mascherina a scuola: Cts e virologi dicono no

Nessuno, né il ministero della Salute, né l’Istituto superiore di Sanità, né tantomeno il Cts ad oggi ha dato un’indicazione del genere. Siamo stupiti che l’Associazione dei presidi mandi in giro una circolare del genere. Si occupi di latino, di filosofia o di matematica, non di strumenti di protezione individuale che non sono di sua competenza”. Così una fonte del Comitato tecnico scientifico interpellata dall’agenzia Dire in merito alla lettera fatta circolare tra i presidi dall’Associazione nazionale dei dirigenti pubblici della scuola (Anp) del Lazio, in cui si invitano gli studenti e i docenti ad indossare la doppia mascherina in aula.

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“Ci sono delle indicazioni che non possono essere banalizzate dall’Associazione dei presidi, che dovrebbero evitare di dare indicazioni scientifiche che spettano ad altri. Casomai- prosegue la fonte del Cts- chiedano prima un parere. Ma che i presidi mandino in giro questa circolare è un grande errore“.

Ma è opportuno che gli studenti indossino due mascherine a scuola? “Se indossata bene, quella chirurgica è più che sufficiente per i ragazzi. Mettere la doppia mascherina poi è un’ovvietà- risponde la fonte del Cts alla Dire- nel senso che rispetto alla protezione è ovvio che due mascherine proteggono meglio di una. Però questa è un’indicazione che non può essere fatta sulla base di ovvietà o di considerazioni diciamo di ‘buonsenso’, perché non c’è una base scientifica“.

Si possono anche indossare due mascherine, allora, ma “se quelle due mascherine sono inadeguate non si rivolve il problema, perché il salto di qualità si fa sulla base della capacità filtrante, per cui una mascherina fatta in casa ha una capacità filtrante diversa da quella chirurgica, che a sua volta ha una capacità filtrante diversa da una Ffp2 piuttosto che da una Ffp3. Bisogna essere prudenti perché si passa velocemente all’indicazione di usare il massimo della capacità che è la Ffp3, dicendo un sacco di sciocchezze“, conclude la fonte del Cts all’agenzia di stampa Dire (www.dire.it).

Crisanti: “Non ha alcun senso”

“La mascherina è importante, la doppia mascherina non ha alcun senso”. Risponde così il virologo Andrea Crisanti, direttore del Laboratorio di Microbiologia e Virologia dell’azienda ospedaliera di Padova e docente di Microbiologia dell’ateneo cittadino, interpellato dall’agenzia Dire in merito ad una circolare diffusa questa mattina dall’Associazione nazionale dei dirigenti pubblici della scuola (Anp) del Lazio, in cui si invitano gli studenti e i docenti ad indossare la doppia mascherina in aula.

“Se gli studenti si mettono la doppia mascherina ma fanno ricreazione, mangiano insieme e poi, non potendone più, se le tolgono appena escono da scuola e non la indossano neppure sull’autobus- prosegue Crisanti- la doppia mascherina ha soltanto il significato di trasferire l’onere ad altri”. L’obiettivo della circolare, dunque, per Crisanti è “fondamentalmente quello di una tutela personale del preside, che in questo modo potrà dire ‘gli studenti non si sono infettati in classe perché avevano due mascherine’, ma questo non ha alcun impatto sulla trasmissione”.

Si potrebbe eventualmente pensare all’utilizzo in classe delle Ffp2? “La Ffp2 dovrebbe essere usata sui mezzi pubblici perché così risolviamo il problema dell’affollamento- risponde Crisanti alla Dire- tanto nessuno è in grado di stabilire se un mezzo pubblico è affollato al 20, al 30 o al 50%. Tanto vale obbligare tutti quanti ad indossare la Ffp2 sui mezzi pubblici, sicuramente ne avremmo un beneficio”.

Ma i contagi attuali da dove arrivano? Le scuole sono davvero luoghi sicuri? “Nessuno ha dimostrato che le scuole sono sicure– risponde ancora il virologo Crisanti- bisognerebbe fare uno studio per verificare determinati parametri, tipo la numerosità degli alunni nella scuola, la densità degli studenti nelle classi e la differenza di genere nelle classi. Questo perché la socialità tra gli studenti, chiaramente, ha un’importanza fondamentale insieme al pendolarismoNessuno ha mai valutato come queste varianti si impattano nella trasmissione, senza considerare che la scuola innesca tutta una serie di opportunità di contatto, che vanno dai trasporti all’aumentata frequentazione degli studenti prima e dopo la scuola. Non è che la scuola è soltanto un ambito rinchiuso tra le mura dell’edificio scolastico, quando si parla di scuola bisogna tenere presente anche tanti altri fattori, altrimenti ci prendiamo in giro“.

Il presidente del Consiglio Mario Draghi, intanto, nel suo discorso oggi in Senato ha detto che “occorre rivedere il disegno del percorso scolastico annuale” e che “il ritorno a scuola deve avvenire in sicurezza”. Come commenta? “È un’aspirazione condivisibile anche perché la didattica a distanza spaurisce le persone più disagiate e deboli, favorendo quegli studenti che magari hanno i genitori con più tempo libero da dedicargli- risponde Crisanti- favorisce i genitori che hanno un’istruzione superiore, favorisce gli studenti che hanno la possibilità di avere a disposizione gli strumenti informatici più sofisticati, favorisce coloro che hanno un accesso ad internet più veloce. È chiaro che la didattica a distanza è un elemento di divisione sociale, quindi prima si finisce meglio è”. L’aspirazione di tornare tutti a scuola in presenza per Crisanti è quindi condivisibile, ma “il problema è che dovremmo arrivare alla riapertura delle scuole consapevoli del rischio che pone ogni singola scuola– conclude il virologo- perché questo rischio è effettivamente misurabile”.