Diabete: lo sport riduce livelli di emoglobina glicata


Diabete di tipo 2: l’esercizio fisico è associato alla riduzione dei livelli di emoglobina glicata secondo una nuova ricerca scientifica

Diabete di tipo 2: l'esercizio fisico è associato alla riduzione dei livelli di emoglobina glicata secondo una nuova ricerca scientifica

Quanto più i pazienti con diabete di tipo 2 fanno esercizio fisico tanto maggiore è la riduzione dei livelli di emoglobina glicata. Sono gli esiti di una nuova analisi post-hoc dei dati raccolti durante 6 mesi di esercizio supervisionato, pubblicati nel numero di settembre della rivista Medicine & Science in Sports & Exercise.

Questa relazione dose-risposta tra esercizio fisico e riduzione dell’emoglobina glicata (HbA1c) è stata osservata in quanti hanno sostenuto un allenamento aerobico o una combinazione di esercizi aerobici e di resistenza, ma non per coloro che hanno svolto solo esercizi di resistenza, hanno affermato l’autore senior dello studio Ronald Sigal e colleghi della University of Calgary, Alberta, Canada.

«Questi risultati suggeriscono che un aumento della quantità di esercizio aerobico o combinato (aerobico e di resistenza) è associato a un maggiore miglioramento del controllo glicemico» hanno aggiunto. «Inoltre supportano le raccomandazioni relative all’attività fisica delineate nelle linee guida di pratica clinica, come quelle pubblicate dall’American Diabetes Association (nelle quali Sigal è stato anche coautore delle raccomandazioni su esercizio, attività fisica e diabete)».

Analisi post-hoc dello studio DARE
L’analisi ha utilizzato i dati raccolti dallo studio DARE (Diabetes Aerobic and Resistance Exercise), che ha randomizzato 251 pazienti con diabete di tipo 2 a seguire un programma di esercizi supervisionati della durata di 6 mesi o a mantenere le loro abitudini (questi ultimi sono stati utilizzati come controlli sedentari). I risultati originali di DARE hanno mostrato che ciascuna delle tre modalità testate di esercizio supervisionato, ovvero esclusivamente aerobico, esclusivamente di resistenza, o una combinazione di entrambi, ha determinato un calo significativo del livello medio di HbA1c rispetto ai controlli.

Lo studio originale non ha però suddiviso i pazienti in gruppi di intervento in base al livello di aderenza al programma di allenamento assegnato. La nuova analisi si è concentrata sui 185 pazienti randomizzati a uno dei tre bracci di esercizio e ha monitorato l’aderenza alla prescrizione sia dai registri auto-compilati dai pazienti che dai rapporti dei formatori che hanno supervisionato le sessioni di allenamento.

I pazienti avevano una media di 54 anni e poco più di un terzo erano donne. L’emoglobina glicata mediana al basale era di circa il 7,7%. La compliance complessiva mediana al regime di esercizio era di circa l’86%, abbastanza simile nei tre sottogruppi. L’attività fisica consisteva in una sessione di 60 minuti (inclusi riscaldamento e defaticamento) tre volte alla settimana.

Maggiori miglioramenti con più esercizio fisico
I pazienti che hanno fatto più esercizio hanno ottenuto i maggiori miglioramenti nei livelli di HbA1c: un aumento del 20% nell’aderenza alla prescrizione (per esempio due sessioni di allenamento aggiuntive al mese) è stato associato a una diminuzione dello 0,15% nei livelli glicemici (p=0,021)

Quando analizzati per tipo di esercizio, sia il sottogruppo che ha eseguito solo quello aerobico sia quello sottoposto al regime combinato hanno mostrato correlazioni significative con le riduzioni di emoglobina glicata (p=0,041), mentre non è stata osservata nessuna associazione significativa nei soggetti che facevano solo allenamento di resistenza (p=0,233).

Ulteriori analisi dei sottogruppi hanno mostrato che si sono verificate relazioni significative tra aderenza all’esercizio e riduzione della glicemia solo nei pazienti di età inferiore a 55 anni, di sesso maschile e con una HbA1c basale di almeno il 7,5%. Gli autori hanno fatto presente che il numero non elevato di pazienti coinvolti nell’analisi ne limita il potere statistico e quindi l’interpretazione dei risultati, così come la natura post-hoc dell’analisi.