Fabbrica Europa, per ripensare il contemporaneo


Dal 3 settembre a Firenze torna il Festival dedicato alle arti sceniche, con tante produzioni che incrociano settori diversi, dalla musica alla danza alla performance

Anna Teresa de Keersmaeker (ph. Max Vadukul)
A Fabbrica Europa 2020 Anna Teresa de Keersmaeker (ph. Max Vadukul)

Il festival fiorentino più votato alla contemporaneità scenica, Fabbrica Europa, non si lascia intimorire dall’emergenza Covid. Slittato di un paio di mesi rispetto alla norma, ambientato definitivamente al Parc, il Centro di arti performative alle Cascine, alla sua ventisettesima edizione il composito evento si lascia alle spalle la storica sede della Stazione Leopolda e  imbandisce un programma mosso dalle potenzialità delle relazioni tra danza, performance, musica, sonorità e natura, spazio aperto. 

Dal 3 settembre all’8 ottobre trova vita, forme, formati, sonorità, poetiche e narrazioni all’interno e all’esterno del PARC, in scorci verdi del Parco delle Cascine, sul palco del Teatro Studio di Scandicci (grazie alla collaborazione con Fondazione Teatro della Toscana), del Teatro Puccini e del Teatro Cantiere Florida. E ricorda il racconto di oltre vent’anni di vita grazie alla videoinstallazione di Tommaso Arosio, “Dancewall”, che racconta i momenti epici della manifestazione, passati e attuali, proiettandoli sulle pareti della sala del Parc.

Viste le difficoltà create dalla pandemia il festival ha aperto le sue porte principalmente ad artisti italiani, anche se l’inizio è nel segno di una delle principali coreografe internazionali, Anne Teresa De Keersmaeker, che apre la rassegna con il suo “Violin Phase”, performance che a 38 anni di vita brilla ancora per originalità e genialità. Interpretata da Yuika Hashimoto e Soa Ratsifandrihana, la pièce va in scena nel suggestivo spazio delle Otto Viottole delle Cascine, dal 3 al 5 settembre con tre repliche al giorno.

Alessandro Sciarroni "Save the last dance for me" Ph Claudia Borgia Chiara Bruschini
Alessandro Sciarroni “Save the last dance for me” Ph Claudia Borgia Chiara Bruschini

Il cartellone dedicato alla danza, curato da Maurizia Settembri, vede poi Enzo Cosimi, che presenta un dittico dalla trilogia sulla diversità, “I love my sister” (Parc, 19 settembre) e “La bellezza ti stupirà” (Teatro Studio, 2 ottobre), che nasce da un’indagine sulla figura dell’homeless. Tra le tantissime proposte (per il programma completo www.fabbricaeuropa.net) anche Cristina Kristal Rizzo con due lavori, “V/N / Variazioni criminali” e “Toccare, the white dance”, il 21 settembre e il 4 ottobre al teatro Studio di Scandicci. Da ricordare l’innesto tra il lavoro coreografico di Daniele Ninarello con il mondo musicale di Cristina Donà e del musicista Saverio Lanza (17, 18 settembre al Teatro Studio). 

Chiude il Festival Alessandro Sciarroni con Save the last dance for me, uno studio tra la danza e l’antropologia con cui il coreografo ha ridato vita a un ballo bolognese in via di estinzione, la Polka Chinata, danza di corteggiamento eseguita da soli uomini risalente ai primi del ‘900 (PARC, 8 ottobre).

Cristina Donà con il duo Ninarello e Lanza (ph Caselli Nirmal)
Cristina Donà con il duo Ninarello e Lanza (ph Caselli Nirmal)

La parte musicale, curata da Maurizio Busia, vede il concerto di Aly Keita, il balafonista più conosciuto nel mondo, insieme al batterista afroamericano Hamid Drake e al vibrafonista Pasquale Mirra (Festival au Désert, Parc, 5 settembre). Andrea Laszlo De Simone insieme a otto musicisti sarà sul palco del Puccini per presentare il suo nuovo lavoro “Immensità” (11 settembre), mentre Gianni Maroccolo presenta la prima messa in scena live del suo album “Alone”, qui declinato come “Alone not alone” visto che lo vede in compagnia di Giorgio Canali e Edda.

Per il programma completo www.fabbricaeuropa.net