Linfoma della zona marginale, zanubrutinib efficace


Linfoma della zona marginale: tasso di risposte promettente con zanubrutinib secondo i risultati di uno studio preliminare su 20 pazienti

Linfoma della zona marginale: tasso di risposte promettente con zanubrutinib secondo i risultati di uno studio preliminare su 20 pazienti

Il trattamento con l’inibitore della tirosin chinasi di Bruton (BTK) di nuova generazione zanubrutinib si è associato a tassi di risposta incoraggianti in uno studio preliminare su 20 pazienti con linfoma della zona marginale presentato al congresso virtuale della European Hematology Association (EHA).

Ma non solo. In un’altra analisi che ha visto protagonista zanubrutinib, il nuovo inibitore di BTK ha fornito evidenze preliminari di attività in combinazione con rituximab in uno studio preliminare su pazienti con diversi tipi di linfoma non-Hodgkin. Una terza analisi ha permesso di identificare alcuni biomarcatori di risposta in pazienti con un particolare tipo di linfoma non-Hodgkin.

Zanubritinib nei pazienti con linfoma della zona marginale
I primi dati presentati all’EHA sui pazienti con linfoma della zona marginale ricaduto o refrattario provengono da una coorte arruolata in uno studio clinico multicentrico di fase 1/2, in aperto, su pazienti con neoplasie delle cellule B trattati con zanubrutinib.

Dei 20 pazienti con linfoma della zona marginale arruolati, 9 avevano una malattia extranodale, cinque un coinvolgimento linfonodale e sei un coinvolgimento splenico.

Al 29 gennaio 2020, con un follow-up mediano di 27,1 mesi, 12 pazienti erano ancora in trattamento. Il tasso di risposta obiettiva (ORR) è risultato dell’80% (IC al 95% 56,3-94,3), con un tasso di risposta completa del 15% e un tasso di risposta parziale del 65%.

Da sottolineare che i pazienti con linfoma della zona marginale con coinvolgimento linfonodale hanno mostrato un ORR del 100% (IC al 95%: 47,8-100,0).

Il tempo mediano di risposta è stato di 2,8 mesi e, a 18 mesi, il 66,2% dei pazienti responsivi risultava ancora rispondere al trattamento (IC al 95% 32,4-86). La sopravvivenza libera da progressione (PFS) a 24 mesi è risultata del 59,4%.

Gli eventi avversi più frequenti di grado pari o superiore a 3 sono stati anemia (10%), neutropenia (15%) e piressia (10%).

Zanubrutinib più rituximab nel linfoma non-Hodgkin recidivato/refrattario
All’EHA sono stati presentati anche i risultati di uno studio di fase 2 a singolo braccio nel quale si è valutato zanubrutinib in combinazione con rituximab in pazienti con diversi tipi di linfoma non-Hodgkin recidivato/refrattario.

L’analisi ha riguardato 41 pazienti, di cui 20 con linfoma diffuso a grandi cellule B non del sottotipo ‘germinal-center B-cell-like’ (GCB), trattati in precedenza con un’antraciclina, con o senza rituximab, 16 con linfoma follicolare già sottoposti ad almeno una terapia e cinque con linfoma della zona marginale, anch’essi già sottoposti ad almeno una terapia.

Dopo un follow-up mediano di 10,28 mesi, 14 pazienti erano ancora nello studio.

L’ORR nei pazienti con linfoma diffuso a grandi cellule B non-GCB è risultata del 35% (IC al 95%,15,4-59,2); un paziente ha ottenuto una risposta completa e sei hanno avuto risposte parziali. La PFS in questo sottogruppo è risultata di 3,38 mesi.

L’ORR nei pazienti con linfoma follicolare recidivato/refrattario è risultato del 56,3% (IC al 95% 29,9-80,2), con tre risposte completa e sei risposte parziali. La PFS mediana in questo sottogruppo non era stimabile.

Nei pazienti con linfoma della zona marginale recidivato/refrattario, l’ORR è risultato del 60% (IC al 95% 14,7-94,7), con una risposta completa e due risposte parziali. Anche in questo caso la PFS non era stimabile.

Il 97,6% dei pazienti ha manifestato almeno un evento avverso, il più comune dei quali è risultato la riduzione della conta dei neutrofili. Eventi avversi di grado 3 o superiore sono stati osservati nel 46,3% dei pazienti.

Biomarcatori di risposta in un sottotipo di linfoma
Al congresso europeo è stato presentato anche uno studio in cui sono stati analizzati i dati di quattro diversi trial clinici per identificare i biomarcatori di risposta alla monoterapia con zanubrutinib rispetto alla terapia combinata, in pazienti con linfoma diffuso a grandi cellule B non-GCB, ricaduto refrattario.

In due degli studi analizzati, zanubrutinib è stato valutato somministrato in monoterapia, mentre negli altri due in combinazione con un anticorpo anti-CD20.

Sono stati inclusi nell’analisi in totale 121 pazienti, di cui 79 provenienti dagli studi sulla monoterapia e 42 dagli studi sulle combinazioni. In tutti e quattro gli studi, l’ORR è risultato simile, in media del 29,8%, mentre la PFS mediana è risultata compresa tra 2,8 e 4,9 mesi e la sopravvivenza globale (OS) mediana compresa fra 8,4 e 11,8 mesi.

Tra i 49 pazienti con linfoma diffuso a grandi cellule B, del sottotipo a cellule B attivateconfermato tramite gene expression profiling (GEP), l’ORR è risultato superiore (42,9%) rispetto a quello dei pazienti con linfoma diffuso a grandi cellule B non-GCB, e simile negli studi sulla monoterapia (42,1%) e in quelli sulla terapia di combinazione (45,5%).

Tra i 56 pazienti con linfoma diffuso a grandi cellule B non- GCB, con profili di espressione genica HTG, l’espressione di PAX5 è risultata maggiore tra i pazienti che avevano risposto alla monoterapia rispetto a chi non aveva risposto al trattamento.

L’espressione di PIM1, BCL2 e FOXP1, al contrario, è risultata più frequente in coloro che avevano risposto alla terapia combinata rispetto a quelli che non rispondevano.

I pazienti aventi una doppia espressione di MYC e BCL2 hanno mostrato una tendenza verso un ORR più elevato (dal 61% al 29%) e una PFS più lunga (5,2 contro 3,6 mesi) e una OS di 10 mesi contro 7 mesi.

Dei 77 pazienti di cui erano noti i dati del sequenziamento di nuova generazione (NGS), coloro che avevano mutazioni di CD79B hanno mostrato di avere un ORR più elevato rispetto a quelli senza mutazione (60% contro 26,9%).

Zanubrutinib
Zanubritinib è un inibitore irreversibile della tirosina chinasi di Bruton (BTK). La BTK è una molecola fondamentale del complesso di segnalazione del recettore delle cellule B che gioca un ruolo importante nella sopravvivenza delle cellule B tumorali. Il farmaco è in grado di bloccare i segnali che stimolano queste cellule a crescere e a dividersi in modo incontrollato.

Bibliografia

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Q.Zhang et al., Zanubrutinib (bgb-3111) in combination with rituximab in patients with relapsed/refractory non-hodgkin lymphoma. 25EHA Abstract: EP1271 leggi

H. Yang et al., Biomarker identification in relapsed/refractory non-germinal center b-cell–like diffuse large b-cell lymphoma treated with zanubrutinib, 25 EHA, Abstract: EP1246 leggi