Antonino Fontana pubblica “La Rosa di Stilo”


Antonino Fontana online e da settembre anche in libreria con “La Rosa di Stilo”: un romanzo dal ritmo incalzante che vi terrà… sulle spine

Antonino Fontana pubblica "La Rosa di Stilo"

Stilo è uno dei borghi più belli d’Italia ma anche terra da sempre funestata da guerre di ’ndrangheta tra cosche rivali. E infatti “quella non è una zona qualunque”, tanto per chi muore quanto per chi indaga. Lo sa bene il vice questore Celeste Iarìa che, all’indomani del ritrovamento del corpo di una donna dalla pelle olivastra finita in mille pezzi sotto un cavalcavia, si ritrova a dover far luce sull’accaduto. E mentre qualcuno ipotizza un tragico incidente, un dettaglio attira subito il fiuto investigativo della protagonista: la donna aveva il tatuaggio di un teschio dentro una rosa, un disegno non casuale, ritrovato anni prima su un cadavere che fece molto discutere, perché al centro di un’oscura trama tra ’ndrangheta e scienziati col pallino di esperimenti estremi.

Non ci sarebbe così tanta fretta di risolvere il caso se non fosse per il fatto che poco tempo dopo i cadaveri diventano quattro, tra cui quello di un famoso boss, trovato su un treno, protagonista della guerra tra le famiglie Sangregorio e i Vartolo-Carnovale che ha infiammato le terre calabresi fino a un anno prima. Sul treno che incrocia quello “maledetto” del boss, viaggiano il signor Tommaso Campanella, un anziano che ha poco da perdere e molto da raccontare e ascoltare, e il dottor Rocco Sabinis, un rosicoltore con una missione delicata. A mettere sul giusto binario Iarìa e la sua squadra è la soffiata: “Capsule gialle e blu…”, forse in possesso del boss ucciso o tra le mani di gente che ha ben pochi scrupoli a servirsene per i propri progetti folli…

Un romanzo dal ritmo incalzante che vi terrà sulle spine (nel senso più letterale del termine) e che, pagina dopo pagina, vi farà affezionare ad una protagonista totalmente fuori dalle convenzioni.

Antonino Fontana, reggino, architetto prima a Milano e poi a Vienna, presto abbandona l’attività per dedicarsi alla propria libera ricerca artistica sulla natura e le sue rappresentazioni. Unus vestrum me traditurus est (Umberto Alle-mandi & C., Torino, 1999) è uno dei risultati del linguaggio cognitivo universale di quel “periodo ermeneutico”. Ha vissuto in cento luoghi diversi, reali e letterari, negli ultimi anni è tornato a vivere a Reggio Calabria e oltre a scrivere si è specializzato nella progettazione di costruzioni d’acciaio. Cane crudo (Robin Edizioni, Torino, 2015) è il suo romanzo d’esordio. Da un anno vive e lavora a Roma.

Il libro è acquistabile in formato e-Book e cartaceo in libreria a partire da settembre.