Artrite reumatoide: tofacitinib contro la depressione


Tofacitinib migliora depressione ed ansia nei pazienti con artrite reumatoide: l’analisi presentata al congresso virtuale EULAR 2020

Tofacitinib migliora depressione ed ansia nei pazienti con artrite reumatoide: l'analisi presentata al congresso virtuale EULAR 2020 

Depressione e ansia sono delle comorbidità comuni nei pazienti con artrite reumatoide (AR), l’ansia è presente nel 38.8% di questa popolazione. Un’analisi post hoc presentata al congresso virtuale EULAR 2020 ha evidenziato che il trattamento con tofacitinib apporta miglioramenti su depressione e ansia maggiori rispetto ad adalimumab o placebo.

La presenza di depressione e ansia può portare a peggioramento dell’attività di malattia e della qualità di vita nei pazienti con AR, oltre che a riduzione delle capacità funzionali e dell’efficacia del trattamento.È stata anche riportata un’associazione tra gravità della depressione e attività di malattia.

Anche se non è ancora noto il meccanismo che associa ansia e depressione all’AR, sono stati mostrati alcuni meccanismi patofisiologici che potrebbero essere coinvolti; in un recente studio l’aumento dei livelli delle citochine proinfiammatorie IL-6 e IL-17, che sono ben conosciute per essere coinvolte nella patofisiologia dell’AR, sono state associate a sintomi depressivi in pazienti con questa malattia.

Un team multicentrico americano guidato da Gustavo Citera, Dipartimento di Reumatologia, Istituto di riabilitazione psicofisica di Buenos Aires, ha valutato sia il probabile disturbo depressivo maggiore (pMDD) sia il probabile disturbo d’ansia generalizzato (pGAD) nei pazienti con AR trattati con tofacitinib e l’efficacia al basale di questo farmaco sullo stato pMDD/pGAD.

I ricercatori hanno eseguito un’analisi post hoc di un pool di dati derivanti da pazienti con AR che hanno ricevuto tofacitinib, adalimumab (ADA) o placebo da 5 studi di fase 3 (Oral Step, Oral Sync, Oral Solo, Oral Standard, Oral Scan) e 1 di fase 3b/4 (Oral Strategy).
Sono stati riportati dati demografici e caratteristiche di base stratificati per stato al basale pMDD/pGAD (SF-36 MCS (indice di salute mentale) ≤38, presenza;> 38, assenza).

Il questionario SF-36, che si basa su misure riportate dai pazienti per valutare lo stato generale di malattia, nel punteggio MCS (mental component summary) ≤38 può identificare un probabile disturbo depressivo maggiore e/o un probabile disturbo d’ansia generalizzato (pMDD/pGAD) in pazienti con AR.

I ricercatori hanno anche stimato una variazione nei mesi 3, 6, 9 e 12 per ogni gruppo di trattamento nel punteggio MCS SF-36 rispetto al basale e la percentuale di pazienti con pMDD e pGAD.
Sono stati anche confrontati i risultati di efficacia ai mesi 3, 6 e 12 all’interno dei gruppi di trattamento attraverso lo stato pMDD e pGAD al basale.

Gli outcome utilizzati per la valutazione dell’efficacia sono stati: la percentuale di pazienti che ha raggiunto le risposte ACR 20/50/70; la remissione di malattia, definita in base al punteggio DAS28-[ERS]<2,6); la variazione del punteggio relativo al questionario sulla disabilità (Health Assessment Questionnaire-Disability Index: HAQ-DI).

L’analisi ha incluso 1.953, 1.198, 581 e 672 pazienti che hanno ricevuto tofacitinib 5 mg BID, tofacitinib 10 mg BID, adalimumab e placebo, rispettivamente.
I ricercatori hanno riscontrato un disturbo depressivo maggiore al basale o un disturbo d’ansia generalizzato nel 44,5% dei pazienti trattati con tofacitinib 5 mg BID (due volte al giorno) 5 mg, nel 39,8% dei soggetti trattati con tofacitinib 10 mg BID, nel 45,4% dei pazienti trattati con ADA 40 mg Q2W e nel 39,1% dei pazienti nel braccio placebo.

Lo studio ha anche evidenziato che i pazienti che probabilmente soffrono di entrambi i disturbi psichiatrici presentavano una CRP basale più alta e disabilità, affaticamento, dolore e sonno peggiori rispetto ai pazienti che non presentano questi disturbi.

L’incremento del punteggio SF 36 MCS è stato significativamente più elevato nei pazienti che hanno ricevuto: 1) entrambi le dosi di tofacitinib o adalimumab rispetto al placebo fino a 6 mesi; 2) entrambe le dosi di tofacitinib verso adalimumab ai mesi 3 e 6, e tofacitinib 10 mg BID rispetto ad adalimumab al mese 9; 3) tofacitinib 10 mg rispetto a 5 mg BID al mese 3.

La percentuale di pazienti con pMDD/pGAD al basale che ha continuato ad avere questi disturbi si è ridotta nel tempo. Inoltre, questa percentuale era generalmente più bassa nei gruppi tofacitinib rispetto ai pazienti trattati con placebo o ADA.
E’ stato anche osservato che, indipendentemente dallo stato al basale, l’efficacia era simile per tofacitinib 5mg e 10mg BID.

I tassi di remissione clinica, definita in base al punteggio DAS28-[ERS] <2,6), sono risultati significativamente più elevati nei pazienti con e senza pMOD/pGAD a 6 mesi (solo tofacitinib 5 mg BID, p=0.0199) e a 12 mesi (tofacitinib 5 mg BID, p=0.0073; tofacitinib 10 mg BID, p=0.0268; adalimumab, p=0.0099). Gli autori hanno riportato che circa il 40% dei pazienti con AR aveva pMDD/pGAD al basale; i miglioramenti dell’SF-36 MCS sono stati maggiori per tofacitinib rispetto a placebo o ADA.

Con tofacitinib, la percentuale di pazienti con MCS-SF-36 ≤38 si è ridotta di circa il 60% al mese 12 e l’efficacia di tofacitinib è risultata simile nei pazienti con o senza pMDD/pGAD al basale.

Le limitazioni di questo studio includono l’uso dell’SF-36 MCS per identificare la probabile MDD o GAD confermata; sono necessarie ricerche future utilizzando interviste psichiatriche gold standard per convalidare l’uso dell’SFS 36 MCS ≤38 “.