Linfoma periferico a cellule T, geptanolimab efficace


Linfoma periferico a cellule T recidivante, risultati promettenti con geptanolimab in uno studio multicentrico di fase 2 presentato al meeting AACR

Linfoma periferico a cellule T recidivante, risultati promettenti con geptanolimab in uno studio multicentrico di fase 2 presentato al meeting AACR

L’anticorpo monoclonale anti-PD-1 geptanolimab è risultato efficace e sicuro nel trattamento di pazienti con linfoma periferico a cellule T recidivato o refrattario, in uno studio multicentrico di fase 2 presentato al meeting annuale virtuale dell’American Association for Cancer Research (AACR).

«Geptanolimab si configura come una nuova opzione di trattamento per I pazienti con linfoma periferico a cellule T, specie se con combined positive score per l’espressione di PD-L1 pari almeno a 50» ha commentato Yuan-Kai Shi, del National Cancer Center/National Clinical Research Center for Cancer/Cancer Hospital di Pechino, durante la sua presentazione.

Lo studio

Shi e i colleghi hanno valutato efficacia e sicurezza del farmaco, alla dose di 3 mg/kg ev ogni 2 settimane fino alla progressione della malattia o alla comparsa di grave tossicità, in 102 pazienti (per il 70% di sesso maschilee e con un’età mediana di 52,5 anni), arruolati in 23 centri cinesi.

Il tasso di risposta obiettiva (ORR) era l’endpoint primario del trial, mentre rientravano fra gli endpoint secondari la durata della risposta, il tempo di risposta, il tasso di controllo della malattia, la sopravvivenza libera da progressione (PFS), la sopravvivenza globale (OS), la sicurezza e l’immunogenicità.

La risposta al trattamento è stata valutata secondo i criteri della classificazione di Lugano del 2014 da revisori indipendenti. Le visite di follow-up erano previste ogni 6 settimane durante il primo anno e poi ogni 12 mesi.

Il follow-up mediano era di 3,98 mesi (range: 0,3-15,63).

Malattia sotto controllo nel 56% dei casi
L’ORR è risultato del 36,3% (IC al 95% 26,9-46,3); 11 pazienti (il 10,8%) hanno ottenuto una risposta completa e 26 (il 25,5%) una risposta parziale. Il tasso di controllo della malattia è risultato pari a 55,9% (IC al 95% 45,7-65,7).

La durata mediana della risposta è stata di 6,8 mesi, il tempo mediano di risposta pari a 4 mesi e la PFS mediana pari a 2,7 mesi. Al momento del cutoff dei dati, invece, l’OS mediana non era ancora stata raggiunta.

Un’analisi per sottogruppi ha evidenziato una efficacia del farmaco sovrapponibile a prescindere da età, genere, stadio clinico e numero di linee di trattamento già effettuate.

Nei pazienti trattati precedentemente senza successo con l’inibitore delle istone deacetilasi (IDH) cidamide (un farmaco sviluppato in Cina), l’ORR è risultato del 33,3%.

Inoltre, l’ORR è risultato del 58,3% nei pazienti con linfoma anaplastico a grandi cellule ALK-negativo, 42,9% in quelli con linfoma anaplastico a grandi cellule ALK-positivo, 40,9% in quelli con linfoma a cellule T/NK extranodale (ENKTL), 28,2% in quelli con ENKTL di tipo nasale, 31,8% in quelli con linfoma periferico a cellule T non altrimenti specificato e altri tipi.

Gli eventi avversi legati al trattamento riscontrati più comunemente sono stati riduzione della conta leucocitaria (18,6%), febbre (14,7%) e anemia (13.7%); inoltre, il 35,3% dei pazienti ha presentato tossicità di tipo immunologico, il 10,8% delle quali di grado 3 o superiore.