Tornata in Sicilia l’aquila di Bonelli “marcata”


Lolla, la giovane Aquila di Bonelli che si era spostata in Calabria durante la prima fase della sua dispersione, è tornata in Sicilia

Esemplare di Aquila di Bonelli trasferito dalla provincia di Agrigento al Parco Regionale di Tepilora, in provincia di Nuoro per ripopolare l'Isola

E’ tornata a casa Lolla, la giovane Aquila di Bonelli che si era spostata in Calabria durante la prima fase della sua dispersione a fine luglio dello scorso anno. Lo scorso 10 marzo, dopo aver trascorso 7 mesi “in continente”, soprattutto nelle vallate della provincia di Crotone, l’esemplare ha deciso di tornare in Sicilia.
Questo dato è rilevante ai fini della conoscenza della popolazione siciliana di questa specie, perché si tratta dell’unica popolazione nidificante in Italia*, e questo potrebbe consentire il ritorno naturale del rapace anche nelle altre regioni italiane in cui è estinta da tempo a causa dell’uomo.  L’evento dimostra anche quanto risulti idonea la Sicilia, ricca di ambienti capaci di garantire il successo riproduttivo delle coppie di questo splendido rapace.
Attualmente la popolazione siciliana di Aquila di Bonelli conta più di 45 coppie riproduttive, un numero entusiasmante visto il dato di partenza, frutto del progetto LIFE ConRaSi coordinato dal WWF Italia e cofinanziato dalla UE, dall’impegno della Regione Siciliana, dei Carabinieri e del Corpo Forestale Regionale, oltre che del Gruppo Tutela Rapaci.
Dal 2017 la squadra di tecnici italo-spagnola del Life ConRaSi  ha “marcato”(apponendo anelli colorati alle zampe che ne consentono l’identificazione a distanza  e trasmettitori satellitari GSM/GPS sulla groppa) 28 giovani aquile (tra le quali Lolla), consentendo di raccogliere dati sull’area di dispersione dei giovani nati, le caratteristiche ecologiche della specie, i cosiddetti “tassi di sopravvivenza” di questo rapace rappresentativo degli ambienti mediterranei e a rischio d’estinzione in Italia. Tutte informazioni indispensabili alla scelta delle misure di conservazione più efficaci.
*Attualmente in Sardegna è attivo un progetto di reintroduzione della specie, coordinato da GREFA e gestito dall’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale –ISPRA