Coronavirus: Moderna sviluppa il primo vaccino


La biotech Moderna ha sviluppato il primo lotto di mRNA-1273, vaccino contro il nuovo coronavirus: tra un mese via ai test sull’uomo

La biotech Moderna ha sviluppato il primo lotto di mRNA-1273, vaccino contro il nuovo coronavirus: tra un mese via ai test sull'uomo

La società biotecnologica Moderna ha annunciato di aver rilasciato il primo lotto di mRNA-1273, il vaccino per uso umano sviluppato dalla stessa società contro il nuovo coronavirus. Le fiale di mRNA-1273, da utilizzare nel previsto studio di Fase 1 negli Stati Uniti, sono state spedite al National Institute of Allergy and Infectsious Diseases (NIAID), una parte del National Institutes of Health (NIH). Le azione dell’azienda stanno volando alto, il titolo della biotech ha chiuso le contrattazioni after hour in rialzo del 16%.

Il vaccino in sviluppo dalla biotech Moderna

Non ci sono vaccini ad oggi approvati per il nuovo coronavirus che da qualche giorno è presente anche in Italia e sta causando diversi infetti ed anche alcuni decessi. La grande sfida oggi, oltre alla terapia antivirale, è rivolta al vaccino in merito al quale ci sono delle novità. Il vaccino a mRNA è stato infatti realizzato in soli 25 giorni, è stato valutato in test di laboratorio e anche nell’animale ed è pronto per essere testato nell’uomo.

Si chiama mRNA-1273 ed è un vaccino a mRNA contro il nuovo coronavirus che codifica per la proteina virale Spike (S). E’ stato realizzato dalla società biotecnologica Moderna in collaborazione con il National Institutes of Health e la sua realizzazione è stata finanziata dal Center for Epidemic Preparedness and Innovations ( CEPI).

La mappa 3D del virus ha mostrato la proteina detta spike (S) del coronavirus, la chiave di accesso con cui il virus riesce a entrare nelle cellule sane. Il complesso proteico S è necessario per la fusione della membrana e l’infezione delle cellule ospiti ed è stato il bersaglio di vaccini contro i coronavirus responsabili della sindrome respiratoria mediorientale (MERS) e della sindrome respiratoria acuta grave (SARS).

Colpire la proteina spike serve a bloccare il riconoscimento della proteina ospitante nella cellula umana sana e chiudere l’ingresso del coronavirus alla cellula. Il 13 gennaio, il team di ricerca sulle malattie infettive di NIH e Moderna ha completato la sequenza per il vaccino 2019-nCoV e Moderna si è mobilitata verso la produzione clinica. Il primo lotto clinico, incluso il riempimento e la finitura delle fiale, è stato completato il 7 febbraio.

Come spiega Pharmastar questo vaccino a mRNA è stato progettato e prodotto in 25 giorni ed è sottoposto a test analitici prima del rilascio per l’uso nella sperimentazione clinica di Fase 1 che sarà a breve realizzata negli Stati Uniti. Anthony Fauci, direttore dell’Istituto Nazionale americano di allergia e di malattie infettive, ha dichiarato al Wall street Journal che si aspetta di far partire la sperimentazione su circa 20-25 pazienti sani ad aprile e di avere a disposizione i primi risultati tra luglio e agosto.

Chi è Moderna?

Moderna è una biotech privata che ha fatto passi da gigante negli anni, da quando è nata nel 2010 ed era quasi sconosciuta ad oggi che è alla ribalta per questo nuovo vaccino in sviluppo. E’ stata fondata nel 2009 da Derrick Rossi, professore alla facoltà di Medicina di Harvard specializzato in cellule staminali, sotto la guida di Robert Langer, uno degli scienziati e imprenditori più rispettati negli Stati Uniti.

Con sede a Cambridge, nel Massachusetts, Moderna è una società specializzata nella scoperta e nello sviluppo di farmaci basati sull’RNA messaggero. Proprio per questo, il suo nome originario era ModeRNA.  Si occupa dello sviluppo anche di altri vaccini come quello contro il citomegalovirus, il virus di Epstein-Barr, il virus Respiratorio Sinciziale.

Nel marzo 2013, Moderna e AstraZeneca hanno firmato un accordo esclusivo di cinque anni, con un pagamento anticipato di 240 milioni di dollari, a Moderna per scoprire, sviluppare e commercializzare le terapie dell’mRNA per il trattamento di gravi malattie cardiovascolari, metaboliche e renali, nonché obiettivi selezionati in oncologia.

Nel giro di due anni Moderna ha raccolto circa un miliardo di dollari grazie a collaborazioni di ricerca e a gennaio 2015 ha lanciato Valera, un’impresa focalizzata esclusivamente sull’avanzamento di vaccini e terapie per la prevenzione e il trattamento delle malattie virali, batteriche e parassitarie.

Ha quindi collaborato anche con Merck per la scoperta e lo sviluppo di vaccini contro le malattie virali e a maggio 2015 ha lanciato Elpidera, un’impresa focalizzata esclusivamente sullo sviluppo di medicinali a base di RNA messaggero (mRNA) per il trattamento di malattie rare e a seguire Caperna, focalizzata sui vaccini personalizzati per il cancro.

Dal 2018 ha deciso di quotarsi in borsa ed oggi la notizia di aver sviluppato un vaccino contro il coronavirus porterà le sue azioni molto in alto. Il titolo dell’azienda biotecnologica ha chiuso le contrattazioni after hour in rialzo del 16%.

Prima che venisse comunicata la notizia del vaccino contro il coronavirus, il titolo Moderna ha chiuso in positivo dell’1,94%, in una giornata nera per il Nasdaq che ha ceduto il 3,89%.

Identikit dei coronavirus e di nCoV-2019

I coronavirus sono una famiglia di virus che può portare a malattie respiratorie, tra cui la sindrome respiratoria del Medio Oriente (MERS) e la sindrome respiratoria acuta grave (SARS). I coronavirus vengono trasmessi tra animali e persone e possono evolversi in ceppi non precedentemente identificati nell’uomo.

Il nuovo coronavirus, nCoV-2019, è stato identificato il 7 gennaio 2020 come la causa dei casi di polmonite a Wuhan, nella provincia cinese di Hubei. Le stime dell’Organizzazione mondiale della sanità ad oggi indicano che ci sono più di 80.000 casi confermati, circa 2700 decessi ma anche più di 27.000 persone guarite in tutto il mondo. I casi sono in aumento anche in Italia, terzo paese al mondo per numerosità di pazienti infetti: 280 casi, 7 morti e 1 persona guarita.

È probabile che il numero sospetto di infezioni sia sostanzialmente più elevato. È importante notare che non esiste ancora una buona comprensione del tasso di infezione asintomatica.