Il calcio in lutto per la morte di Giovanni Custodero


Morto Giovanni Custodero, il calciatore 27enne che aveva scelto la sedazione profonda: era stanco dei dolori provocati dal sarcoma osseo diagnosticatogli 4 anni fa

Morto Giovanni Custodero, il calciatore 27enne che aveva scelto la sedazione profonda

È morto questa mattina Giovanni Custodero, il calciatore 27enne originario di Fasano in provincia di Brindisi – che qualche giorno fa aveva deciso di annunciare sui social la scelta della sedazione profonda perché stanco dei dolori provocati dal sarcoma osseo diagnosticato 4 anni fa. Il 27enne aveva militato nella serie C2 di calcio a cinque vestendo il ruolo di portiere nel Cocoon Fasano. Poi la malattia, che gli aveva provocato non solo cure pesanti e diversi interventi chirurgici ma anche l’amputazione di una gamba. Lunedì scorso aveva annunciato su Facebook la scelta del coma farmacologico per alleviare gli atroci dolori. “Eccoci arrivati alla battaglia finale, siamo io e lui, uno dinanzi all’altro e io lo guardo in faccia – aveva scritto in un post – capisco che è forte dell’energia con la quale l’ho nutrito in questi anni. Mentre io sono ormai stanco”.

IL SINDACO DI FASANO: “GIOVANNI È  UN ESEMPIO DI GRANDE FORZA”

“Giovanni Custodero è diventato in questi anni il simbolo di quanti lottano ogni giorno contro la malattia e la sofferenza, con una forza d’animo che è di esempio per tutti. A nome mio personale e di tutta la città, che in queste ore sta manifestando alla famiglia tutta la sua vicinanza, con un calore e un affetto che mi rendono orgoglioso di esserne alla guida, voglio abbracciare idealmente lui, i suoi cari e tutti quanti stanno affrontando un percorso di dolore, dandoci esempio di amore per la vita, supremo bene”. Così, alla agenzia Dire (www.dire.it), il sindaco di Fasano– paese in provincia di Brindisi, Francesco Zaccaria esprime il suo cordoglio per la morte di Giovanni Custodero. Il portiere è morto la scorsa notte. Viveva a Pezze di greco, frazione di Fasano.

“I nostri affanni quotidiani e le nostre discussioni appaiono trascurabili piccolezze di fronte a un attaccamento alla vita e ai valori umani come quello che il nostro guerriero ha dimostrato, avvalendosi dei nuovi strumenti di comunicazione che affascinano i giovani”, aggiunge Zaccaria e conclude: “Invito pertanto tutti a stare ancora più vicini ai tanti guerrieri che vivono nella sofferenza ma nella speranza. Coraggio”.