Premio Morrione: vince un’inchiesta fruibile su Instagram


Un’inchiesta totalmente fruibile su Instagram e un viaggio nelle città italiane: “Un gioco di società” vince il premio Morrione

Un’inchiesta totalmente fruibile su Instagram e un viaggio nelle città italiane: "Un gioco di società" vince il premio Morrione

Un’inchiesta totalmente fruibile su Instagram e un viaggio nelle città italiane. E non solo. ‘Un gioco di società’ è un progetto unico nel suo genere: raccontare il modello di sviluppo socio-urbanistico del nostro Paese utilizzando le funzioni e le strutture del social network più gettonato degli ultimi anni. Una scommessa che è valsa agli autori Maurizio Franco, Matteo Garavoglia e Ruggero Scotti il prestigioso premio giornalistico televisivo Roberto Morrione per la categoria ‘inchiesta sperimentale’.

Un premio che – oltre a ricordare un grande professionista dell’informazione come
Roberto Morrione e a riconoscere 2.000 euro ai vincitori – finanzia la realizzazione di vere e proprie inchieste a giornalisti under 30.

“Ci siamo chiesti: qual è la forma più efficace per analizzare le trasformazioni delle nostre città?- ha dichiarato alla Dire (www.dire.it) Maurizio Franco– e abbiamo pensato ad Instagram, così da combinare le interazioni di una piazza virtuale con le esperienze dirette di chi attraversa quotidianamente le piazze off-line delle nostre metropoli”.

Napoli, Roma e Milano sono le protagoniste di ‘Un gioco di società‘. Processi come la turistificazione e la gentrificazione sono il cuore dell’inchiesta, che ha un profilo principale da cui è possibile esplorare le tre città prese in esame attraverso un tag. Un click e si viene catapultati in un altro profilo: ogni passaggio rappresenta un livello del gioco ed evidenzia la progressione delle metamorfosi in atto. Napoli è agli esordi, Roma è il campo di battaglia e Milano è dove l’impero colpisce ancora. Le stories introducono ogni tassello del puzzle.

“Instagram offre una miriade di opportunità. Utilizzando le foto, i video e le infografiche è possibile scavare nei fatti e riportare una storia nella sua complessità- ha detto Matteo Garavoglia– il nostro intento è arrivare dove l’informazione tradizionale non arriva raggiungendo il pubblico più ampio disponibile”.

Oltre agli autori, la squadra è composta da Lorenzo Fargnoli, che ha ideato il progetto social dell’inchiesta; Marco Mastrandrea per le riprese video, il montaggio e le fotografie e da Stefano Sbrulli che ha curato le grafiche. L’idea è nata all’interno del Centro di Giornalismo Permanente, un consorzio di giovani giornalisti freelance che intende rivoluzionare il mondo dell’informazione, con l’obiettivo di “produrre materiali d’inchiesta, analisi e reportage che non seguano i ritmi della cronaca ma siano parte di una visione più accurata di determinati aspetti della società attuale”, come si legge sulla pagina Facebook del gruppo.

“Non ci fermeremo qui. Abbiamo altri progetti in campo e vogliamo sperimentare ancora” ha dichiarato Lorenzo FargnoliIntanto il gruppo ha lanciato una campagna di crowdfunding su Produzioni dal Basso per sostenere il secondo capitolo del lavoro: le città proibite. “Non sarà una copia della precedente fatica- ha concluso Fargnoli– abbiamo delle chicche che vi mostreremo a tempo debito”.