Caso Gregoretti: Salvini non teme il processo


Caso Gregoretti, Salvini non teme il processo: “Mi processeranno? E chissenefrega”. I cinque stelle: “Caso diverso da quello della Diciotti”

Caso Gregoretti, Salvini non teme il processo: "Mi processeranno? E chissenefrega". I cinque stelle: "Caso diverso da quello della Diciotti"

“Se difendere la sicurezza, i confini e la dignità del mio Paese mi comporta un processo, o per assurdo una condanna, vuol dire che in questo Paese c’è qualcosa che non vada e penso che tanti italiani sono pronti a fare questo tratto di strada con me. Vogliono portarmi in tribunale? Lo facciano…“. Cosi Matteo Salvini, spiega l’agenzia di stampa Dire (www.dire.it), a margine dell’assemblea di Confagricoltura a Roma sul caso Gregoretti.

“Quel che ho fatto l’ho fatto da ministro, e lo dimostreremo con le carte, con l’ok di tutto il governo. Se poi oggi qualcuno, per convenienza o per non litigare col Pd, dice che Salvini è brutto, cattivo, sequestratore, razzista e fascista e deve essere processato, allora poi ne risponderà la sua coscienza”, dice ancora Salvini. “A me dispiace solo che ci siano giudici che usano denaro pubblico per inchieste surreali. Detto questo, non vedo l’ora di portare le mie ragioni in Senato, e nel caso in tribunale”.

“Uso politico magistratura, come Trump e Netanyahu”

“Quindici anni di carcere per aver lavorato da ministro sarebbe una vergogna senza precedenti anche se vedo che non sono l’unico se guardiamo come vengono trattati Trump negli Usa e Netanyahu in Israele. Penso ci sia chi fa uso politico della magistratura. Il 99% è sana libera e indipendente. Altri usano il loro ruolo per fare politica” prosegue.

Sulla “carità cristiana…, ma anche papa Francesco parla di limiti e prudenza”. E poi “mi processeranno? E chissenefrega, mi processeranno” dice ancora Salvini.

M5S: caso diverso

Sul caso Gregoretti potrebbe esserci una responsabilità individuale di Matteo Salvini a differenza del caso Diciotti. E’ l’opinione della senatrice M5s, Elvira Lucia Evangelista, al termine della prima seduta della Giunta delle autorizzazioni e immunità del Senato che ha incardinato l’esame.

“E’ diverso dal caso Diciotti- spiega la parlamentare- sembrerebbe non esserci un’azione collegiale governativa nel preminente interesse nazionale. Un caso quindi ben diverso. Infatti mancava, ad esempio un Consiglio dei ministri, che avesse all’ordine del giorno il caso Gregoretti. Quindi potrebbe anche essere che l’ex ministro Salvini in questo caso abbia agito con un’azione individuale non con un atto politico. Vedremo meglio le carte. Avremo modo di studiare”.

Quindi cosa farà il M5s in Giunta al Senato? “Questo ovviamente- dice Evangelista- potrebbe cambiare l’esito dal caso Diciotti, con un’autorizzazione a procedere. Noi ragioniamo per diritto, applichiamo la Costituzione e la legge. Se i fatti sono diversi, se l’azione governativa in un caso c’era e nell’altro no, verrà valutato adeguatamente con un approfondito studio delle carte”.

Quanto alle dichiarazioni di Luigi Di Maio che ha già annunciato un si’ del Movimento all’autorizzazione, la senatrice osserva: “Di Maio sicuramente ha fatto quelle affermazione perché ricordava benissimo il fatto del caso Diciotti, il giorno in cui è accaduto e in quel caso l’azione governativa era completamente diversa. Conte aveva già delle interlocuzioni con l’Ue ed era stato già attivato il criterio della ridistribuzione dei migranti, quindi una situazione politica-governativa completamente diversa“.