Manovra: stangata sugli apparecchi da gioco


Stangata del Governo sugli apparecchi da gioco nella manovra: dall’aumento del prelievo su slot e VLT lo Stato prevede di incassare oltre 631 milioni nel 2020

Nuova stretta sulle slot, sanzioni più severe per il gioco illegale e ritocco sulla tassa della fortuna del 10 e Lotto: così il Governo finanzierà il reddito di cittadinanza e le pensioni con Quota 100

Stangata del Governo sugli apparecchi da gioco nella manovra: dall’aumento del prelievo su slot e VLT – previsto da un emendamento dei relatori presentato al Senato ancora non approvato – lo Stato prevede di incassare oltre 631 milioni nel 2020 e 651 milioni dal 2021.

«Si tratta del decimo incremento negli ultimi quattro anni, il sesto negli ultimi dodici mesi. Questo significa che è stato superato il livello di sostenibilità», denuncia l’associazione dei gestori Astro, che «prende atto – con forte preoccupazione – dell’ulteriore aumento» del prelievo erariale. L’incidenza del margine lordo delle imprese sugli apparecchi da gioco diventa a questo punto superiore al 70%. Tenuto conto che la parte residua deve essere destinata a pagare le tasse ordinarie (IRPEF, IRES, IRAP, ecc.), le retribuzioni dei dipendenti, i contributi previdenziali ed ogni altro costo di gestione».

«Lo Stato, azionista di maggioranza del gioco legale, oltre a contribuire ad un’operazione mediatica di preordinata denigrazione del settore, si illude di poter continuare ad attingerne risorse espropriando la totalità dei profitti delle imprese che costituiscono la sua longa manus», si legge ancora nella nota dell’Associazione, che «teme per la tenuta dell’intero sistema e per il prevedibile spostamento dell’offerta di gioco verso l’illegalità, fenomeno di cui lo Stato non sembra più preoccuparsi. Il momento è cruciale: è in atto un attacco all’intero perimetro del gioco lecito, a prescindere dai segmenti – più o meno – coinvolti dall’ultima manovra. In ragione di ciò, il coinvolgimento dell’Associazione ad eventuali forme di protesta non può non essere subordinato alla partecipazione di tutti gli attori che compongono la stessa filiera».