Taglio parlamentari, Bonino attacca il Pd


La leader dei radicali Emma Bonino attacca gli ex alleati del Partito Democratico per la scelta di votare a favore della proposta del M5S sul taglio dei parlamentari: “Decapita la Costituzione, Pd si accoda a demagogia populista”

La leader dei radicali Emma Bonino attacca gli ex alleati del Partito Democratico per la scelta di votare a favore della proposta del M5S sul taglio dei parlamentari

“Penso che il taglio dei parlamentari sia un’iniziativa assolutamente demagogica, che viene giustificata con più efficienza e risparmio. Segnalo che il risparmio eventuale corrisponde al bilancio della città di Viterbo, tanto per dirvi di che cosa parliamo, ed è in effetti una decapitazione della Costituzione”. Lo ha detto la senatrice di Più Europa, Emma Bonino, in una videointervista a Tpi.

“Quando i padri costituenti fissarono il numero a mille, non lo fecero a caso, ma in rapporto alla popolazione. Quindi – sottolinea Bonino come riferisce l’Agenzia Dire (www.dire.it) – è una pura misura di antiparlamentarismo e dispiace che il PD, dopo aver votato contro per ben tre volte, si accodi a questa demagogia populista. E’ anche un rischio per la rappresentatività, perché è evidente che qualche città grande sarà rappresentata, ma i territori, le Province si possono scordare di vedere un Senatore o un Deputato, neanche a distanza”, conclude la senatrice di Più Europa.

Le parole di Emma Bonino arrivano dopo che lo scorso 1° ottobre la commissione Affari costituzionali della Camera ha licenziato, in seconda deliberazione, il ddl che riduce il numero dei parlamentari. È il primo voto sulle riforme che vede insieme la nuova maggioranza di Governo giallo-rossa. M5s, Pd, Italia Viva e Leu hanno votato sì. Ci sono stati due voti contrari: Forza Italia e +Europa.

Lega e Fdi erano assenti. Il relatore in aula sarà il presidente della commissione Giuseppe Brescia. Il testo è atteso in aula per il via libera definitivo la prossima settimana. Lunedì 7 la discussione generale, da martedì 8 le votazioni. Pd e Leu hanno chiesto che prima del voto di martedì 9 ci sia un vertice di maggioranza per definire il complesso delle riforme.