Carcinoma prostatico: Sipuleucel-T aumenta sopravvivenza


Carcinoma prostatico avanzato, con Sipuleucel-T sopravvivenza mediana di quasi quattro anni: il dato emerge da un’analisi dei dati real world del registro PROCEED

Carcinoma prostatico avanzato, con Sipuleucel-T sopravvivenza mediana di quasi quattro anni: il dato emerge da un'analisi dei dati real world del registro PROCEED

Il farmaco immunoterapico Sipuleucel-T, peraltro mai approvato in Europa, è risultato associato a una sopravvivenza globale (OS) mediana di 47,7 mesi nei pazienti con carcinoma prostatico metastatico resistente alla castrazione (mCRPC) asintomatico o minimamente invasivo per i quali il PSA era < 5,27 ng/ml. Il dato emerge da un’analisi dei dati ‘real world’ del registro PROCEED, pubblicata di recente su Cancer.

“La sopravvivenza mediana di 4 anni dopo il trattamento con sipuleucel-T è significativa”, ha dichiarato in conferenza stampa l’autrice principale dello studio Celestia S. Higano, della Divisione di Oncologia Medica della University of Washington e del Fred Hutchinson Cancer Research Center. “Lo studio PROCEED fornisce un ritratto reale dell’OS dopo trattamento con sipuleucel-T nei pazienti con mCRPC al momento attuale, nel quale sono presenti cinque agenti che migliorano la sopravvivenza.”

Lo studio
PROCEED è un registro osservazionale multicentrico nel quale sono stati arruolati 1976 pazienti con mCRCP che sono stati trattati con sipuleucel-T nella pratica clinica quotidiana tra il 2011 e il 2014.

I pazienti sono stati sottoposti a leucaferesi per isolare le cellule presentanti l’antigene 3-4 giorni prima del trattamento con sipuleucel-T e le infusioni sono state ripetute due volte alla settimana per tre infusioni.

Gli endpoint dello studio erano quantificare l’OS, il rischio di eventi cerebrovascolari, gli eventi avversi gravi e la percentuale di pazienti che hanno richiesto ulteriori trattamenti antitumorali dopo sipuleucel-T.

L’età mediana del campione era di 72 anni; i valori mediani di PSA erano di 15 ng/ml; l’86,7% dei pazienti era bianco, l’11,6% afro-americano. La maggioranza dei pazienti aveva un ECOG performance status di 0 (66,5%) o 1 (30,0%). Alcuni pazienti erano stati precedentemente trattati, in particolare con abiraterone acetato (8,3%), enzalutamide (2,8%) docetaxel (11,3%) cabazitaxel (1,7%) e radio-223 cloruro (0,1%); 1248 (65,6%) erano in terapia da un oncologo, mentre 654 (34,4%) da un urologo.

Complessivamente, 1902 pazienti hanno ricevuto almeno un infusione di sipuleucel-T; i pazienti sono stati valutati ogni 3 mesi per più di 3 anni o fino al decesso o all’abbandono dello studio.

Sopravvivenza più lunga con PSA basale più basso
Con un follow-up mediano di 46,6 mesi, si è osservata un’OS di 30,7 mesi (IC al 95%, 28,6-32,2 mesi). Si sono registrati 1255 decessi, dei quali il 76,8% causati da progressione della malattia; i restanti decessi sono stati provocati da cause non note (12,3%), altre cause (10,8%), un evento cardiaco (3,3%), un evento cerebrovascolare (1,4%), un nuovo tumore primario (0,6%). Per un paziente sono state definite più cause per il decesso.

Il tempo mediano tra la prima infusione di sipuleucel-T e il decesso correlato al carcinoma prosastico è risultato di 42,7 mesi (IC al 95% 39,4-46,2).
Analisi post hoc hanno mostrato che l’OS mediana è risultata più lunga in pazienti appartenenti al quartile di PSA basale inferiore rispetto agli altri quartili.

PSA al basale Sopravvivenza mediana
<5,27 ng/mL  47,7 mesi
da 5,27 a ≤15,08 > ng/mL  33,2 mesi
>15,08 a ≤ 46 ng/mL  27,2 mesi
>46 ng/mL  18,4 mesi

L’analisi multivariata ha inoltre evidenziato come fattori prognostici indipendenti associati con l’OS il tempo dalla diagnosi, la presenza di metastasi solo linfonodali, i valori di emoglobina (aumento in g/dl), i valori di PSA, l’ECOG performance status (>0 vs 0), l’età (>mediana vs ≤mediana), le metastasi viscerali (presenza vs assenza), un precedente trattamento con docetaxel/cabazitaxel o abiraterone/enzalutamide.

Riguardo alla sicurezza, eventi avversi gravi di qualsiasi grado si sono verificati nel 13,7% dei pazienti e quelli di grado da 3 a 5 nel 9,2%; l’incidenza di eventi avversi gravi correlati a sipuleucel-T è risultata del 3,9%. Eventi avversi cerebrovascolari si sono osservati nel 2,8% dei pazienti, con un  tasso per 100 anni-persona pari a 1,2 (IC al 95% 0,9-1,6).

Il 77,1% dei pazienti è stato trattato con altri farmaci dopo sipuleucel-T e la percentuale di pazienti che non hanno richiesto ulteriori trattamenti dopo sipuleucel-T è risultata rispettivamente del 32,5% a un anno e del 17,4% a 2 anni.

I risultati dello studio PROCEED sono coerenti con le analisi post-hoc dello studio pivotal di fase 3 IMPACT pubblicate nel 2013 su Urology. Anche in quell’analisi, un livello basale di PSA più basso era risultato associato a un miglioramento dell’OS. Tra i pazienti con PSA baseale ≤22,1 ng/ml, l’OS mediana era risultata pari a 41,3 months (3,4 anni) nei pazienti trattati con sipuleucel-T, a fronte di 28,3 mesi nei controlli.

In conclusione
Lo studio PROCEED ha fornito dati di sopravvivenza per gli uomini trattati con sipuleucel-T in un contesto di ‘real world’, che saranno utili per discutere le opzioni di trattamento con i pazienti e per potenziare gli studi futuri su questo farmaco.

“I livelli mediani di PSA al basale al momento della diagnosi di mCRPC sono diminuiti costantemente dall’approvazione di sipuleucel-T nel 2010”, ha dichiarato Bruce A. Brown, direttore medico di Dendreon, azienda che ha sviluppato il prodotto. Dei quasi 2000 pazienti arruolati in PROCEED tra il 2011 e il 2014, un quarto aveva un PSA <5,27 ng/ml e questi uomini sono vissuti molto più a lungo di quelli nei quartili superiori. Vale la pena notare che i livelli mediani di PSA al basale osservati in PROCEED sono inferiori a quelli dello studio IMPACT e probabilmente sarebbero inferiori se l’arruolamento di PROCEED avvenisse oggi”.