Pubertà ritardataria: robustezza ossea ne risente


Pubertà ritardataria: uno studio pubblicato su JAMA Network Open ha confermato l’esistenza di un’associazione con la robustezza ossea

Pubertà ritardataria: uno studio pubblicato su JAMA Network Open ha confermato l'esistenza di un'associazione con la robustezza ossea

Uno studio pubblicato su JAMA Network Open ha confermato l’esistenza di un’associazione tra la robustezza ossea e il timing della pubertà, a suggerire l’opportunità di sottoporre i bambini che raggiungono la pubertà più tardi ad adottare tutte le misure utili ad aumentare la densità minerale ossea durante l’età dell’accrescimento e, al contempo, a ridurre le perdite di massa ossea durante la vita adulta, in funzione anti-frattura e anti-osteoporosi.

Obiettivi e disegno dello studio
Il picco di massa ossea raggiunto alla fine dell’adolescenza è considerato un’indicazione del rischio successivo di insorgenza di fratture e osteoporosi, ricordano i ricercatori nell’introduzione allo studio. Per quanto sia il picco osseo che il timing della pubertà siano fattori fortemente correlati con l’ereditarietà, alcune evidenze sembrano indicare come una pubertà tardiva possa portare a livelli più bassi di BMD nell’adolescenza e nell’età adulta, con conseguente innalzamento del rischio di osteoporosi in età avanzata.

Il picco di velocità di crescita staturale (APHV) rappresenta un marker accurato del timing della pubertà, che permette di fare confronti diretti tra individui di sesso maschile e femminile.

Lo scopo di questo studio è stato quello di esaminare l’associazione tra l’età alla pubertà (misurata mediante APHC) e l’accumulo di massa ossea da 10 a 25 anni in un’ampia coorte di individui di sesso maschile e femminile.

Lo studio ha valutato il tasso di accumulo di BMD e di accumulo di massa ossea (BMC) dall’età pre-puberale all’età adulta in relazione all’età di raggiungimento della pubertà, nonché l’associazioe tra l’età alla pubertà e il successivo accumulo di BMD e BMC.

L’obiettivo secondario, invece, è stato quello di esaminare le associazioni esistenti tra l’età alla pubertà e l’accumulo di massa ossea sito-specifico.

Risultati principali
Lo studio ha incluso 6.389 individui (3196 di sesso femminile). L’età media al picco di velocità di crescita staturale (APHV) era pari a 13,5 anni per gli individui di sesso maschile e a 11,6 per quelli di sesso femminile.

I partecipanti di sesso maschile hanno raggiunto livelli più elevati di BMD a tassi più veloci delle partecipanti di sesso femminile. I maggiori incrementi di BMD in ambo i sessi sono stati osservati nel corso dell’anno precedente e dei 2 anni successivi al raggiungimento del picco di velocità di crescita staturale.

Quando, però, questi dati sono stati parametrati in base all’età cronologica, è emerso, a fronte di un sostanziale recupero dei livelli di BMD nelle partecipanti di sesso femminile, rispetto a quelli di sesso maschile, che un timing più avanzato della pubertà era associato a livelli persistentemente più bassi di BMD.

Le implicazioni dello studio
I risultati di questo studio si aggiungono ad osservazioni precedenti in base alla quali i bambini che raggiungono la pubertà più tardi sono a maggior rischio di fratture e OP in età adulta. Inoltre, lo studio colma alcuni gap ancora esistenti in merito alla comprensione delle variazioni di densità ossea dalla pubertà ai primi anni dell’età adulta.