Tra Pd e M5s il nodo del Conte bis


Di Maio e Zingaretti a confronto per un’ipotesi di governo Pd-M5s. Il leader pentastellato pone come condizione il nome di Giuseppe Conte alla guida dell’esecutivo

Di Maio e Zingaretti a confronto per un'ipotesi di governo Pd-M5s. Il leader pentastellato pone come condizione il nome di Giuseppe Conte alla guida dell'esecutivo

Ieri con la delegazione del M5S abbiamo stabilito un percorso per arrivare ad un accordo di governo serio e responsabile. Il confronto va avanti esattamente nelle modalità stabilite. Siamo convinti che, senza ultimatum e senza veti, riusciremo a dare un governo al Paese”. Lo afferma il presidente dei senatori Pd, Andrea Marcucci, come riferisce l’Agenzia Dire (www.dire.it).

Intanto si è tenuto ieri sera il primo confronto tra i leader Luigi Di Maio e Nicola Zingaretti. Riuniti a cena a casa del sottosegretario grillino Spadafora, i due si sono confrontati sul nome del possibile premier. “Conte o voto”, sarebbe la linea dei grillini che trova però un netto rifiuto da parte dei dem. Nella giornata di oggi sono attesi ulteriori sviluppi.

ZINGARETTI: DISCONTINUTÀ E SVOLTA PER UNA NUOVA STAGIONE DI CRESCITA

“Noi crediamo che sia importante aprire con tutte le nostre forze una nuova fase politica, è necessario dar vita a un governo di svolta, per il lavoro, per la crescita, che affronti la situazione politica con un nuovo modello per aprire una nuova stagione. Per questo abbiamo chiesto un governo in discontinuità con quello che ci ha visto tra gli oppositori. Per quanto riguarda i punti programmatici presentati, siamo disponibili e aperti ad ogni tipo di confronto. La sede nazionale del Pd è aperta e continueremo a lavorare per cercare di aprire una nuova stagione politica”. Così su facebook il segretario del Pd Nicola Zingaretti.

BUGANI STRONCA L’ACCORDO

Il Partito democratico “vuole fare un Governo per via della paura e non con il coraggio. Lo vuole fare per paura che Salvini governi da solo, per paura di andare tutti a casa e per paura di pentirsi di non averlo fatto”. Nessuna di queste, scrive però sulla sua pagina Facebook il capogruppo del Movimento 5 stelle in Comune a Bologna, Massimo Bugani, “è per me una ragione in grado di garantire solidità ad un eventuale governo M5s-Pd”.

Dall’esponente pentastellato, che ai primi di agosto si è dimesso da vicecapo della segreteria particolare del vicepremier Luigi Di Maio e da coordinatore emiliano-romagnolo del M5s, arriva quindi una sostanziale bocciatura nei confronti di una possibile nuova maggioranza formata da grillini e dem.

Infatti, chiosa Bugani nel suo post, anche se “qualcuno ripone le speranze di un nuovo Governo nel Pd di oggi, come al solito il Pd è sempre pronto a deluderle tutte”, visto che “ancor prima di iniziare il tavolo di ieri, le almeno 10 correnti, in perenne guerra tra di loro, stavano già litigando”.

I dem, osserva il consigliere comunale bolognese, “davanti a un’occasione incredibile come questa pongono un veto contro la figura di Giuseppe Conte, che peraltro sarebbe una garanzia anche per loro”, ed “evidentemente cercano di fare melina per quanto concerne il taglio di 345 parlamentari, accampando scuse improbabili”.

E anche se non manca una stoccata al ministro dell’Interno, Matteo Salvini, che “ci ha follemente cacciati in questa situazione, e l’ha fatto come il personaggio della canzone di Vecchioni che ‘si è superato, non si è visto e ha continuato’”, per Bugani allo stato attuale un’alleanza con il Pd non sembra essere la soluzione migliore.

“Se vogliamo bene al Paese- scrive infatti l’esponente M5s- dobbiamo avere un progetto culturale comune, un’idea di società in cui al centro ci siano il sapere e la conoscenza”, perché “quelli che si mettono insieme solo per la paura di stare da soli di solito si lasciano presto, oppure vivono infelici”.

In questo momento, evidenzia invece il capogruppo pentastellato a Palazzo D’Accursio, “è evidente che i parlamentari del Pd non hanno alcuna intenzione di seguire le linee” dettate dal segretario Nicola Zingaretti, che “oggi chiude (a un Governo Conte bis, ndr) mentre il capogruppo al Senato, Andrea Marcucci, apre”.

L’unica cosa che invece il Pd dovrebbe fare, sintetizza Bugani, è “dire sì ai 10 punti (quelli elencati da Di Maio per dar vita a un nuovo esecutivo, ndr), dire sì a Giuseppe Conte e seguire chi ha una identità e un’idea di Italia del futuro, vale a dire il Movimento 5 stelle”.

Anche perché, conclude il rappresentante grillino, “noi del voto non dobbiamo avere paura e non avremo mai paura”.

DELRIO DETTA LE CONDIZIONI

“Sulle priorità del Paese e delle famiglie serve vera discontinuità. Cambiare agenda significa smettere la guerra alla cooperazione sociale, alle Ong, ai volontari ed alle persone che aiutano chi soffre ed è più debole. Contrastare con la massima determinazione il cambiamento climatico e lo sfruttamento del territorio. Agire per abbattere la disoccupazione e mettere più soldi in tasca ai lavoratori. Aiutare le famiglie a crescere i propri figli con politiche efficienti e serie e con scuole di qualità”. Lo dice in una nota il capogruppo del Partito democratico alla Camera, Graziano Delrio.