Inaf e Amazon insieme per studiare l’universo


Due progetti di ricerca di Inaf, l’Istituto nazionale di astrofisica, che utilizzano le infrastrutture di calcolo messe a disposizione da Amazon sono stati presentati a Washington

Due progetti di ricerca di Inaf, l'Istituto nazionale di astrofisica, che utilizzano le infrastrutture di calcolo messe a disposizione da Amazon sono stati presentati a Washington

A Washington dal 10 al 12 giugno scorso il Summit mondiale del Settore pubblico di Amazon ha riunito istituti pubblici e governativi da tutto il mondo che sfruttano, per le loro esigenze di calcolo, i servizi di cloud computing messi a disposizione dall’azienda di Seattle. Tale evento ha visto per la prima volta anche la partecipazione dell’Istituto nazionale di astrofisica, l’unico ente in Europa finora ad essere stato ufficialmente invitato da Amazon nel summit di Washington a presentare i progetti che utilizzano le infrastrutture di calcolo messe a disposizione dall’azienda stessa.

All’evento erano presenti molte istituzioni, quali l’Us Air Force o il Dipartimento dell’istruzione statunitense, ed enti di ricerca pubblici – come Nasa, CalTech e università internazionali – che hanno illustrato come le tecnologie cloud offerte da Amazon siano impiegate in contesti scientifici e amministrativi.

L’Inaf è intervenuto al Summit in quanto, da un paio d’anni, ha iniziato a esplorare lo sfruttamento delle piattaforme cloud. In particolare, con Amazon Web Services, l’Inaf ha sviluppato due progetti. Il primo è relativo al disegno del modello end-to-end per lo strumento Hires (High Resolution Spectrograph), uno spettrografo ad altissima risoluzione che sarà installato al telescopio Elt dell’Eso, il più grande telescopio ottico-infrarosso al mondo grazie al suo specchio principale da 39 metri di diametro. Ciò è stato possibile attraverso il lavoro svolto dal Gruppo di ricerca ottica e lenti (gOlem) dell’Inaf di Milano che ha sviluppato, per l’implementazione del modello end-to-end, un’architettura su piattaforma Amazon che sfrutta l’accelerazione fornita da schede video ultra-performanti (tipicamente utilizzate in computer grafica). Questo ha permesso di integrare un’applicazione veloce e flessibile del modello che consente di valutare l’impatto delle scelte progettuali sulla scienza che si desidera affrontare con questo spettrografo.

La seconda sperimentazione, frutto dell’esperienza maturata, è inerente all’impiego di risorse di calcolo (Htc) orientate al Cherenkov Telescope Array, il futuro osservatorio per lo studio dell’universo nei raggi gamma e al relativo progetto bandiera Astri (Astrofisica con specchi a tecnologia replicante italiana) dell’Inaf. In questo ambito, è stata sviluppata una soluzione cloud veloce e flessibile che ha permesso di affrontare, con costi contenuti e grandi prestazioni di calcolo, una lunga serie di simulazioni scientifiche di sorgenti astrofisiche dalle quali sono stati realizzati quattro articoli, tutti pubblicati su riviste peer-reviewed, in un solo anno.

«È stato un orgoglio essere stato invitato da Amazon a rappresentare il nostro Ente», dice Marco Landoni dell’Inaf di Milano, che si è interfacciato con Amazon per questi progetti e ha presentato il lavoro al recente Summit, «e mostrare il frutto del lavoro di collaborazione di tutto il team Inaf coinvolto che ha scommesso su questa tecnologia, esplorandola pionieristicamente, per applicazioni legate a progetti di rilevanza internazionale».

«Il computing model dell’Inaf è estremamente complesso ed eterogeneo, ed è per questa ragione che il nostro ente esplora tutte le possibilità per la sua implementazione», aggiunge Riccardo Smareglia, responsabile Ict Management e Science Data Management dell’Inaf. «Anche le cloud commerciali, come Amazon Web Services, hanno dimostrato di poter essere applicate a progetti scientifici di interesse, permettendoci di rimanere sempre informati sullo sviluppo e sullo stato dell’arte delle tecnologie informatiche commerciali».

«È una grande soddisfazione per l’Inaf essere l’unico ente di ricerca europeo chiamato a relazionare al Summit appena concluso», conclude il presidente dell’Inaf, Nichi D’Amico. «Non posso che congratularmi con il nostro team, e apprezzare le prospettive che si aprono per le esigenze di calcolo distribuito connesse alle grandi imprese dell’astrofisica moderna che ci vedranno coinvolti».