Negozi chiusi la domenica: UNC attacca il M5S


Negozi chiusi la domenica e nei giorni festivi: il Movimento 5 stelle prosegue la battaglia, l’Unione Nazionale Consumatori contrattacca: “Perseverare è diabolico”

Negozi chiusi la domenica e nei giorni festivi: il Movimento 5 stelle prosegue la battaglia, l'Unione Nazionale Consumatori contrattacca: "Perseverare è diabolico"

Tornano sotto i riflettori le chiusure dei negozi la domenica e i giorni festivi e sul tema già ampiamente dibattuto nei mesi scorsi è scontro tra Unione Nazionale Consumatori e Movimento 5 stelle.

Alcuni esponenti del M55, Massimiliano De Toma e Rachele Silvestri, in relazione ad un possibile sciopero del commercio nei giorni festivi tra la Pasqua e il 1 maggio, hanno affermato di non aver fatto alcun passo indietro, e che è importante andare a modificare una normativa che in questi anni ha, di fatto, precluso a milioni di lavoratori la possibilità di passare le feste in famiglia costringendoli a lavorare, con conseguenze negative sui redditi familiari e sull’economia nazionale.

“Errare è umano, ma perseverare è diabolico!” afferma Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori.

“A parte il fatto che ci sfugge come lavorare di più, peraltro con maggiorazioni che nei giorni festivi sono minimo pari al 30%, abbia conseguenze negative sul reddito della famiglie, ci domandiamo come sia possibile che un Governo che vuole fissare per legge il salario minimo, non sia poi in grado di tutelare i lavoratori dal sacrosanto diritto al riposo settimanale senza bisogno di chiudere negozi e centri commerciali” prosegue Dona.

“E’ incredibile, infine, che si proponga una legge sulla base di un presupposto sbagliato: che chi lavora di domenica sia necessariamente sfruttato. Agli onorevoli sfugge, evidentemente, che esiste il part time verticale e che ci sono tanti lavoratori, mamme con bambini, universitari e disoccupati, che sono ben felici di essere stati assunti per lavorare nel solo weekend e che con le chiusure nei giorni festivi rischierebbero di perdere il posto di lavoro” conclude Dona