Conte in Qatar: nel Paese vola il made in Italy


Il premier Giuseppe Conte in Qatar, dove l’agroalimentare italiano ha conquistato nuovi spazi: nella missione anche una visita all’ipermercato Lulu Group, dove sono esposti per la prima volta prodotti 100% made in Italy della Coldiretti

Il premier Giuseppe Conte in Qatar, dove l'agroalimentare italiano ha conquistato nuovi spazi: nella missione anche una visita all’ipermercato Lulu Group, dove sono esposti per la prima volta prodotti 100% made in Italy della Coldiretti

Oggi il Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, sarà in visita ufficiale nello Stato del Qatar. Il programma della giornata prevede prima di tutto l’incontro con Sua Altezza l’Emiro del Qatar, Sheikh Tamin bin Hamad Al Thani, alla presenza del Primo Ministro del Qatar, Sheikh Abdullah bin Nasser bin Khalifa Al Thani e del Vice Primo Ministro e Ministro degli Esteri, Sheikh Mohamed bin Abdulrahman Al Thani (incontro privato).

In seguito Conte visiterà il Museo Nazionale e la stazione metropolitana DECC metro station di Doha, realizzata da imprenditori italiani.

In programma anche l’inaugurazione della sede della nuova ambasciata e l’istituzione del Comitato Qatar della Società Dante Alighieri  (Alfardan Office Tower, piano 23°, 67 Al Funduq street) alla presenza di una rappresentanza di imprenditori italiani e di una rappresentanza del contingente militare in Qatar.

Infine, il premier visiterà l’ipermercato Lulu Group, dove sono esposti per la prima volta prodotti 100% italiani della Coldiretti.

In Qatar export italiano da record

Record delle esportazioni agroalimentari italiane in Qatar cresciute di quasi il 291% (290,6%) negli ultimi dieci anni. E’ quanto afferma la Coldiretti su dati Istat in relazione alla visita del premier Conte nell’ipermercato della catena Lulu del Paese arabo, dove per la prima volta si trovano in vendita prodotti degli agricoltori italiani a marchio Fai “Firmato dagli agricoltori italiani” con un intero spazio a loro dedicato.

“Questa area 100% Made in Italy è il risultato della collaborazione avviata da Coldiretti attraverso Filiera agricola italiana con le autorità del Paese arabo per favorire la diffusione dei veri prodotti della dieta mediterranea fra cui olio extra vergine di oliva, riso, formaggi, salse, sughi, pasta, miele, dolci, biscotti, spumante analcolico e presto arriverà anche il pecorino” annuncia il presidente della Coldiretti Ettore Prandini in Sardegna all’incontro di agricoltori, allevatori e pastori con il Vicepremier Matteo Salvini e il neogovernatore Christian Solinas.

“Di fronte ai segnali di difficoltà dell’economia nazionale ed europea evidenziati per ultimo dall’ OCSE – precisa Prandini –  e necessario cercare nuovi mercati per tornare a crescere”.

I prodotti agricoli italiani sono esportati in Qatar con il logo “Firmato dagli agricoltori italiani” grazie alla collaborazione con “Lulu group” che è una delle principali catene di distribuzione che opera in 31 paesi situati in Asia, Stati Uniti, Europa e Medio Oriente compreso il Qatar, con un fatturato annuo del valore di 7,4 miliardi di dollari, 48.450 addetti e sede ad Abu Dhabi, la capitale degli Emirati Arabi Uniti.

Una iniziativa per far conoscere il vero Made in Italy è combattere le imitazioni che si stanno diffondendo anche nel mondo arabo, dal parmesan alla zottarella fino all’asiago grattugiato prodotto negli Usa. Se le esportazioni agroalimentari Made in Italy nel mondo hanno raggiunto il valore di 41,8 miliardi di euro sale però a oltre 100 miliardi il valore dei falsi Made in Italy agroalimentare a livello planetario con un aumento record del 70% nel corso dell’ultimo decennio, per effetto della pirateria internazionale che utilizza impropriamente parole, colori, località, immagini, denominazioni e ricette che richiamano all’Italia per alimenti taroccati che non hanno nulla a che fare con il sistema produttivo nazionale.

“In altre parole all’estero più di due prodotti di tipo italiano su tre sono falsi” afferma il presidente della Coldiretti Ettore Prandini nel sottolineare che “l’impegno delle imprese per promuovere il vero Made in Italy va difeso a livello nazionale ed internazionale con una maggiore rigore nelle norme sull’etichettatura e nella tutela dei marchi tipici del patrimonio agroalimentare nazionale”.