Clima: in dieci anni 14 miliardi di danni nelle campagne


Fridays for future: i cambiamenti del clima, con gli eventi estremi triplicati, hanno provocato oltre 14 miliardi di euro nell’ultimo decennio al comparto agricolo

Fridays for future: i cambiamenti del clima, con gli eventi estremi triplicati, hanno provocato oltre 14 miliardi di euro nell'ultimo decennio al comparto agricolo

La grave siccità nelle campagne del nord provocata da precipitazioni invernali dimezzate (-50%) rispetto alla media storica è solo l’ultimo capitolo degli effetti delle anomalie climatiche con il ripetersi di eventi estremi che sono costati all’agricoltura italiana oltre 14 miliardi di euro in un decennio tra perdite della produzione agricola nazionale e danni alle strutture e alle infrastrutture nelle campagne.

E’ quanto emerge da uno studio della Coldiretti divulgato in occasione della partecipazione in piazza Venezia a Roma dei giovani agricoltori guidati dal leader nazionale Veronica Barbati al Global Strike for Future, per contrastare i cambiamenti climatici che nasce dalle proteste della giovane attivista svedese Greta Thunberg. Centinaia di giovani agricoltori della Coldiretti hanno lasciato le campagne delle diverse regioni per giungere nella Capitale e manifestare il proprio impegno per l’ambiente con cartelli e striscioni con le scritte “Save the planet, buy local”, “Noi agricoltori custodi del pianeta”, “No farmers no party”.

Con il cambiamento del clima l’eccezionalità degli eventi atmosferici è ormai diventata la norma con una evidente tendenza alla tropicalizzazione che si manifesta con una più elevata frequenza di eventi violenti, sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi ed intense ed il rapido passaggio dal sole al maltempo, con sbalzi termici significativi.

La siccità è diventata l’evento avverso più rilevante per l’agricoltura italiana in termini di danni economici a carico soprattutto delle produzioni, con due annate gravi nel 2012 e nel 2017 mentre per quanto riguarda i fenomeni precipitativi violenti, i danni riguardano sia le produzioni, sia le strutture e le infrastrutture.

Su un territorio meno ricco e più fragile per l’abbandono forzato dell’attività agricola in molte aree interne si abbattono gli effetti dei cambiamenti climatici, favoriti anche dal fatto che l’ultima generazioni in 25 anni è responsabile in Italia della scomparsa di oltre ¼ della terra coltivata (-28%) per colpa della cementificazione e dell’abbandono provocati da un modello di sviluppo sbagliato che ha ridotto la superficie agricola utilizzabile in Italia ad appena 12,8 milioni di ettari. La disponibilità di terra coltivata significa produzione agricola di qualità ma anche sicurezza ambientale per i cittadini nei confronti del degrado e del rischio idrogeologico.

“L’agricoltura è l’attività economica che più di tutte le altre vive quotidianamente le conseguenze dei cambiamenti del clima ma è anche il settore più impegnato per contrastarli” ha affermato leader dei giovani della Coldiretti nel sottolineare che si tratta di “una nuova sfida per le imprese agricole che devono interpretare le novità segnalate dalla meteorologia e gli effetti sui cicli delle colture, sulla gestione delle acque e sulla sicurezza del territorio”.

Dai tornado alle ondate di calore: il clima che cambia

Sono triplicati in dieci anni gli eventi meteo estremi in Italia da tornado a bombe d’acqua, da grandinate a ondate di calore. E’ quanto spiega Uecoop, l’Unione europea delle cooperative, sulla base dei dati ESWD, l’anagrafe europea sul maltempo, in occasione del Global Strike for Future, la mobilitazione mondiale del 15 marzo che nasce dalle proteste della giovane attivista svedese Greta Thunberg proposta anche per il Nobel per la Pace.

Nel 2018 in Italia sono stati rilevati oltre mille (1.042) fenomeni meteo violenti contro i 395 registrati invece dieci anni prima. Una progressione del +164% che ha colpito dalla Lombardia alla Sicilia, dal Friuli al Piemonte, dalla Toscana alla Puglia, dall’Emilia Romagna al Lazio, mettendo a rischio la sicurezza delle persone e causando danni alle attività produttive scoperchiando capannoni, abbattendo muri, allagando aziende e terreni. In un contesto sempre più grave di cambiamenti climatici aumentano anche i costi per le imprese, dalle assicurazioni al ripristino dei locali danneggiati, ma la nuova sensibilità ambientale porta anche uno sviluppo di attività green che – rileva Uecoop su dati della Camera di commercio di Milano Lodi e Monza – a fine 2018 hanno superato quota 56.700 in settori che vanno dall’edilizia all’agricoltura, dalla meccanica alla produzione di energia pulita dando lavoro a oltre 463mila persone.

Una dinamica che vede in prima linea il mondo cooperativo con piccole realtà locali che hanno sviluppato progetti che vanno dal riciclo dei materiali fino alla produzione di energia da fonti rinnovabili, unendo utilità sociale, sviluppo economico e rispetto per l’ambiente. Un’evoluzione economica e ambientale che nasce dalle preoccupazioni per il clima di quasi 8 italiani su 10 nonostante gli “scettici” siano cresciuti del 6% negli ultimi dieci anni.