Sanremo 2019, le polemiche lanciano gli ascolti


Scommesse Sanremo 2019: a un mese dal via share superiore al 51,5% nella prima serata sulle lavagne dei bookmaker a 1,84

Scommesse Sanremo 2019: a un mese dal via share superiore al 51,5% nella prima serata sulle lavagne dei bookmaker a 1,84

Le polemiche sui migranti, la canzone sulla pedofilia “scartata” dalla gara, l’assenza dei superospiti stranieri: Sanremo 2019 – che, nelle intenzioni del direttore artistico Claudio Baglioni, doveva essere «il Festival dell’armonia» – parte col botto.

A un mese dall’inizio della kermesse, il tam tam sui social lancia la 69esima edizione di Sanremo, che si candida a bissare il successo della precedente. Lo scorso anno, la prima serata aveva fatto registrare uno share superiore al 52% (il migliore dal 2005) e ora gli analisti di Stanleybet scommettono sull’Over 51,5% a 1,84. Una partenza più a rilento è invece leggermente favorita in lavagna, a 1,80. Per la gara, i traders hanno le idee chiare: Ultimo – vincitore delle Nuove proposte lo scorso anno – vale 2 volte la scommessa, seguito, come riporta Agipronews, da Il Volo a 3,50.

Il vincitore di Amici, Irama, si gioca a 8,00, stessa quota anche per il veterano Francesco Renga e per il duo formato dalla cantautrice Federica Carta e dal rapper Shade. Per il suo look, Claudio Baglioni si affiderà ancora una volta all’eleganza di Ermanno Scervino, che lo scorso anno gli confezionò smoking molto originali e colorati: i traders scommettono che, all’esordio sul palco, il direttore artistico indosserà un papillon (a 1,30, contro la cravatta a 2,50) e un abito tinta unita, ipotesi favorita a 1,60.

Codacons: no a tribune politiche sul palco dell’Ariston

“Non accetteremo in nessun caso che il Festival di Sanremo si trasformi in una tribuna politica per influenzare i telespettatori verso questo o quel partito”. L’avvertimento arriva dal presidente Codacons, Carlo Rienzi, pronto a ricorrere all’Autorità per le Comunicazioni contro Rai e conduttori del festival.

“Siamo d’accordo con i richiami giunti dai vertici Rai, perché la rete televisiva e lo stesso Festival non possono essere strumento per diffondere le proprie idee politiche o influenzare i telespettatori – spiega Rienzi –. Non si tratta di censura né di una limitazione della satira la quale, tuttavia, non può andare in una sola direzione e non può essere a senso unico contro una sola parte politica. Se durante l’evento televisivo saranno violate le disposizioni vigenti in materia, presenteremo una denuncia immediata all’Agcom, e la Rai rischia una multa salatissima che non esiteremo a richiedere” conclude Rienzi.