Bollino allarmistico su alimenti: rischia il nostro cibo Doc


Onu pronta a votare risoluzione dei sette Paesi Fpgh per tassare o mettere un bollino su alimenti “insalubri”: una minaccia per il made in Italy

Onu pronta a votare risoluzione dei sette Paesi Fpgh per tassare o mettere un bollino su alimenti "insalubri": una minaccia per il made in Italy

La risoluzione dell’Onu con bollini allarmistici o tasse per dissuadere il consumo di certi alimenti rischia di affossare quasi l’85% in valore del Made in Italy a denominazione di origine (Dop) che l’Unione Europea e le stesse istituzioni internazionali dovrebbero invece tutelare. E’ quanto afferma la Coldiretti in riferimento della risoluzione preparata dai sette Paesi della “Foreign Policy and Global Health (Fpgh) che “esorta gli Stati Membri a adottare politiche fiscali e regolatorie che dissuadano dal consumo di alimenti insalubri” che dovrebbe essere messa ai voti dall’Onu il prossimo 13 dicembre.

Il nuovo attacco punta a colpire gli alimenti che contengono zuccheri, grassi e sale chiedendo di predisporre apposite etichette nutrizionali e di riformulare le ricette, sulla base di un modello di alimentazione artificiale ispirato dalle multinazionali che mette di fatto in pericolo – denuncia la Coldiretti – il futuro prodotti Made in Italy dalle tradizioni plurisecolari trasmesse da generazioni di agricoltori che si sono impegnati per mantenere le caratteristiche inalterate nel tempo.

Vengono infatti promossi con il semaforo verde cibi spazzatura con edulcoranti al posto dello zucchero e bocciati invece con quello rosso e nero elisir di lunga vita come l’olio extravergine di oliva considerato il simbolo della dieta mediterranea, ma anche i principali formaggi e salumi italiani.

Un patrimonio che è alla base della dieta mediterranea che ha consentito all’Italia di conquistare con ben il 7% della popolazione, il primato della percentuale più alta di ultraottantenni in Europa davanti a Grecia e Spagna, ma anche una speranza di vita che è tra le più alte a livello mondiale ed è pari a 80,6 per gli uomini e a 85 per le donne. Un ruolo importante per la salute che è stato riconosciuto anche con l’iscrizione della dieta mediterranea nella lista del patrimonio culturale immateriale dell’umanità dell’Unesco il 16 novembre 2010.

“Un corretto regime alimentare si fonda infatti sull’equilibrio nutrizionale tra i diversi cibi consumati e non va ricercato sullo specifico prodotto. Non esistono cibi sani o insalubri, ma solo diete più o meno sane” afferma Prandini nel sottolineare che si tratta di “un pericolo rilevante per il Made in Italy agroalimentare che nel 2018 ha messo a segno un nuovo record delle esportazioni con un +3% nei primi sei mesi dopo il valore di 41,03 miliardi del 2017”.