Strage discoteca Corinaldo, Codacons chiede pugno duro


Codacons interviene dopo la strage alla discoteca La Lanterna Azzurra di Corinaldo, in provincia di Ancona: nel mirino dell’associazione gestori del locale, autorità ed enti locali

Codacons interviene dopo la strage alla discoteca La Lanterna Azzurra di Corinaldo, in provincia di Ancona: nel mirino dell'associazione gestori del locale, autorità ed enti locali

Strage nella notte in una discoteca di Corinaldo, nell’Anconetano, dove era in corso un concerto del rapper Sfera Ebbasta. In seguito alla dispersione di una sostanza urticante, centinaia di ragazzi sono fuggiti dalla discoteca La Lanterna Azzurra per il panico calpestandosi. Il bilancio è drammatico: sei morti (cinque minorenni e una mamma che aveva accompagnato la figlia), oltre cento feriti di cui 12 codici rossi (7 sono in pericolo di vita), 45 codici verdi e 9 codici gialli.

“Se confermato quanto emerso dagli accertamenti dei Carabinieri circa la vendita di un numero di biglietti superiore alla capienza massima del locale, i gestori della discoteca di Corinaldo teatro della tragedia vanno immediatamente arrestati e indagati per il reato di strage” afferma il Codacons, che chiama in causa anche le responsabilità degli enti locali e delle autorità competenti.

“Chiediamo alla Procura di accertare anche l’attività svolta dall’amministrazione comunale, dalla Asl e dalla Questura in merito alle autorizzazioni concesse al locale e ai controlli eseguiti sulla discoteca – spiega il presidente Carlo Rienzi –. Vogliamo sapere se l’esercizio sia stato sottoposto alle regolari verifiche relative alla sicurezza e quale attività sia stata svolta dai soggetti pubblici competenti per garantire il rispetto delle norme di settore”.

“Il Governo deve inserire nella manovra una norma che obblighi i locali pubblici a non superare l’80% della capienza massima autorizzata dalle Asl quando si organizzano eventi dedicati ad un pubblico di minorenni, per evitare incidenti e tragedie analoghe a quella di Corinaldo e sottoporre spray urticanti e altri prodotti analoghi pericolosi per la sicurezza pubblica allo stesso regime riservato alle armi” conclude Rienzi.