Codacons: aumentare fondo ristoro per vittime crac bancari


Nella manovra del Governo 1,5 miliardi per risarcire le vittime dei crac bancari. Il Codacons: “Passo avanti importante ma servono più risorse”

Nella manovra del Governo 1,5 miliardi per risarcire le vittime dei crac bancari. Il Codacons: "Passo avanti importante ma servono più risorse"

Il fondo da 1,5 miliardi di euro stanziato nella manovra di Bilancio per risarcire le vittime dei crac bancari è un importante passo in avanti, ma chiediamo al Governo di fare di più, considerato che il danno subito dai risparmiatori a causa della mala-gestione delle banche ammonta, solo negli ultimi 3 anni, a 20 miliardi di euro.

“Solo negli ultimi 3 anni i piccoli investitori hanno visto bruciare 20 miliardi di euro di risparmi, spesso frutto di anni e anni di lavoro – spiega il presidente Carlo Rienzi -. Quasi 220mila sono i risparmiatori che hanno visto andare in fumo i propri soldi a causa dei crac bancari: 118.994 investitori di Banca Popolare di Vicenza e 87.502 di Veneto Banca hanno perso in totale circa 19 miliardi di euro. A questi si aggiungono i 12.500 risparmiatori di Banca Etruria, Banca Marche, Carife e Carichieti che complessivamente hanno perso 431 milioni di euro”.

“Il fondo di ristoro inserito in manovra è sicuramente un primo passo in favore dei risparmiatori, ma occorre giungere a rimborsi integrali per tutti quei piccoli investitori che sono stati costretti con metodi truffaldini o raggiri ad investire soldi nelle banche già da tempo a rischio default – prosegue il Codacons –. In tal senso abbiamo inviato una formale diffida al Presidente del Consiglio affinché adotti il Decreto previsto dalla legge 205/17 disciplinante i requisiti, le modalità e le condizioni di attuazione del Fondo di ristoro finanziario a favore dei risparmiatori che hanno subito un danno ingiusto, riconosciuto con sentenza del giudice o con pronuncia degli arbitri presso la camera arbitrale. Diffida cui seguirà, in caso di rifiuto, una class action contro la P.A. ai sensi della legge Brunetta”.