Epidemia di ebola in Congo: UNICEF invia aiuti


Nuova epidemia di Ebola nel nord del Congo: UNICEF invia 90 tonnellate di aiuti tra forniture idriche e igienico-sanitarie

Nuova epidemia di Ebola nel nord del Congo: UNICEF invia 90 tonnellate di aiuti tra forniture idriche e igienico-sanitarie

L’UNICEF sta trasportando altre 90 tonnellate di aiuti, specie soprattutto forniture idriche e igienico-sanitarie, per contribuire a contenere l’ultima epidemia del virus Ebola (EVD) nella parte orientale della Repubblica Democratica del Congo (RDC), nel Nord-Kivu.

“Questi aiuti sono stati spediti dal nostro magazzino ventrale di Copenhagen, in Danimarca, nella Repubblica Democratica del Congo, e si aggiungono alle 14 tonnellate di aiuti che abbiamo già distribuito nelle zone colpite”, ha dichiarato il Dottor Gianfranco Rotigliano, Rappresentante dell’UNICEF nella Repubblica Democratica del Congo.

“Gli aiuti aumenteranno la capacità dell’UNICEF di informare e proteggere le comunità locali, promuovere l’accesso all’acqua potabile, a servizi igienici adeguati e a pratiche igieniche adeguate per aiutare a prevenire l’ulteriore diffusione della malattia e fornire sostegno psicosociale ai bambini e alle famiglie che ne hanno bisogno” ha aggiunto.

Grazie al contributo in natura di UPS, le forniture vengono trasportate per via aerea e stradale alle aree colpite via Goma e Kigali e comprendono: 10 milioni di compresse per la purificazione dell’acqua; 1 tonnellata di cloro; 40 serbatoi d’acqua per una capacità complessiva di 325 metri cubi; 2.000 kit per l’igiene della famiglia; 10.000 secchi e kit anti-diarrea.

Da quando l’epidemia di Ebola è stata dichiarata lo scorso 1° agosto, l’UNICEF ha installato 35 punti  per la clorazione, nonché unità di lavaggio delle mani in 45 luoghi pubblici e strutture sanitarie nelle zone colpite di Beni e Mangina nel Kivu settentrionale.

Inoltre, l’UNICEF ha sostenuto la distribuzione di manifesti e volantini per informare e prevenire (sulla diffusione di Ebola) e ha lavorato con le comunità, negli spazi pubblici e con le radio locali per promuovere pratiche igienico-sanitarie sicure che contribuissero a contenere la diffusione della malattia. Grazie a queste attività, l’UNICEF è riuscita a raggiungere 30.000 persone con messaggi di prevenzione salvavita.