Emergenza caldo, sistema previsione e allarme troppo limitato


Italia nella morsa del caldo: il Codacons chiede di estendere il sistema di previsione e allarme per le ondate di calore a tutti i capoluoghi di provincia. Intanto Pronto Soccorso presi d’assalto

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Estendere il Sistema di previsione e allarme per far fronte alle ondate di calore –  attualmente previsto in sole 27 città – a tutti i capoluoghi di provincia. E’ quanto chiede il Codacons in relazione alle altissime temperature che si registrano in questi giorni in Italia, con il bollino rosso del Ministero della Salute che riguarda decine di città da Nord a Sud.

L’associazione dei consumatori lancia in particolare l’allarme anziani, che sono i soggetti più in pericolo, specie se abbandonati a se stessi, e chiede un maggior coinvolgimento dei medici di base.

“Il vero problema con queste ondate di caldo è che non basta attivare numeri verdi, comunicare le previsioni del tempo o riciclare i vecchi ed arcinoti opuscoli sul caldo” spiega l’associazione.

“Gli enti nazionali e locali devono attivarsi per tutelare le fasce di popolazione a rischio: le Anagrafi della suscettibilità, che dovrebbe censire le persone più sensibili all’aumento delle temperature, andrebbero fatte in tutti i comuni e, per non essere un elenco troppo generico e vasto, con un maggior coinvolgimento dei medici di base” aggiunge.

Per il Codacons, inoltre, i medici di famiglia, in caso di bollino rosso con allerta al massimo livello, dovrebbero andare a visitare a domicilio i loro pazienti più a rischio, anche se non chiamati. Altrimenti, come sempre, vi sarà lo scavalcamento della prima linea del Servizio sanitario nazionale, quella appunto dei medici di base che, teoricamente, dovrebbero fare da filtro alle chiamate al 118, con conseguente incremento di accessi al pronto soccorso e ore di attese estenuanti, accessi già cresciuti nelle grandi città solo negli ultimi giorni.

Pronto Soccorso presi d’assalto

Intanto è boom di accessi ai pronto soccorso di tutta Italia a causa del caldo record che ha investito il nostro paese. A denunciarlo è sempre il Codacons, che lancia l’allarme su una possibile paralisi degli ospedali italiani a seguito dell’emergenza caldo.

“Nei nosocomi di tutto il paese si registra una abnorme crescita degli accessi ai pronto soccorso per malori e problemi direttamente collegabili alle elevate temperature di questi giorni – spiega il presidente Carlo Rienzi – Pazienti che vengono registrati con codici bianchi, azzurri e verdi, e che quindi non richiedono particolari assistenze, ma i cui accessi agli ospedali rischiano di rallentare l’intero servizio sanitario e determinare una paralisi dei pronto soccorso”.

Con il caldo anziani a rischio anche per shock da condizionatori

Oltre al caldo anche lo shock da condizionatore può rappresentare un rischio per i 13,5 milioni di anziani in Italia soprattutto nel passaggio fra ambiente esterne e locali climatizzati a temperature “polari” sotto i 25-27 gradi.

E’ quanto afferma l’Unione europea delle cooperative Uecoop in relazione all’ondata di caldo che sta colpendo l’Italia con il boom dei consumi energetici dei condizionati e temperature esterne oltre i 40 gradi percepiti che stanno mettendo a dura prova la resistenza delle fasce più deboli della popolazione.

“I cambiamenti climatici con picchi di calore in estate influenzano sempre più anche l’assistenza agli anziani – spiega Uecoop – e diventa sempre più importante integrare terapie, cure e dieta anche con attenzioni maggiori alle condizioni climatiche dell’ambiente in cui si trova a vivere l’anziano, soprattutto d’estate, quando il rischio disidratazione e collassi aumenta in maniera esponenziale o quando si verificano anche casi di polmoniti da condizionatore”.

Con il progressivo invecchiamento della popolazione italiana, con gli anziani cresciuti del 18% negli ultimi dieci anni e destinati ad aumentare ancora e con 2,5 milioni di over 65 parzialmente o totalmente non autosufficienti diventa sempre più importante integrare le cure con quella parte di misure di sostegno legate agli stili di vita in relazione alle condizioni climatiche e ambientali, con la necessità di un continuo aggiornamento di metodi e procedure sia da parte dei familiari che da parte di chi opera nel settore come gli oltre 328mila operatori delle cooperative sociali e di assistenza.