Una latrina a cielo aperto nel baricentro marittimo


Succede a Crotone…nel baricentro marittimo una latrina a cielo aperto

Continua la denuncia di cittadini che si sentono soli e abbandonati. Accusando le autorità, garanti della sicurezza pubblica di sottovalutare le isole infelici create in città dagli extracomunitari, che possono provocare malattie, vista l’insalubre stato abitativo creato con pezzi di recupero addirittura presi nell’immondizia. Una baraccopoli diffusa ma anche case abbandonate abitate da stranieri e un puzzo crescente di criminalità sommessa.

E’ una struttura di fronte il porto vecchio e pure davanti alla capitaneria di porto, quella che si vede con sconcerto.ma anche il biglietto da visita negativo che ricevono le navi del turismo crocieristico entrando nel porto di Crotone. Diventato un ghetto al centro della città invece di un polmone verde, con risonanza mediterranea vista una favorevole ubicazione.

La causa di tanto timore da parte dei cittadini è un rudere che da oltre 10 anni, è stato abbandonato dalla ex depositi petroli meridionale, ceduto poi, al legittimo proprietario che è l’autorità portuale, scaduta la concessione. L’autorità portuale di Gioia Tauro, diretta interessata, è stata avvisata da parecchio tempo ma anche coinvolte la Prefettura e, all’attenzione degli organi preposti, il comune e la provincia. Quindi, si attende che questa area venga bonificata e che Gioia Tauro attivi l’iter e lo faccia anche con solerzia.

Sono stati chiamati più volte agenti di polizia per mettere ordine ad un incessante, movimentato, via vai, che alcuni vicini avevano notato per lo schiamazzo e dalle liti che suscitavano panico, soprattutto d’estate. E sul terrazzo del palazzetto nudi facevano mostra del loro corpo ignudo, mettendo a disagio i vicini.

Crotone, oggi, si trova a doversi prendere un pesante onere nell’ospitare un popolo multietnico che si disloca con indipendenza e libertà dal centro di accoglienza di San Anna di Isola Capo Rizzuto e non solo, per la città pitagorica. Ormai questi popoli che la città ospita da tempo, sono riusciti ad impadronirsi di molte zone della città, dove hanno creato bivacchi che non fanno certo bene ad una città a vocazione turistica e, sicuramente, le forze preposte non riescono ad avere il controllo della situazione. Macro aree, gestite da gruppi molto determinati in cui c’è un capo che comanda e asserviti che obbediscono, almeno ci è dato di capire, che prendono sempre più potere sul territorio. C’è da dire che il controllo degli extracomunitari a Crotone è sottovalutato perciò anche l’azione di contrasto che si dovrebbe avvertire in una città sovraffollata con persone che possono fare di tutto e di più, perché molte non sono identificabili, diventa molto complicato. E, forse gli ufficiali di polizia saranno preparati, formati per affrontare una attività di controllo? Anche se fanno salti mortali con le poche risorse che hanno.

L’immigrazione clandestina ha facili condizioni, spesso si allea con la malvivenza locale, facendo del crimine una sopravvivenza causale. Ma prima o poi questa riuscirà a sottomettere la mafia e la n’drangheta e perderemo un made in Italy che fa girare miliardi, un vero e proprio business nelle mani della delinquenza spietata e violenta.

Ma in questa bella Italia non è difficile diventare connazionali, lo si può per adozione, ius sanguinis, ius soli quando si nasce sul territorio italiano, da genitori ignoti o apolidi o senza aver ereditato una cittadinanza. È diritto anche per i maggiorenni adottati da un cittadino italiano e residenti nello Stato italiano da almeno tre anni e, i nati residenti in Italia da almeno tre anni.

Dopo le nozze con una cittadina o cittadino, la persona diventa nostro connazionale quando risiede legalmente in Italia da almeno 12 mesi o di 24 mesi di sola residenza con il coniuge. Mentre all’estero bisogna aspettare 18 mesi in presenza di figli nati o adottati da coniugi o 36 mesi dalla data di matrimonio.

I nostri ospiti aspettano impazientemente quel visto che gli permette di accedere negli stati membri, intanto la città crotonese è collassata da uomini senza nome e senza patria.