Inflazione in ripresa a Marzo secondo i dati Istat


Codacons: rincaro medio di 273 euro a famiglia. Per gli alimentari 65 euro in più su base annua

Inflazione in ripresa a Marzo secondo gli ultimi dati Istat e le conseguenze, come sempre accade in questi casi, sono tutte per le tasche delle famiglie. Maggiore spesa pari a +273 euro su base annua per la famiglia “tipo”

Inflazione in ripresa nel mese di Marzo secondo gli ultimi dati Istat e le conseguenze, come sempre accade in questi casi, sono tutte per le tasche delle famiglie.

La ripartenza dell’ inflazione a marzo una maggiore spesa pari a +273 euro su base annua per la famiglia “tipo” considerata dall’Istat, aggravio che sale a +352 euro nel caso in cui si consideri un nucleo familiare con due figli. Ad affermarlo è il Codacons, commentando la ripresa dell’ inflazione allo 0,9% registrata dall’Istat a marzo.

“Si evidenzia una repentina inversione di tendenza per gli alimentari, che passano dal -0,8% di febbraio al +1,2% di marzo – spiega il presidente Carlo Rienzi –. Una ripresa dei prezzi fortissima che incide sul tasso di inflazione finale, portando la famiglia tipo a spendere 65 euro in più per il cibo su base annua (+85 euro per un nucleo di 4 persone)”.

“Ma a spingere al rialzo l’inflazione sono anche i trasporti, che su base annua crescono del +1,8%. Questo significa che per spostarsi una famiglia spende mediamente 58 euro in più all’anno a causa dei rincari dei prezzi registrati nel comparto” conclude Rienzi.

Coldiretti: “Nei campi è deflazione”

In controtendenza all’andamento generale nel carrello della spesa scendono i prezzi dei vegetali freschi che fanno registrare una diminuzione al consumo dell’8,9% rispetto allo scorso anno. È quanto emerge da una analisi della Coldiretti sulla base dei dati Istat che evidenziano una ripresa dell’inflazione a marzo ma nei campi è in atto una grave deflazione per molti prodotti.

“Crollano i prezzi pagati agli agricoltori – sottolinea la Coldiretti – dai pomodori (-63%) ai peperoni (-29%) dai fagiolini (-25%) alle patate (-19%) rispetto allo scorso anno, mettendo a rischio aziende e posti di lavoro dopo un inverno segnato dai gravi danni provocati dal gelo”.

“Sotto accusa – continua la Coldiretti – sono le distorsioni lungo la filiera e le importazioni incontrollate dall’estero favorite spesso dagli accordi commerciali agevolati stipulati dall’Unione fortemente contestati anche perché nei Paesi di origine è spesso permesso l’uso di pesticidi pericolosi per la salute che sono vietati in Europa, ma anche perché le coltivazioni sono realizzate in condizioni di dumping sociale per il basso costo della manodopera”.

“L’Italia – conclude la Coldiretti – è al vertice della sicurezza alimentare mondiale con il 99,4% dei prodotti ortofrutticoli che sono risultati regolari per residui chimici secondo l’ultimo rapporto del ministero della salute”.