Stazione spaziale Tiangong 1: rientro sulla Terra il 1° Aprile


Agenzia Spaziale Italiana e Protezione Civile continuano a monitorare il ritorno sulla terra della stazione spaziale cinese: “Le strutture sono tutte sensibilizzate, allertate e preparate”

La data di rientro della stazione spaziale cinese Tiangong 1 che si avvicina alla Terra è stimata al 1 aprile 2018 alle ore 10:25 Utc (12:25 ora italiana), con un intervallo di incertezza di circa 48 ore. Gli aggiornamenti di Protezione Civile e Agenzia Spaziale Italiana.

Il rientro in atmosfera della stazione spaziale cinese Tiangong-1, il Palazzo Celeste che dal 16 marzo 2016 ha smesso di funzionare, e l’eventuale coinvolgimento dell’Italia per l’impatto sono stati al centro del Tavolo Tecnico presso la sede operativa del Dipartimento della Protezione Civile con l’Agenzia Spaziale Italiana. Il Tavolo è stato istituito per discutere ed analizzare le strategie da attuare per il rientro in atmosfera della stazione spaziale cinese, lanciata nel 2011 dal centro spaziale di Jiuquan, nel deserto di Gobi. Da marzo 2016 Tiangong 1 ha iniziato una lenta e progressiva discesa sulla Terra.

Ad oggi, la data di rientro della stazione cinese è stimata al 1 aprile 2018 alle ore 10:25 Utc (12:25 ora italiana), con un intervallo di incertezza di circa 48 ore. Ma solo nelle ultimissime fasi si potrà definire meglio la data e le parti del globo terrestre coinvolte. La conferma dell’area interessata avverrà con un preavviso, sull’eventuale impatto, che potrebbe essere inferiore ai 40 minuti.

Attualmente la stazione spaziale cinese sorvola il territorio italiano tre o quattro volte al giorno con una distanza temporale di 90 minuti tra un sorvolo e l’altro e ad una quota compresa tra i 200 e 220 km di altitudine.

Come emerso nei giorni scorsi, la possibile area nazionale interessata è quella centro-meridionale, che parte più o meno dall’area dell’Emilia Romagna e va verso il Sud, stando a quanto riferisce la Protezione Civile.

Si tratta di un rientro senza controllo, ma altamente monitorato da un coordinamento europeo e internazionale che vede per la prima volta quattro paesi europei lavorare fianco a fianco attraverso l’utilizzo di cinque telescopi e 13 agenzie spaziali internazionali. Angelo Borrelli, Capo Dipartimento della Protezione Civile, ha spiegato che “le strutture sono tutte sensibilizzate allertate e preparate”. Il Dipartimento ha creato anche una apposita pagina con gli aggiornamenti del rientro della Tiangong 1.

Il compito dell’Agenzia Spaziale Italiana è quello di monitorare attraverso radar e telescopi il decadimento della stazione spaziale cinese e per far questo ha coinvolto il proprio Centro di Geodesia Spaziale “Giuseppe Colombo” di Matera, l’Amministrazione della Difesa, Inaf e da sempre il Cnr/Isti, un’architettura nazionale.

Diversi sensori di osservazione terrestri stanno seguendo la stazione nel suo percorso orbitale, per registrare la sua posizione ed il tasso di decadimento: radar, sensori ottici e sistemi di tracciamento laser. Secondo Claudio Portelli, responsabile dell’Agenzia spaziale italiana per lo studio dei detriti spaziali e il controllo degli asteroidi, sarebbero davvero basse le probabilità che i frammenti del Palazzo Celeste possano cadere sull’Italia: circa lo 0,2%.