Fusione Bayer-Monsanto: via libera della Commissione europea


Coldiretti: “Ora si rischia che il 63% del mercato delle sementi e il 75% di quello degli agrofarmaci finisca nelle mani di sole tre multinazionali”

La Commissione europea si è detta favorevole alla fusione Bayer-Monsanto “a condizione di garantire la concorrenza su sementi e pesticidi”. Una decisione che ha sollevato diverse polemiche.

La Commissione europea si è detta favorevole alla fusione Bayer-Monsanto “a condizione di garantire la concorrenza su sementi e pesticidi”. Una decisione che ha sollevato diverse polemiche, perché con la fusione Bayer-Monsanto, tra DuPont e Dow Chemical e l’acquisizione di Syngenta da parte di ChemChina si rischia che il 63% del mercato delle sementi e il 75% di quello degli agrofarmaci finisca nelle mani di sole tre multinazionali con un evidente squilibrio di potere contrattuale nei confronti degli agricoltori.

Ad affermarlo è la Coldiretti nel commentare la decisione della Commissione Ue di approvare l’acquisizione di Monsanto da parte di Bayer, a condizione che attuino “gli ampi rimedi” proposti per eliminare i dubbi dell’Ue sulle sovrapposizioni su sementi, pesticidi e agricoltura digitale.

L’annuncio della fusione Bayer-Monsanto era stato dato nel Settembre 2016. Prezzo concordato: 128 dollari ad azione, pari a circa 114 euro, per un affare complessivo che sfiora i 59 miliardi di euro.

“Il miliardo e mezzo di produttori agricoli mondiali sono stretti in una tenaglia da pochi grandi gruppi multinazionali che dettano le regole di mercato nella vendita dei mezzi tecnici necessari alla coltivazione e all’allevamento nelle aziende agricole, a partire dalle sementi, ma anche – sottolinea la Coldiretti – nell’acquisto e nella commercializzazione dei prodotti agricoli e alimentare”.

“La perdita di potere contrattuale – continua la Confederazione – si traduce in difficoltà economiche e occupazionali per gli agricoltori a livello globale, ma l’elevata concentrazione mette a rischio anche la libertà di scelta dei consumatori e gli standard di qualità e sicurezza alimentare, oltre che la stessa sovranità alimentare dei vari Paesi e la biodiversità dei singoli Paesi”.

“È evidente la necessità per l’Italia di rafforzare il sistema dei Consorzi Agrari che sono l’unica struttura degli agricoltori italiani in grado – afferma la Coldiretti – di sostenere il potere contrattuale delle imprese agricole di fronte al crescente strapotere delle multinazionali nel mercato dei mezzi tecnici. Oggi i Consorzi agrari sono il riferimento di 300mila aziende diffuse capillarmente su quasi tutto il territorio, comprese le aree più difficili, ed hanno esteso la propria operatività, dall’innovazione tecnologica ai contratti di filiera, dalle agroenergie al giardinaggio, dalla fornitura dei mezzi tecnici alla salvaguardia delle sementi a rischio di estinzione e possono vincere la sfida del futuro con nuovi investimenti la sfida dell’agricoltura di precisione e dell’utilizzo dei big data”.