Più donne e più giovani: come cambiano Camera e Senato dopo le elezioni


Analisi Openpolis: il boom di Movimento 5 stelle e Lega porta a un nuovo ricambio generazionale tra Camera e Senato. Oltre il 30% degli eletti non ha mai fatto politica

Più donne e più giovani in Parlamento. Analisi Openpolis, il boom di Movimento 5 stelle e Lega porta a un nuovo ricambio generazionale tra Camera e Senato. Oltre il 30% degli eletti non ha mai fatto politica

Dalle elezioni politiche del 2013 a quelle del 4 marzo 2018, Camera e senato hanno cambiato decisamente volto. La XVIII legislatura sarà quella con l’età media più bassa e con la percentuale di deputate più alte della storia. Un rinnovamento anche nei volti, con circa il 65% dei parlamentari cambiati rispetti alla precedente legislatura. Ad affermarlo è l’associazione Openpolis, che ha analizzato i due nuovi rami del Parlamento dopo le elezioni politiche dello scorso 4 marzo.

L’età media degli eletti

La tornata elettorale del 4 marzo ha eletto il più giovane Parlamento della nostra storia repubblicana. A Camera e Senato si registrano infatti valori record. A Montecitorio già nella XVII legislatura l’età media si era abbassata di circa 5 anni, ma nel nuovo Parlamento il dato scenderà ancora di più, fino ad arrivare a 44,33. La contrazione è particolarmente significativa se la si confronta con il trend delle ultime legislature. Rispetto alla XV Legislatura (dal 2006 al 2008) in cui era stata eletta la Camera con l’età media più alta, la media si è abbassata del 13,58%.

Anche al Senatoè stato un voto record. L’età media a Palazzo Madama sarà poco oltre i 52 anni, abbassando di oltre 2 anni il dato della scorsa Legislatura. Come per Montecitorio la contrazione rispetto alla XV Legislatura, che anche in questo ramo registrava uno dei valori più alti della storia repubblicana, sarà notevole. Tra il 2006 e il 2008 gli eletti al Senato avevano in media 57 anni, un dato che è quindi sceso di quasi il 9%.

Il Parlamento è più “rosa”

Se da un lato l’età media è costantemente scesa nelle ultime legislature, dall’altro la percentuale di donne nel Parlamento italiano è invece aumentata. Due movimenti opposti, che certificano il cambiamento in essere nell’identikit di deputati e senatori. La XVIII legislatura sarà segnata dalla percentuale più alta di donne elette nella storia repubblicana.

La scorsa legislatura aveva già fatto segnare un’impennata di quote rosa, sia a Montecitorio che a Palazzo Madama. Alla Camera l’aumento era stato del 50%, passando dal 20,41% della XVI legislatura al 30,7%. Con la XVIII Legislatura la percentuale è destinata a crescere ancora, passando al 34,62%. Solamente 10 anni fa, nella XV Legislatura, le donne erano la metà, il 17,2%. Pure a Palazzo Madama i numeri sono record. Rispetto al 28,44% di senatrici della XVII Legislatura, nella XVIII passeremo al 34,75%, segnando un aumento del 22%. Il trend negli ultimi anni ha portato a quasi raddoppiare la percentuale di donne, considerando che nel periodo 2006-2008 il dato era fermo al 13,43%.

Le carriere politiche dei neo eletti a Camera e Senato

Un tema particolarmente caldo riguarda la carriera politica dei nei eletti a Camera e Senato. Un primo dato che emerge è che il tasso di ricambio parlamentare (percentuale di neo eletti che non hanno fatto parte della scorsa legislatura) è al 65,91% alla Camera e al 64,26% al Senato. Questo vuol dire che la stragrande maggioranza dei deputati e senatori sono cambiati rispetto alle politiche del 2013. Dalla seconda legislatura a oggi, è il valore più alto mai registrato.

Analizzando l’andamento nel tempo di questo indicatore, è evidente quanto la XVII e la XVIII Legislatura abbiano contribuito a variare gli equilibri parlamentari del nostro Paese. Questo dato è spinto in alto soprattutto dal successo elettorale del Movimento 5 stelle e della Lega. I due partiti hanno fortemente aumentato il loro numero di rappresentanti in Parlamento, e lo hanno fatto facendo eleggere una percentuale elevata di deputati e senatori che non facevano parte della scorsa legislatura. Mentre Partito democratico e Liberi e uguali hanno una percentuale di ricambio parlamentare tra il 20-30%, tutte le forze politiche di centrodestra, come anche il Movimento 5 stelle, superano il 60%. Il dato più alto in entrambi i rami è stato fatto registrare dalla Lega, 87% alla Camera e 83% al Senato.

Openpolis sottolinea che questo è dovuto soprattutto alla crescita nei numeri del partito guidato da Matteo Salvini, che dal 4% delle politiche 2013 è passato al 17% del 2018. Discorso analogo per il Movimento 5 stelle, che fa segnare la terza percentuale più elevata di ricambio parlamentare alla camera, e la seconda al senato.

Lega e Movimento 5 stelle però si differenziano molto nella carriera politica dei nei eletti in parlamento. Quanti deputati e senatori della XVIII legislatura sono al primo incarico politico? Alla Camera il 35% dei parlamentari non ha mai avuto un incarico politico, né al livello locale, né a quello nazionale ed europeo. Percentuale leggermente più bassa al Senato, dove infatti si ferma al 30,16%.

Spicca in questa speciale classifica il dato del Movimento 5 stelle, partito in cui il 65% dei nuovi parlamentari non ha mai avuto un incarico politico, dato di gran lunga superiore a qualsiasi altra delle maggiori forze parlamentari della XVIII legislatura. Per la Lega, continuando il confronto, la percentuale è infatti al 16% a Montecitorio e al 12% a Palazzo Madama. Questi dati raffrontati segnano una differenza forte tra le due forze politiche considerate. Da un lato il Movimento 5 stelle, partito politico giovane a livello nazionale, che visto il grande successo ha sia un forte ricambio rispetto la scorsa legislatura, sia un numero elevato di parlamentari nuovi alla politica. Dall’altro la Lega che, oltre all’exploit elettorale, mette in campo deputati e senatori con già una carriera politica alle spalle. In particolare, tra gli eletti del Carroccio, compaiono numerosi esponenti con incarichi a livello comunale, o come consigliere o come assessore. Nello specifico parliamo del 40% dei deputati e il 30% dei senatori. Un dato molto alto considerando che la percentuale media di eletti che vengono da amministrazioni comunali è del 12,92% alla Camera e del 10,82% al Senato.

I più “affezionati alla poltrona”

Alcuni deputati e senatori siedono in Parlamento da anni. Il record a Montecitorio è di Elio Vito (Forza Italia), che inizierà a breve la sua ottava legislatura. Poco distante la sua compagna di partito Stefania Prestigiacomo, che con già 6 legislature alle spalle, si appresta ad iniziare la sua settima. Un gruppo molto numeroso di deputati invece è pronto a iniziare la sesta legislatura da parlamentare: Valentina Aprea (Forza Italia), Alessio Butti (Fratelli d’Italia), Piero Fassino (Partito democratico), Giancarlo Giorgetti (Lega nord), Barbara Pollastrini (Partito democratico), Gianfranco Rotondi (Forza Italia), Paolo Russo (Forza Italia) e Bruno Tabacci (+Europa). In cima al podio di Palazzo Madama due nomi grossi della nostra politica. Per Emma Bonino, eletta nel Lazio con +Europa, sarà la nona legislatura in parlamento, mentre per Pier Ferdinando Casini sarà la decima. Il senatore è ininterrottamente in Parlamento dal 1983. Pronti ad iniziare l’ottava legislatura tra i banchi del Senato anche Umberto Bossi e Roberto Calderoli della Lega, come anche Maurizio Gasparri (Forza Italia) e Ignazio La Russa (Fratelli d’Italia).

Lo scenario post voto

Le analisi di Openpolis sono basate sull’elenco degli eletti a Camera e Senato disponibile al 9 marzo 2018. Il numero totale degli eletti considerato non è quindi quello previsto dalla Costituzione (630 deputati e 315 senatori). Alcune variabili infatti non sono ancora ben definite, e implicheranno delle variazioni sulla base dati analizzata. In primis, l’invio da parte di alcune sezioni dei verbali direttamente alla Corte di appello, invece che al ministero, ha rallentato fortemente la raccolta dei dati ufficiali. Inoltre al momento risulta esserci un caso di seggi vacanti in Sicilia, in quanto il Movimento 5 stelle ha vinto più seggi rispetto al numero totale di candidati della lista in quella circoscrizione. Un nodo ancora da sciogliere, che potrebbe portare la prossima legislatura ad avere un numero anomalo di parlamentari. Le percentuali riportate potrebbe quindi variare di decimali nelle prossime settimane.

Nella settimana di lunedì 19 i neo eletti deputati e senatori andranno nelle rispettive aule per iniziare il processo di accreditamento. Il 23 marzo poi, con le prime sedute di aula, avranno luogo le proclamazioni ufficiali, seguite dalle elezioni dei presidenti di Camera e Senato. Entro il 27 andranno anche eletti i capigruppo, che con i leader dei partiti andranno al Colle. La settimana dopo Pasqua infatti, il 3 aprile, inizieranno le consultazioni per la formazione del nuovo governo.