L’obbligo dei vaccini infiamma la campagna elettorale


I pediatri ai politici: “I vaccini non possono e non devono essere messi al centro del dibattito elettorale”

A meno di due mesi dalle elezioni del 4 Marzo 2018 i vaccini sono tornati alla ribalta dopo le affermazioni del leader della Lega, Matteo Salvini, e del candidato premier del Movimento 5 stelle, Luigi Di Maio

A meno di due mesi dalle elezioni del 4 Marzo 2018 i vaccini sono tornati alla ribalta dopo le affermazioni del leader della Lega, Matteo Salvini, e del candidato premier del Movimento 5 stelle, Luigi Di Maio. Entrambi, nel dibattito politico di questi ultimi giorni, hanno insistito sulla necessità di modificare la legge Lorenzin che ha introdotto l’obbligo dei vaccini per frequentare la scuola.

Per la Federazione Italiana Medici Pediatri (FIMP) “i vaccini non possono e non devono essere messi al centro del dibattito elettorale”. “Siamo sorpresi che si pensi di abolire la recente legge sull’obbligo vaccinale – afferma il dott. Giampietro Chiamenti Presidente Nazionale FIMP -. Così vengono messe in discussione scelte di prevenzione scientificamente validate, con effetti negativi sul recupero del pericoloso calo delle coperture vaccinali degli ultimi anni”.

“Va dimostrata l’inutilità o la pericolosità delle vaccinazioni prima di addentrarsi in una materia così delicata ed importante per la salute pubblica e non contribuire invece a coltivare dubbi e timori ingiustificati” aggiunge. Lo scorso 28 dicembre 2017 Vaccine, prestigiosa rivista scientifica internazionale, ha accettato la pubblicazione online di una ricerca condotta dall’Istituto Superiore di Sanità, Ministero della Salute, alcune Agenzie regionali sanità pubblica e due Università italiane. Il tema dell’indagine è stato il “Parental vaccine hesitancy in Italy” ed è emerso l’importante ruolo del pediatra di libera scelta come fonte principale di informazione sulle problematiche vaccinali.

Dall’analisi di 3.130 questionari raccolti presso le famiglie italiane risulta, infatti, che il pediatra di famiglia sia la fonte di informazione sui vaccini più affidabile per i genitori pro vaccini (88%) ma anche per quelli esitanti (71%). E comunque anche per il 47 % dei no vax. La maggior parte dei genitori ritiene che il pediatra di famiglia dedichi tempo sufficiente all’informazione (pro vax 71% hesitant 64% no vax 38%) mentre gli stessi genitori ritengono che il personale dei servizi vaccinali dedichi meno tempo. Mentre l’84% dichiara di aver ricevuto indicazioni per fare tutte le vaccinazioni.

“I dati non sorprendono perché l’azione di supporto dei pediatri di famiglia alle vaccinazioni è un compito consolidato della nostra assistenza – prosegue Chiamenti -. Inoltre in diverse realtà il pediatra si affianca al servizio vaccinale pubblico anche nell’esecuzione del programma vaccinale, soprattutto dopo l’approvazione della legge sulle vaccinazioni obbligatorie, per garantire una migliore risposta organizzativa alle nuove esigenze”.

“Stupisce invece che in alcune trasmissioni televisive nazionali passi il messaggio di una pediatria ostativa come se la categoria fosse allineata su posizioni di scarso sostegno alle vaccinazioni laddove invece, per sua formazione scientifica, il pediatra è ben conscio dell’importanza del ruolo preventivo delle vaccinazioni” prosegue.

“Va ricordato che questi presidi sanitari hanno permesso la sconfitta definitiva del vaiolo e stanno riducendo in modo progressivo e costante altre patologie infettive infantili – sottolinea il presidente FIMP -. Questi risultati sono però messi a rischio dalla progressiva disaffezione di cittadini malinformati e non più abituati alle conseguenze di malattie che non si vedevano più proprio per effetto della loro prevenzione. Solo la scienza ci può convincere del contrario e ci conforta molto il giudizio delle famiglie italiane che testimoniano la validità dell’impegno a favore delle vaccinazioni della grandissima parte dei pediatri italiani”.

“La FIMP è la Società Scientifica pediatrica che ha elaborato insieme a FIMMG, SIP e SITI il Calendario vaccinale per la vita adottato come proposta di riferimento dal Piano Nazionale Vaccini per il 2017-19. Purtroppo – conclude Chiamenti – dobbiamo ancora confrontarci con chi non si rende conto della responsabilità che si assume quando sostiene posizioni vicine alla esitazione vaccinale e nello specifico, se costui è un pediatra convenzionato, dobbiamo far presente che questa posizione lo pone istituzionalmente fuori dal proprio ruolo”.

Sul tema è intervenuta anche la governatrice friulana del PD, Debora Serracchiani: “Salvini e Di Maio rischiano di generare una confusione pericolosa per la salute dei bambini: si fermi questa speculazione sui vaccini”. Per Serracchiani “è da pazzi mettersi a dire a medici e scienziati quanti vaccini è meglio fare ai propri figli, e ancora peggio fare ipotesi su misure in caso di epidemia: noi dobbiamo fare di tutto per evitare una qualsiasi epidemia prima che scoppi”.

“Non c’è altro da dire su questo argomento, tranne che – ha concluso – da quando esistono i vaccini hanno salvato milioni di vite”.