Nuovi sacchetti biodegradabili: il Codacons si rivolge al MISE


L’associazione dei consumatori chiede al Ministero dello Sviluppo di autorizzare i consumatori a portare da casa shopper per la spesa o buste trasparenti

Dal 1° gennaio sacchetti della spesa utilizzati per imbustare frutta e verdura sono a pagamento

Il 2018 è iniziato con la novità dei sacchetti biodegradabili a pagamento per l’acquisto di frutta e verdura nei supermercati. Quanto previsto dalla norma contenuta nel Dl Mezzogiorno approvato lo scorso agosto ha scatenato un putiferio non soltanto sui social network, dove si moltiplicano post dei consumatori sulla vicenda.

Interviene anche il Codacons, che in una nota fa sapere che oggi presenterà una diffida al Ministero dello sviluppo economico, affinché emani una circolare che autorizzi i consumatori a portare da casa shopper per la spesa o buste trasparenti in grado di verificarne il contenuto. E se non sarà accolta tale richiesta, l’associazione dei consumatori è pronta ad avviare “clamorose forme di protesta nei supermercati, lanciando lo sciopero dei sacchetti e spingendo i consumatori a pesare ad uno ad uno i prodotti ortofrutticoli passandoli singolarmente in cassa pur di non pagare l’ingiusto balzello”.

“L’85% dei consumatori italiani è nettamente contrario alla nuova norma che, a partire dall’1 gennaio, impone che i sacchetti della spesa utilizzati per imbustare frutta e verdura siano a pagamento” si legge ancora nella nota del Codacons, che ha svolto una indagine a campione tra i propri iscritti.

“Abbiamo chiesto ai consumatori cosa ne pensino degli shopper a pagamento nei supermercati e del costo dei sacchetti variabile tra 1 e 3 centesimi di euro, e la stragrande maggioranza degli intervistati (l’85%) ha espresso totale contrarietà ritenendo sbagliata tale misura” spiega ancora l’associazione.

“Gli italiani non hanno affatto gradito la novità introdotta lo scorso 1 gennaio, che viene vista dal 69% del campione intervistato come l’ennesima trovata per imporre nuovi costi a carico delle famiglie. Ed effettivamente la mancanza di soluzioni alternative per i consumatori fa sorgere il sospetto che la misura sia una nuova tassa sui cittadini mascherata da provvedimento ambientale” afferma il Codacons.

“Non si capisce perché il Governo abbia unilateralmente deciso che il costo dei sacchetti sia a carico dei consumatori e non delle catene commerciali o degli esercenti. Cosa ancora più incomprensibile è il divieto di utilizzare shopper portati da casa o le vecchie borse a rete molto utilizzate in passato, soluzioni che permetterebbero da un lato di ridurre il consumo di plastica e proteggere l’ambiente, dall’altro di evitare inutili costi a carico delle famiglie” conclude il presidente del Codacons, Carlo Rienzi.