Voli cancellati, Antitrust avvia procedimento contro Ryanair


L’Autorità accusa la compagnia aerea di non fornire informazioni chiare sui voli cancellati ai passeggeri rimasti a terra

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L’Antitrust aveva già segnalato una possibile violazione dell’articolo 20 Codice del Consumo da parte della compagnia aerea

ROMA – Nuovo capitolo nella vicenda delle centinaia di voli cancellati da Ryanair per permettere al personale di smaltire le ferie. Una decisione, quella della compagnia aerea, che ha lasciato a terra migliaia di passeggeri nelle settimane scorse.

Sul caso è intervenuta di nuovo l’Autorità Garante della concorrenza e del Mercato che ha deliberato in data 29 novembre l’avvio di un procedimento di inottemperanza nei confronti di Ryanair. La motivazione? “Per non aver dato seguito a quanto prescritto nel provvedimento cautelare adottato lo scorso 25 ottobre 2017 con la quale l’ Autorità ha imposto al vettore irlandese, a seguito delle cancellazioni dei voli operate negli scorsi mesi di settembre e ottobre – in larga misura riconducibili a ragioni organizzative e gestionali del vettore – l’adozione di specifiche misure volte a fornire informazioni chiare, trasparenti e immediatamente accessibili sui diritti dei consumatori italiani ai sensi del Regolamento CE n. 261/2004” spiega l’Autorità.

In particolare, l’Antitrust, con il proprio provvedimento cautelare, ha ordinato a Ryanair – sia attraverso una comunicazione specificamente diretta ai consumatori italiani che attraverso informazioni facilmente reperibili a partire dalla home page del sito internet in lingua italiana della compagnia – di informare i consumatori italiani, con chiarezza, dei diritti nascenti dalla cancellazione dei voli, in modo da consentire loro di acquisire piena ed adeguata consapevolezza relativamente:

  • alla immediata accessibilità e comprensione dell’informazione circa la sussistenza non solo del diritto al rimborso e/o alla modifica gratuita del volo cancellato ma anche alla compensazione pecuniaria, ove dovuta;
  • all’elenco completo delle date, delle tratte e del numero (e.g.: FRxxx) di ogni volo cancellato in relazione al quale è sorto non solo il diritto al rimborso e/o alla modifica gratuita del volo ma anche alla compensazione pecuniaria, ove dovuta;
  • alla connessa e immediata fruibilità della procedura da seguire per richiedere il rimborso e/o la modifica gratuita del volo e la compensazione pecuniaria ad essi spettante.

“Entro il termine di 10 giorni previsto dalla anzidetta delibera del 25 ottobre, Ryanair non ha comunicato l’avvenuta esecuzione di quanto prescritto dal provvedimento cautelare e le relative modalità di attuazione” spiega l’Antitrust in una nota.

Tale comportamento si è protratto anche dopo che il TAR del Lazio, con ordinanza del 22 novembre 2017, ha respinto la domanda incidentale di sospensione dell’esecuzione del provvedimento cautelare dell’Autorità presentata da Ryanair. Infatti, la compagnia irlandese non ha trasmesso all’Autorità alcuna comunicazione al riguardo, né risulta che abbia posto in essere azioni volte a ottemperare al provvedimento dell’Autorità. Il procedimento di inottemperanza avviato potrà condurre all’irrogazione di una sanzione amministrativa pecuniaria compresa tra 10.000 e 5.000.000 di euro.

Esulta il Codacons

“Più volte negli ultimi mesi abbiamo denunciato la carenza di informazioni da parte di Ryanair, con particolare riferimento al diritto dei passeggeri alla compensazione pecuniaria in caso di cancellazione del volo” spiega l’associazione dei consumatori in una nota.

“Ora l’Antitrust ha accolto le nostre denunce e ha deciso di aprire un procedimento per fare luce sulla questione. Resta tutta un mistero il comportamento dell’Enac: secondo l’ente per l’aviazione Ryanair è stata assolutamente corretta e non ha commesso alcuna violazione verso i viaggiatori, al punto che nessuna sanzione è stata elevata dall’ente nei confronti della compagnia area” aggiunge il Codacons.

“L’indagine dell’Antitrust, tuttavia, sembra smentire e contraddire quanto affermato dall’Enac, ravvedendo la mancanza di informazioni chiare, trasparenti e immediatamente accessibili sui diritti dei consumatori italiani” conclude l’associazione.