Francesco Furchi alla sbarra per il verdetto finale a dicembre


Accanimento persecutorio o plurime idee basate su apparenze?

L’uomo col casco è il presunto omicida, Francesco Furchi, da circa 4 anni in carcere e accusato di aver ammazzato il consigliere comunale Alberto Musy. Noto avvocato nella cinta piemontese.

Francesco Furchi l’indiziato numero uno, ovvero il capo espiatorio di una situazione che ha molti vuoti, tanti se e parecchi ma. Avvolta dal mistero la storia e una furia inspiegabile di voler trovare un colpevole. Ma il colpevole era già bello cotto e pronto. Tutto remava contro il povero incensurato ma senza uno stralcio di prova, colpevole secondo, che dir si voglia, un concetto di lombrosiana memoria che si sentiva nell’aria, nell’aula del tribunale.

L’ex magistrato Francione: “manca la prova che lo inchioda”

Ma senza prove si può condannare un individuo? In un’era dove la tolleranza è al massimo della sopportazione soprattutto giudiziale con stupri, violenze, crimini efferati “e non si paga”, in questo caso si vuole per forza usare una maxi condanna: l’ergastolo!

A dire che non bastano indizi è l’ex giudice oggi in pensione Gennaro Francione, presso il tribunale di Roma, “manca la prova che lo inchioda!” allora com’è possibile signor giudice che in questo processo i conti non quadrano? “7 indizi a suo carico non bastano perché manca la prova che lo inchioda. Gli indizi potrebbero essere mille ma non basterebbero. I processi si fanno con prove forti e non per indizi che servono solo a creare congetture, invalidate se non si trovano prove. Questo è il processo scientifico popperiano non romanzesco e medioevale. Gli indizi servono solo ad aprire piste d’indagine ma poi se non si trovano prove forti il processo cade. Infine mille indizi non formano una sola prova come 1000 conigli formano una conigliera e non certo un leone!”

Venti giorni all’alba, saranno sicuramente i più lunghi e tortuosi della sua vita.

In gioco la vita di un uomo che si trova da quasi un lustro in carcere da presunto omicida. L’uomo con il casco che per i giudici della corte piemontese risulta colpevole a breve lo vedremo assistere ad un verdetto già scritto. Il 21 novembre è il suo compleanno, ma chi avrà il coraggio di fargli gli auguri?

Ada Cosco