I viaggi dei giovani migranti: analisi di traiettorie e aspettative


Studio di REACH con il Mixed Migration Hub e la Mixed Migration Platform, sul processo decisionale

rapporto giovani migranti flussi migratori analisi
L’infografica con i flussi migratori

GENOVA – Dal marzo 2016, più di 260.000 rifugiati e migranti sono sbarcati sulle coste italiane. Si tratta soprattutto di giovani, e di minori stranieri non accompagnati, i quali ne rappresentano il 15%. Se le problematiche relative alla condizione di vulnerabilità dei minori sono state sempre più presenti nel dibattito pubblico, un’attenzione limitata è stata finora rivolta al processo decisionale e alle dinamiche che caratterizzano il viaggio.

Al fine di analizzare le esperienze dei giovani migranti in movimento verso l’Italia, e assicurare che queste siano prese in considerazione nei paesi di transito e di destinazione dagli attori governativi e umanitari, REACH, in partenariato con il Mixed Migration Hub e la Mixed Migration Platform, ha condotto uno studio sul processo decisionale, le traiettorie e le aspettative dei giovani in arrivo in Italia.

I risultati principali dell’indagine mostrano che:

  • Preoccupazioni legate alla situazione politica e di insicurezza nel paese, spesso legate a preoccupazioni di natura economica, sono indicate tra i fattori principali che portano i giovani a considerare la possibilità di migrare. Decidere di migrare può richiedere anni. Eventi specifici come situazioni familiari e violazioni dei diritti umani sono stati riportati come i principali fattori che innescano la scelta di partire.
  • I giovani migranti hanno accesso a informazioni spesso generiche e non rappresentative delle difficoltà che incontreranno lungo il viaggio.
  • I giovani migranti fanno spesso viaggi molto lunghi e frammentati. In moltissimi casi analizzati per questo studio, la decisione di venire in italia è stata frutto di un movimento secondario, una decisione presa mesi o persino anni dopo aver abbandonato il paese di origine. La mancanza di capitale economico, le preoccupazioni legate al deterioramento delle condizioni di sicurezza in Libia e, in minore grado, le barriere create dalle politiche mgiratorie sono indicate come i fattori che più influenzano la lungezza del viaggio.
  • A meno che la partenza non sia stata legata ad eventi improvvisi, gli intervistati hanno lasciato il paese di orgine prima di compiere i 18 anni, al fine di realizzare le proprie aspirazioni legate al passaggio alla età adulta. La disaggregazione dei dati per fascia di età rivela che, mentre la migrazione dei minori è notoriamente associata ad una condizione di vulnerabilità, passività o a dinamiche di forza, gli intervistati che sono partiti prima dei 18 anni avevano una serie di interessi e aspirazioni che intendevano perseguire attraverso la migrazione.
  • La disponibilità di risorse economiche e sociali al momento della partenza influenza la possibile frammentazione del viaggio ed il rischio di vulnerabilità dei giovani. Per i giovani provenienti dall’Africa Occidentale, la mancanza di risorse economiche si è tradotta in un aumento del rischio di essere sottoposti a forme di sfruttamento lavorativo. Per i giovani provenienti dall Africa Orientale, essa ha invece comportato il rischio di essere sopposti a periodi di detenzione più lunghi, caratterizzati da violenze e torture in Libia.
  • Indipendentemente dalla regione di origine, la rete di familiari e amici ha spesso compensato alla mancanza di risorse economiche, riducendo il rischio o la lunghezza della detenzione in Libia.
  • La struttura dell’industria delle migrazioni varia molto tra le regioni di origine analizzate. Passatori e trafficanti giocano dei ruoli ambigui e possono essere descritti sia come fattori facilitatori del movimento migratorio, sia come dei meccanismi di ostacolo.

L’intero rapporto Youth on the Move è consultabile qui.