Gli italiani a tavola: spesa dal contadino e svolta salutista


I risultati di un’indagine Coldiretti/Ixè sulle abitudini alimentari

mercato contadino coldiretti
Sempre più italiani fanno la spesa nei mercati con prodotti a km zero

MILANO – Quasi sei italiani su dieci (59%) hanno fatto la spesa dal contadino almeno una volta al mese nel 2017 in frantoi, malghe, cantine, aziende, agriturismi o mercati degli agricoltori per acquistare prodotti locali a chilometri zero direttamente dai produttori.

È quanto emerge da una analisi Coldiretti/Ixè presentata all’inaugurazione della più grande fattoria mai realizzata in Italia nel centro storico di una città, a Milano al Castello Sforzesco, da Piazza del Cannone a Piazza Castello, con il Ministro delle Politiche Agricole Maurizio Martina e migliaia di agricoltori insieme al presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo e al presidente di Federalimentare Luigi Scordamaglia.

#stocoicontadini è una occasione unica per vivere un giorno da contadini negli orti, sui trattori o nella stalla con gli animali o per gustare il menu contadino servito e preparato dagli stessi agricoltori, ma anche per fare la spesa a chilometri zero con le specialità del territorio nel mercato di Campagna Amica che dedica un apposito spazio alla solidarietà per le aree terremotate.

Dal dopoguerra mai così tanti italiani hanno acquistato direttamente dal contadino con una crescita esplosiva nell’ultimo decennio da ricondurre all’attenzione per il benessere e per la salute, ma anche alla sostenibilità ambientale e alla volontà di difendere e valorizzare l’economia e l’occupazione del proprio territorio. Sono oltre 130mila le aziende agricole italiane che fanno vendita diretta in maniera prevalente mentre nei mercati degli agricoltori la spesa degli italiani ha superato i 3 miliardi di euro. L’alta qualità dei prodotti che sono più freschi, saporiti e genuini è la principale ragione di acquisto dal produttore per il 71% degli italiani coinvolti, seguita dalle garanzie di sicurezza e dalla ricerca di prodotti locali che salgono sul podio delle motivazioni seguite dalla convenienza economica, secondo l’indagine.

Con la spesa dal contadino si trovano infatti prodotti locali del territorio, cosiddetti a chilometri zero, messi in vendita direttamente dall’agricoltore nel rispetto della stagionalità dei prodotti in alternativa ai cibi che devono percorrere lunghe distanze. Gli effetti positivi per i consumatori si fanno sentire anche sugli sprechi che vengono ridotti per la maggiore freschezza della frutta e verdura in vendita che dura anche una settimana in più, non dovendo rimanere per tanto tempo in viaggio. Oltre a ciò nei mercati dei contadini è possibile trovare specialità del passato a rischio di estinzione che sono state salvate grazie all’importante azione di recupero degli agricoltori e che non trovano spazi nei normali canali di vendita dove prevalgono rigidi criteri dettati dalla necessità di standardizzazione e di grandi quantità offerte.

L’Italia ha conquistato in pochi anni la leadership mondiale nei mercati contadini davanti agli Usa e Francia con la più vasta rete di vendita diretta degli agricoltori organizzata con proprio marchio del mondo grazie alla Fondazione Campagna Amica una realtà che fattura complessivamente con la vendita diretta.

In pochi anni è nata e cresciuta in Italia una rete unica a livello internazionale per dimensioni e caratteristiche che ha esteso la sua presenza dalle fattorie ai mercati, dai ristoranti al cibo di strada, dagli agriturismi agli orti urbani. Complessivamente la rete di Campagna Amica – spiega la Coldiretti – è composta da 7200 fattorie, 1250 mercati, e 2200 agriturismi, cui si aggiungono 550 ristoranti, 210 orti urbani e 30 punti di street food, dove arrivano prodotti coltivati su circa 200mila ettari di terreno. Nei mercati e nelle fattorie di Campagna Amica si trovano prodotti locali del territorio, messi in vendita direttamente dall’agricoltore nel rispetto di precise regole comportamentali e di un codice etico ambientale, sotto la verifica di un sistema di controllo di un ente terzo.

A tavola boom di pesce e frutta

Oltre al ritorno dal contadino per acquistare il cibo, dall’indagine emerge anche la svolta salutista sulle tavole degli italiani nel 2017 dove, dopo anni di abbandono, torna prepotentemente la Dieta mediterranea con un aumento record dei consumi che va dal +7% per il pesce fresco fino alla crescita del 6% per la frutta fresca.

Il 42% degli italiani, sottolinea la Coldiretti, considera l’impatto sulla salute il criterio principale di scelta di un alimento rispetto al 12% che indica il gusto e al 6% guarda al risparmio secondo una indagine Ref ricerche su Gfk.

“Un cambiamento a tavola che ha consentito all’Italia di collocarsi ai vertici della classifica Bloomberg Global Health Index su 163 Paesi per la popolazione maggiormente in salute e sana a livello mondiale”, ha affermato il presidente della Coldiretti, Roberto Moncalvo.

“L’Italia può offrire ai visitatori un modello alimentare da primato per contenuti salutistici con la dieta mediterranea che con pane, pasta, frutta, verdura, olio extravergine, il tradizionale bicchiere di vino consumati a tavola in pasti regolari, ma anche pesce e carne nelle giuste quantità, ha consentito di conquistare primati di longevità nell’Unione Europea con 80,3 anni per gli uomini e al terzo per le donne con 85,2” ha aggiunto.

Mai così tanta frutta e verdura è arrivata sulle tavole degli italiani da inizio secolo con una netta inversione di tendenza rispetto al passato. Un andamento positivo che riguarda anche gli ortaggi freschi con un +6% favorito anche da nuove modalità di consumo sospinte anche dalla disponibilità di tecnologie casalinghe low cost, dalle centrifughe agli essiccatori che aiutano a far apprezzare cibi salutari ai più piccoli.

In forte crescita sono gli acquisti dei cibi garantiti italiani al 100% dal campo alla tavola con la provenienza nazionale che è considerata importante da piu’ di otto consumatori su dieci. Una tendenza favorita dall’evoluzione normativa che sta portando all’indicazione di origine obbligatoria in un numero crescente di alimenti (dai lattiero caseari, alla pasta fino al riso) ma anche perché molti marchi commerciali ora la indicano volontariamente.

Gli aspetti salutistici guidano quindi le scelte anche all’interno delle diverse categorie merceologiche come dimostra l’interesse per il comparto biologico, che fa registrare ancora un incremento del 10%, dopo una crescita della domanda ininterrotta da oltre un decennio. Anche il free-from (senza zuccheri aggiunti, senza sale, senza olio di palma, senza coloranti o senza conservati) mette a segno una forte crescita del 6% e l’integrale aumenta del 5%.

Il risultato è che dopo cinque anni di segno negativo, nel primo semestre 2017, la spesa degli italiani per l’acquisto di beni alimentari è cresciuta del +2,5% a testimoniare un processo in atto di uscita dalla crisi, ma anche una riorganizzazione del carrello della spesa in senso qualitativo, secondo le elaborazioni Coldiretti su dati Ismea.