Stretta di Strasburgo sulle esportazioni di armi dai Paesi UE


Il Parlamento europeo approva anche la richiesta di embargo sulla vendita all’Arabia Saudita

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L’UE è il secondo maggiore fornitore di armi del mondo dopo gli Stati Uniti

STRASBURGO – Il controllo delle esportazioni di armi dovrebbe essere potenziato istituendo un’autorità UE e sanzionando gli Stati membri che non rispettano le regole.

L’UE a 28 nel suo complesso è il secondo maggiore fornitore del mondo (26% del totale mondiale di esportazioni di armi), dopo gli Stati Uniti (33%) e prima della Russia (23%). Secondo i dati della Commissione, nel 2015 il Medio Oriente era la regione più importante di destinazione delle esportazioni di armi.

La posizione comune dell’UE sulle esportazioni di armi è l’unico accordo giuridicamente vincolante a livello regionale. Vi sono elencati otto criteri che gli Stati membri devono applicare quando prendono una decisione sulle licenze relative alla vendita di armi ai paesi extra UE, come ad esempio il rispetto degli obblighi e degli impegni internazionali, in particolar modo le sanzioni, e il rispetto dei diritti umani e del diritto umanitario internazionale da parte del Paese acquirente.

Nel corso della Plenaria del Parlamento europeo gli eurodeputati si sono dunque detti allarmati dalla corsa agli armamenti a livello globale e hanno criticato duramente gli Stati membri per aver violato la posizione comune dell’UE sul controllo delle esportazioni di armi, che ne stabilisce le regole.

Inoltre, solo 20 Stati membri hanno fornito informazioni complete sulle armi vendute all’estero.

In una risoluzione approvata con 386 voti favorevoli, 107 contrari e 198 astensioni gli eurodeputati chiedono:

  • l’istituzione di un’autorità per il controllo delle armi sotto l’egida dell’Alto rappresentante;
  • la creazione di un meccanismo di sanzioni per gli Stati membri che non rispettano la posizione comune;
  • di ampliare l’elenco dei criteri relativi alle esportazioni di armi per obbligare gli Stati membri a considerare il rischio potenziale di corruzione nel paese acquirente;
  • di aumentare la trasparenza in materia di comunicazione, fornendo informazioni in maniera sistematica e tempestiva sulle licenze di esportazione e trasformando, entro la fine del 2018, la relazione annuale dell’UE in una banca dati online consultabile;
  • la creazione di efficaci meccanismi di controllo post-spedizione per garantire che le armi non vengano riesportate verso utilizzatori finali non autorizzati;
  • di includere i droni armati nei regimi di controllo delle armi;

Infine, le esportazioni di armi verso l’Arabia Saudita violano la posizione comune dell’UE. I deputati hanno quindi ribadito l’invito rivolto al Capo della politica estera dell’UE, Federica Mogherini, di imporre un embargo sulle armi nei confronti del paese.

Per il relatore Bodil Valero (Verdi, SV) “dobbiamo rafforzare i controlli sulle esportazioni di armi. L’Unione europea non deve chiudere gli occhi quando le armi europee vengono utilizzate per scopi che non rispettano le nostre stesse norme. Vogliamo alcuni cambiamenti: un migliore controllo, sanzioni contro i Paesi che violano le regole e che la sig.ra Mogherini prenda l’iniziativa di utilizzare la carta dell’embargo sulle armi, ove necessario”.