Riordino settore giochi: c’è l’accordo tra Governo ed Enti locali


Fumata bianca in Conferenza Unificata dopo mesi di stallo

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La Conferenza delle Regioni aveva chiesto e ottenuto il rinvio

ROMA – Mesi di trattative senza trovare un accordo sul riordino del settore giochi e poi la svolta con la fumata bianca arrivata oggi. La Conferenza Unificata odierna, che da più parti era ritenuta l’ultima possibilità per l’accordo tra Governo ed enti locali sulle norme, si è conclusa con un’intesa.

“Abbiamo raggiunto l’intesa all’unanimità: siamo contenti perché è un’intesa costruita con le Regioni, siamo riusciti a far approvare un emendamento, insieme alla provincia di Bolzano, che fa salve le leggi regionali. Questo vuol dire che la nostra legge sarà rispettata e non si tocca. Inoltre abbiamo chiesto che l’accesso ai dati dei Monopoli sia gratuito”. Lo ha spiegato ad Agipronews l’assessore regionale al Territorio della Lombardia, Viviana Beccalossi, a margine della Conferenza delle Regioni che si è appena conclusa.

In precedenza, lo scorso 3 Agosto, la Conferenza si era conclusa con la proposta di fare ulteriori limature al testo presentato dal sottosegretario all’Economia Pier Paolo Baretta, con la promessa di rivedersi a Settembre per il via libera definitivo.

L’ultima proposta del Governo prevedeva il superamento del distanziometro, affidando “a Regioni ed enti locali il compito di definire, nei rispettivi piani urbanistici, criteri che permettano un’equilibrata distribuzione nel territorio”, oltre al dimezzamento dell’offerta dei punti gioco a livello nazionale.

Per raggiungere l’intesa, prevista nella legge di stabilità 2016, il regolamento della Conferenza Unificata stabilisce che si debba raggiungere l’unanimità “da conseguire tra le Regioni e le Autonomie locali, cui deve corrispondere l’assenso del Governo”: quindi bastava il “no” di un solo componente della Conferenza per far saltare il tavolo. Ora dunque si apre la strada all’emanazione dei bandi di gara di bingo e scommesse, in stand-by fino a oggi proprio a causa del mancato accordo tra Governo ed enti locali sulla distribuzione del gioco sul territorio.

I punti principali dell’accordo

Riduzione delle slot – Il testo fa esplicito riferimento alla misura contemplata nell’ultima manovra economica, in base alla quale è stata decisa la riduzione delle Awp (le slot) dalle circa 400 mila attuali a 265 mila entro il 30 aprile 2018, con un taglio percentuale del 35%. Delle 142 mila e 600 macchine da rottamare, 125 mila circa saranno tolte da bar e tabacchi, 17 mila dagli esercizi generalisti secondari (alberghi, edicole, ristoranti, stabilimenti balneari).

Le nuove slot da remoto – Le circa 265 mila slot rimaste sul mercato saranno sostituite dalle nuove slot da remoto, collegate alla rete telematica statale. Questo processo avverrà in due fasi: il 50% degli apparecchi dovrà essere sostituito entro il 31 dicembre 2018, l’altra metà entro il 31 dicembre 2019. Unica deroga per gli esercizi con non più di due slot: questi, potranno rottamare direttamente entro il 31 dicembre 2019. Le slot da remoto prevederanno la giocata esclusivamente attraverso la Carta Nazionale dei Servizi o Tessera Sanitaria.

Taglio dei punti di gioco – Secondo il testo dell’accordo, i punti vendita in cui potranno essere presenti le Awp si ridurranno, nell’arco di tre anni, di circa la metà rispetto agli attuali 98.600. Come? Vi saranno 18 mila fra sale e punti di gioco certificati, così distribuiti: 10 mila agenzie o negozi aventi il gioco come attività prevalente; 5 mila corner; 3 mila sale Vlt e Bingo. A questi si aggiungerà un numero massimo di circa 30/35 mila esercizi che saranno in grado di ottenere la certificazione per la vendita di gioco pubblico. I criteri per la concessione della certificazione saranno condivisi in sede di Conferenza Unificata e fanno capo ad alcuni parametri, fra i quali: accesso selettivo della completa, identificazione dell’avventore, videosorveglianza, rispetto dei vincoli architettonici, formazione del personale, tracciabilità completa delle giocate. Al termine del periodo transitorio di tre anni potranno ospitare apparecchi soltanto i punti di gioco certificati.

Le distanze: potere agli enti locali – I punti di vendita di gioco previsti a regime sono distribuiti sul territorio “d’intesa tra le Regioni, proporzionalmente, sulla base della attuale distribuzione numerica”. Regioni ed enti locali avranno la facoltà di imporre distanze e di individuare punti sensibili, consentendo però “una equilibrata distribuzione nel territorio allo scopo di evitare il formarsi di ampie aree nelle quali l’offerta di gioco pubblico sia o totalmente assente o eccessivamente concentrata”.

I limiti orari – Viene riconosciuta agli enti locali “la facoltà di stabilire per le tipologie di gioco delle fasce orarie fino a 6 ore complessive di interruzione quotidiana del gioco». La raccomandazione è quella di definire tali fasce orarie «in una prospettiva il più omogenea possibile nel territorio nazionale”.

Pubblicità – Il documento impegna il Governo all’apertura di un confronto europeo per favorire una legislazione comunitaria omogenea sulla pubblicità. Al riguardo, la Conferenza chiede ad Agcom di mettere a punto opportune regole finalizzate a tutelare la salute dei cittadini.

I commenti

Un anno e mezzo di discussioni, proposte, bozze di accordo prima diffuse e poi rimaneggiate, accordi ventilati e poi saltati. Oggi, finalmente, l’accordo tra Stato ed enti locali sul piano di riordino del settore giochi è stato raggiunto. L’opposizione di comuni e regioni era stata già ammorbidita nella seduta della Conferenza Unificata del 3 agosto scorso, quando il sottosegretario all’Economia Pier Paolo Baretta aveva presentato delle modifiche sostanziali al piano, dando mano libera agli enti locali su distanze e punti sensibili.

L’elemento che ha definitivamente favorito l’accordo, riferisce Agipronews, è stato promosso dalla provincia autonoma di Bolzano, in materia di contrasto al gioco patologico. Il testo stabilisce che le disposizioni specifiche di ogni Regione o Provincia autonoma, se prevedono una tutela maggiore, continueranno comunque a esplicare la loro efficacia. Inoltre le Regioni e le Province autonome ai fini del contrasto delle patologie afferenti alla dipendenza da gioco d’azzardo, potranno prevedere forme maggiori di tutela per la popolazione.

La firma dell’intesa tra Governo ed enti locali in Conferenza Unificata – che prevede il dimezzamento dei punti di gioco sul territorio in tre anni porterà ad un “più che presumibile” calo delle entrate fiscali dai giochi (oltre 10 miliardi nel 2016, ndr), “ma la linea politica che abbiamo scelto mette in conto anche questo” ha detto ad Agipronews il sottosegretario all’Economia Pier Paolo Baretta.

“Avevamo già fatto il calcolo della diminuzione delle entrate per lo Stato e lo avevamo compensato con l’aumento del Preu”, ha aggiunto Baretta. “La parte finanziaria è importante e non va trascurata, ma non può essere e non è l’unico punto di riferimento: il Governo ha scelto una linea di tutela della salute pubblica e di contrasto dell’illegalità”, ha concluso.

Per Massimiliano Pucci, presidente di Astro, la proposta del Governo “sancisce, in pratica, l’abolizione del gioco lecito. A questo punto il Governo, che ha ceduto a tutte le richieste delle Regioni, ci dia una via d’uscita per tutti i posti di lavoro che si perderanno, in un Paese che già vive una situazione occupazionale drammatica”.

“Non si può parlare di accordo se si abolisce semplicemente il gioco, perché è questo che avverrà – ha evidenziato ancora Pucci -. Per quanto riguarda, poi, i bandi di gara, come si fa a fare un bando se le Regioni chiuderanno le porte al gioco? Basti pensare al Piemonte, dove il termine ultimo per il funzionamento delle slot machine è il 30 Novembre 2017. A partire dal giorno dopo, gran parte degli apparecchi sul territorio dovrà staccare la spina per effetto della legge regionale. Speriamo che dopo questa intesa la politica inizierà ad occuparsi dei problemi seri e reali del Paese”.