Il grande caldo stressa anche gli animali: crolla la produzione di latte, miele e uova


Coldiretti: “In questi giorni massima attenzione anche agli animali domestici”

animali caldo record
Gli animali domestici come cani e gatti possono soffrire l’eccesso di calore soprattutto perché sudano poco

ROMA – L’Italia è alle prese con la quinta ondata di caldo di questa estate 2017. E ad essere stressati dalle temperature record sono anche gli animali nelle case, nei pascoli, negli alveari, nei pollai e nelle stalle. In queste ultime le mucche con le alte temperature stanno producendo fino al 20% circa di latte in meno rispetto ai periodi normali.

A lanciare l’allarme è la Coldiretti sulla base dei dati del Sistema di allerta caldo del CREA che parlano di situazioni con massimo grado di emergenza mortalità per gli animali in molte regioni dal Veneto alla Lombardia, dall’Emilia alla Toscana, dalla Calabria alla Sicilia fino in Sardegna.

Da seguire sono anche gli animali domestici con cani e gatti che possono soffrire l’eccesso di calore soprattutto perché sudano poco.

“Tutto questo può essere molto pericoloso e portare l’animale, in condizioni estreme, anche alla morte. È molto importante fare in modo che stiano sempre al riparo dal sole e in luoghi ben areati. Se necessario, installare sistemi di ventilazione supplementari, ma soprattutto – consiglia la Coldiretti – garantire sempre dell’acqua e non lasciarli mai soli nelle macchine al chiuso”.

“Dopo mesi molto siccitosi manca anche il fieno necessario all’alimentazione degli animali con prati e pascoli che sono a secco e non riescono a garantire l’alimentazione di mucche e pecore stressate dal caldo. In molte aree è stato necessario acquistare mangime e foraggi all’esterno per integrare la produzione aziendale, si teme per il raccolto di mais e in alcuni casi è stato necessario mobilitare le autobotti per garantire l’acqua da bere per gli allevamenti” spiega ancora la Confederazione.

Difficoltà si registrano a macchia di leopardo lungo tutta la Penisola, dagli alpeggi in Piemonte fino alla Pianura Padana dove il latte serve per il parmigiano reggiano e il grana padano alle aree colpite dal terremoto dove molti animali sono ancora “sfollati” e la produzione di fieno è praticamente dimezzata. A soffrire sono anche i maiali, che mangiano meno per il grande caldo nonostante ventilatori, doccette e sistemi di raffreddamento misti con acqua e aria che lavorano a pieno regime.

Le api, considerate un indicatore dello stato di salute della natura, per il caldo volano meno e tendono a rimanere a terra senza riuscire più a prendere il polline. A rischio è così anche la produzione di miele secondo la Coldiretti che segnala difficoltà anche nei pollai dove si è sta registrando un calo fra il 5 e il 10% nella deposizione delle uova.

Per le mucche il clima ideale è fra i 22 e i 24 gradi. Oltre questo limite gli animali mangiano poco, bevono molto e producono meno latte. In soccorso nelle stalle sono già scattate le contromisure anti afa dove gli abbeveratoi lavorano a pieno ritmo perché ogni singolo animale è arrivato a bere con le alte temperature di questi giorni fino a 140 litri di acqua al giorno contro i 70 dei periodi più freschi. In funzione anche ventilatori e doccette refrigeranti per aiutare a sopportare meglio la calura. Al calo delle produzioni di latte si aggiunge dunque anche un aumento dei costi alla stalla per i maggiori consumi di acqua ed energia che gli allevatori devono sostenere per aiutare gli animali a resistere all’assedio del caldo.