Sì al CETA: “Autogol del presidente del Consorzio Grana Padano”


Coldiretti attacca Baldrighi, che si è detto favorevole: “Dichiarazioni contrarie al buon senso”

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Il CETA dà il via libera all’uso di libere traduzioni dei nomi dei prodotti italiani come ad esempio il Parmesan

ROMA – Dopo la grande manifestazione davanti a Montecitorio per lo stop al CETA (Comprehensive Economic and Trade Agreement), l’accordo di libero scambio tra Unione Europea e Canada, è bufera sulle dichiarazioni del Presidente del Consorzio di Tutela del Grana Padano, Cesare Baldrighi.

Secondo il numero uno del Consorzio, “il CETA potrebbe aprire interessanti prospettive di aumento dell’export italiano e favorire il riconoscimento delle Indicazioni Geografiche e delle relative denominazioni”.

Già lo scorso Febbraio, Baldrighi si era espresso a favore dell’accordo: “L’accordo CETA è molto positivo e molto utile per la crescita dei grandi prodotti certificati italiani. Questo accordo tutelerà le nostre DOP e IGP vietando ‘scimmiottature’ o falsi realizzati in Canada con l’uso di simboli o diciture che richiamano ‘l’italianità’ evitando così che il consumatore abbia una falsa percezione sull’origine di ciò che acquista” aveva detto.

Oggi è arrivata la replica della Coldiretti, promotrice della manifestazione di ieri nella Capitale, che attraverso il vicepresidente Ettore Prandini spiega che “è veramente squallido leggere dichiarazioni contrarie al buon senso e soprattutto agli interessi dei produttori che si dovrebbe difendere”.

Il trattato di libero scambio tra il Canada e l’Unione Europea, secondo la Confederazione, per la prima volta autorizza all’estero l’utilizzo della traduzione inglese Parmesan del Grana Padano e del Parmigiano Reggiano, per formaggi che non hanno nulla a che fare con le due specialità made in Italy più vendute nel mondo.

“Un precedente disastroso a livello internazionale – sottolinea Prandini – per gli allevatori ed i caseifici impegnati nella produzione dei due formaggi che hanno proprio nelle imitazioni il concorrente più temuto all’estero”.

“Peraltro – continua Prandini – lo stesso direttore del Consorzio di Tutela del Grana Padano aveva messo sotto accusa pubblicamente il trattato con il Canada per la gestione delle quote all’importazione dei formaggi che senza chiarimenti danneggerà la produzione originale italiana a favore delle copie canadesi”.

“Le dichiarazioni di Cesare Baldrighi sono ancora più gravi alla luce del suo ruolo di presidente di Aicig (Associazione italiana Consorzi Indicazione geografiche) considerato che su un totale di 291 denominazioni italiane riconosciute, la grande maggioranza di 250 non gode di alcuna tutela con l’accordo. Siamo evidentemente di fronte – conclude Prandini – ad un grave autolesionismo forse stimolato e interessato da prospettive che non hanno nulla a che fare con i produttori di formaggio”.